Le solite hamburgher

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Miriam,
allora, come ronza? ragazzi? finalmente lieviti? non menartela dai: lo sai che
le tette più crescono e prima cadono! il fratello è sempre così figo e sotto­vuoto?
Scrivi che sfriggo!!! Qui le solite hamburger; da che sei partita tu la classe
si è sfasciata, i prof fanno quel cazzo che gli pare: compiti, voti,
interrogazioni volanti… nessuno gli tiene più testa, io ci provo, ma poi sono
sola, Marty, lo sai, dipende da come scende dal letto, Raffy ormai è in orbita
su Internet e Christian è in piena depressione! Ieri per es.: pomeriggio
assurdo, la prof di italiano ci ha trascinate ad una conferenza in centro,
c’era mezza scuola. Il nuovo prof di scienze quando è arrivato si è se­duto due
file dietro di me, mi sono dovuta sbracciare perché mi vedesse, Marta mi ha
preso per il culo per cinque minuti, non la smetteva più di ridere come fa lei,
con quella specie di ansimo ragliante che poi ha dovuto andare in bagno per
riprendersi e tutti la guardavano, anche quella famosa che stava par­lando ha
dovuto interrompersi, quella che ha tradotto Hemingway, no forse Bukowski, beh
insomma ci ho goduto, io che quando succede in classe brucio con gli occhi chi
si azzarda a prenderla per il culo.

Le cose
per un po’ sono rimaste sul pallottoloso andante: due interventi neanche
stronzi, ma si per­devano loro che leggevano, figurati noi; il Prudente, il
prof di scienze, che poi non si chiama Prudente, ma Paolo Rudenti, non mi ha
cagato minimamente o forse sì, ma come si fa a saperlo: è strabico! Intanto
After Eigth, quella nuova di filosofia, faceva la cascamorta con un pelato che
stava tra lei e il Prudente, tanto per non smentire il suo nome: il goloso
cioccolatino che si scarta prima. Prima di quando? Prima che ci pensi! E ti si
appiccica il mano! Oh, non è tutta roba mia, Marta, Raffy e Christian ci hanno
messo del loro, abbiamo fatto gli spot per quasi tutti i prof, beh quelli che
se la tirano di più, appena finiamo di montarla ti mando la cassetta.

        Poi finalmente ha cominciato a parlare
l’unico fico che ci fosse (oltre al Prudente, naturalmente!). Aveva continuato
a bere birra e a ciucciare il sigaro durante tutti gli interventi precedenti,
con l’aria di quello che sta aspettando che aprano le sale corse. La voce !  Body dovevi sentirla! gli saliva dalla pan­cia
girava due volte nelle volte ( che fica eh!) cavernose del cranio dove il fumo
del sigaro aveva inca­tramato le pareti ed usciva, dalla gola irruvidita
dall’alcool, potente, ruvida e profonda! (ma sono o non sono fichissima?)  No giuro che non faccio per farti invidia era
proprio cosi! Anche After Eight ha smesso di chiacchierare, giuro che mi sono
voltata perché ho sentito odore di menta e pensavo che fosse lei che si era
sciolta! invece no era lì che si leccava le labbra, e l’odore di menta era
Marty che ciucciava le sue cicche contro l’alitosi, che adesso ci ha questa
fissa, ci pensasse mai la prof di mat che quando ti interroga alla lavagna e ti
viene vicino senti tutto quello che ha mangiato la settimana passata e in cosa
si è trasformato…

        Il discorso del tipo, che poi era uno
scrittore di gialli: infatti aveva anche la giacca gialla, così nes­suno si
poteva sbagliare, era carino, ogni tanto si rideva, ma non voleva dire
qualcosa, era così, di com­pagnia.

        Insomma avrai capito che io cominciavo a
rompermi, sembrava un po’ di essere in TV al ciccio­show, ma lì ti pagano…
Marta da un po’ voleva andarsene e insisteva, io non volevo farmi notare dalla
prof di italiano e neanche dal Prudente che ogni tanto mi guardava e mi rodevo
perché c’era troppa calma e silenzio, una nostra uscita sarebbe stata notata da
tutti. Alla fine mi sono arresa e ci siamo al­zate, stava parlando una
“sciuretta”, come dice mia madre, anche lei era una scrittrice (che
cazzo c’en­trano poi gli scrittori di mezz’età con il disagio giovanile?) e non
so cosa dicesse perché noi aspettavamo solo il momento giusto, insomma
scivolavamo tra le sedie vuote con scioltezza, quando una grassa risata di
pancia ha fatto voltare Marty che, subito preoccupata di non farsi travolgere
dalla sua risata asinina, si è disunita e ha inciampato in una seggiola
facendone cadere una fila e in mezzo a quello sfascio lei, per terra, ha
cominciato a ridere, piangendo, avrei voluto ucciderla, ma sapevo che non
faceva apposta, così l’ho aiutata ad alzarsi e siamo andate in bagno a
restaurarci.

        Saremo state in bagno un quarto d’ora e
intanto dalla sala continuavamo a sentire quella risata e poi battere le mani e
poi urlare “brava”, così ci siamo affacciate per capire cosa
succedeva e abbiamo scoperto che era il pelato tra After Eight e Prudente, che
faceva tutto, mentre parlava ancora la sciu­retta…

        Non so come fosse partita ma stava
dicendo cosa bisognava fare e non fare nella vita. Non ricordo bene tutto
perché il pelato mi distraeva, sembrava proprio che ogni risata, ogni
“brava” le scagliasse con gusto, ma anche con rabbia, in faccia alla
sciuretta, che imperterrita proseguiva, pareva che non riuscisse a decidersi
come valutare risate e battimani e complimenti da parte di uno solo, mentre il
resto del pubblico taceva.

        Ha continuato a dire “ragazzi
praticate le arti marziali, non bevete, non fumate, non fate sesso non
protetto, non drogatevi, studiate l’inglese e l’informatica “ed altre cose
così per altri dieci minuti almeno poi abbiamo dovuto andarcene perché a
sentire tante stronzate a Marty  veniva
ancora da ri­dere e poi ormai era quasi ora di cominciare a lavorare, ma già,
ancora non te l’avevo detto: il giovedì dalle sei alle dieci di sera lavoro in
un circolo dove vengono a farsi le seghe uomini di mezz’età, da soli o con le
mogli, davanti a me che sto nuda seduta su una sella con un gran cazzone a
stantuffo che quando mi ci siedo sembra che me lo ficco dentro tutto e poi mi
ci agito sopra cinque minuti, anche se quattro sono inutili, visto che vengono
tutti subito. Ogni mezz’ora un numero, più o meno, un cocomero a settimana e
ogni tanto, quando è in buona, il capo fa girare qualche pista. Ai miei ho
detto che il giovedì ho gli allena­menti di pallavolo e così mi hanno dato i
soldi per l’iscrizione ecc. ecc. invece ho cominciato il piano di accumulo per
la pensione con due fondi diversi. Speriamo bene. Adesso anche Marty vorrebbe
entrare: ci sarebbe libero il mercoledì e il capo mi ha chiesto qualcuno che
sembri minorenne come me, ma sono sicura che lei appena vede ‘sti pancioni che
ballonzolano mentre le sciurette glielo menano gli scappa da ri­dere e sai che
casino…

        Scappo che devo finire le rocce
magmatiche, che domani Prudente mi interroga …

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8 Commenti a Le solite hamburgher

  1. Pieira dice:

    Mi è piaciuto, è molto realistico e anche il linguaggio che hai scelto è perfetto per descrivere il mondo della scuola. Non mi è piaciuto però, sapere cosa fa dalle sei alle dieci la protagonista del racconto, è davvero triste…. Suppongo che tu volessi conferire un’immagine disincantata e disillusa dei sedicenni di oggi ma mi sembra un pochino troppo…davvero sono così? Mi piace pensare di no.
    Pieira.

  2. Bernardo d'Aleppo dice:

    La conferenza si svolse alla società umanitaria una decina di anni addietro e la ragazza era solo un poco in anticipo sui tempi, avrai letto, qualche tempo fa, delle inchieste giornalistiche in Francia sulla prostituzione, diffusa negli ambienti universitari femminili per pagarsi gli studi, recentemente indagini giornalistiche, in Italia, hanno portato alla luce simili comportamenti in campo maschile, è stato proprio questo a afrmi tornare alla memoria questo vecchio racconto.
    ciao
    BdA

  3. Chris84 dice:

    Un pò crudo il finale, che fa cadere l’aura “candida” delle sedicenni protagoniste del racconto, ma ci può stare, tanto più che è ispirato ad un fatto realmente accaduto….

  4. smathsmath dice:

    “Il discorso del tipo, che poi era uno
    scrittore di gialli: infatti aveva anche la giacca gialla, così nes­suno si
    poteva sbagliare, era carino, ogni tanto si rideva, ma non voleva dire
    qualcosa, era così, di com­pagnia.”

    bella questa ;) a 16 anni l’avrei detto anch’io esattamnete così,e anche adesso mi sa! :)
    comunque…si,fatto realmente accaduto quindi! ti stavo appunto chiedendo se fosse stata tua nipote a raccontartelo…
    quanto all’aura “candida” delle sedicenni..beh..la “candida” alcune ce l’hanno sicuro! :) a parte questo,qualcuno parlava di immagine disincantata e disillusa dei sedicenni…beh..i 16 anni sono un po’ il melting pot in cui gli opposti e i limitrofi convivono e si incontrano/scontrano: illusione,disillusione,incanto,disincanto,amore,disamore,dolcezza,crudeltà,sogno,realismo…
    il troppo e il troppo poco…a mio avviso non c’è da colpevolizzare o incriminare…
    è il periodo di transizione per eccellenza in cui c’è la corsa a chi fa più esperienze e a raccontarle anche,magari senza rifletterci molto oppure riflettendoci anche troppo…ma l’importante è che si fanno(è un po’ questo quello che c’è nella testa di un 16enne..no?)…
    Pieira..che vuol dire “davvero sono così?”? così come?i 16 enni sono figli del loro tempo oltre che dei loro genitori…e a 16 anni si inizia ad essere anche figli del mondo…e di un proprio mondo…si sbaglia tanto forse, ma l’importante è imparare dagli errori e la cosa ideale credo sia quella di avere vicino qualcuno che insegni e/o aiuti a farlo e sia d’appiglio senza mollare la presa!

  5. bernardodaleppo dice:

    Questo racconto lo scrissi nel 1994 quando ancora insegnavo, mi fa molto piacere che qualcuno possa trovarlo ancora attuale.
    Dalla citazione che fai forse hai anche individuato il giallista…
    Proprio il vivere a così stretto contatto con gli adolescenti e con una forte empatia con loro mi costrinse a lasciare l’insegnamento dopo una ventina d’anni. Vivere di riflesso i turbamenti dell’adolescenza così a lungo consuma.

  6. smathsmath dice:

    mmm..capisco…ombre di fantasmi che ritornavano? :)
    però in fondo se amavi quel lavoro è stato un po’ un peccato,forse..
    magari quel riflesso poteva invece pian piano tramutarsi in “stella danzante”..
    comunque.. :)
    un abbraccio bernardo!ho visto la tua richista su my space ora siamo anche amici di space ;)
    ciao

  7. jerry dice:

    Ma che razza d’impaginazione, non si capisce un tubo, vorrebbe essere una poesia?

  8. bernardodaleppo dice:

    Jerry il problema si pone solo se usi la finestra stretta i motivi non li conosco, non è una poesia vorrebbe essere unalettera di un’adolescente a un’amica…

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