Piazza Cartagine dietro l’Ortomercato

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La bisca non era una bisca, Piazza Cartagine non è una Piazza, è un incrocio con accanto dei giardini, ora all’incrocio c’è un semaforo e dall’altro lato un grosso centro della Polizia, a quei tempi non era così.

Erano i tempi di Francesco (Francis) Turatello, Faccia d’Angelo, come lo chiamavano, non davanti a lui; erano i tempi in cui Angelo Epaminonda, il Tebano, come lo chiamavano anche davanti a lui, era il suo vice e ogni quartiere aveva la sua bisca, certo alcune erano pù importanti di altre e tra queste quella dietro l’Ortomercato aveva una sorta di preminenza.

Era quella frequentata dalla gente più accorta, quella che parcheggiava sempre “di culo” e che non chiudeva mai la macchina, perché la posizione della Piazza era strategica, in pochissimo si era in tangenziale, ma altrettanto facilmente si arrivava nel cuore della città.

La bisca, che non era una bisca, era un marciapiede a fianco dei giardinetti, era solo di dadi.

Io la notte facevo il garzone al bar che c’era e ancora c’è, dietro l’angolo, andavo avanti e indietro con la mia gamba fessa, portavo le ordinazioni, anche a notte fonda; quando il bar era chiuso, mi passavano il vassoio dalla finestra sul retro e io passavo i soldi o, più spesso, i biglietti su cui scrivevo chi e cosa, il giorno dopo qualcuno passava a pagare.

All’inizio della serata erano Ballerine (Ballantine) e Jonny (Walker), c’erano i tossici del gioco gente che aveva ancora il vestito del lavoro, poi arrivavano i “randa” che si atteggiavano a “di più” ma che in reltà passavano sperando di essere ingaggiati per qualche “lavoretto”e poi i pappa che avevano accompagnato al “negozio” le ragazze, poi, alla spicciolata, arrivava qualche “professionista”, mai più di due, che chiedevano il Glen Grant e spolpavano i primi, che passavano nelle retrovie a guardare e a rodersi.

Dopo le 3 arrivava qualche “pollo” uscito dal nigth e verso le 4, ogni tanto, capitava lui.

Ogni tanto, perché doveva dividersi tra le varie bische, sì, perché in reltà i “polli” venivano per lui, per Francis, per incrociare i dadi con lui e provare quel brividino giù dal coppino…

Così dalle 3 all’alba erano un paio d’ore di gran lavoro: champagne millesimatocon secchiello di ghiaccio, wisky torbato delle isole e io mi riempivo le tasche di mance, era a quell’ora che mio cognato arrivava dal mercato del pesce con le cassettine piene di ostriche dalla Francia e in un’ora ne apriva e ne vendeva centinaia, qualcuno aveva detto che servivano per proteggere lo stomaco dalla tensione del gioco…

Gli ultimi tossici del gioco ad andare via erano quelli che andavano a lavorare all’Ortomercato, commercianti arrivati giusto per le ostriche e qualche lancio pesante, e qualche facchino con la faccia tirata dalla notta all’impiedi, trecento metri ed eccoli al lavoro.

Il 2 d’aprile del 1977 Francis era passato in anticipo verso le 2, fu l’ultima volta che lo vidi, poi venne il Tebano, per un po’.

Ricordo che la notte del 17 agosto del 1981, oramai la bisca, che non era una bisca era un marciapiede, si era trasferita in uno scantinato (che ufficialmente era una sede di partito, ma non era una sede di partito, era una bisca), beh, quella sera il tg disse della morte di Francis, io avevo quarant’anni, ma mi sentii di colpo vecchio, mi sembrò che fosse morto Robin Hood, lo avevano sventrato e gli avevano mangiato il cuore, avevano dovuto mettercisi in 4: Pasquale Barra, Vincenzo Andraous, Antonino Faro e Salvatore Maltese.

Non era un sant’uomo, non era neppure un brav’uomo, ma era almeno un uomo. Faceva rapine a viso aperto, non era uno che ruba la pensione ai vecchi come me in Borsa o in Parlamento.

Milano 12 Marzo 2009

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5 Commenti a Piazza Cartagine dietro l’Ortomercato

  1. giangia dice:

    E bravo Bernardo, finale coi fiocchi
    Di solito, quando scrivi o commenti spinosi temi di attualità, esprimi con veemenza tutta la tua indignazione; qui esprimi la lucidità e l’impotenza dell’anziano e, forse, per questo, l’indignazione nasce spontaneamente nel lettore.
    Ciao!

  2. bernardodaleppo dice:

    Anni 1970-1980 c’erano di media di 120 omicidi l’anno a Milano.
    Le statistiche giudiziarie vanno dal primo luglio al 30 giugno. Risultano 35 omicidi nel 1999-2000; solo 22 omicidi nel 2001-02; 31 omicidi nel 2002-03; 37 omicidi nel 2003-2004, non sono riuscito a trovare i dati ufficiali + recenti, ma i dati restano molto lontani dalle medie di 100-120 omicidi all’ anno registrate negli anni ‘ 70 e ‘ 80, nonostante all’epoca gli immigrati fossero infinitamente meno. Che dire?

  3. mostarda dice:

    MICA MALE!!

  4. jerry dice:

    Avevo l’impressione che l’allarme sicurezza fosse un po’ una montatura ma che addirittura avessimo un terzo degli omicidi di allora!
    Certo, parliamo di trent’anni fa…

  5. crunch dice:

    Siamo cera nelle mani dei manipolatori dell’informazione, senza che ce ne accorgiamo, come diceva Jannacci “la televisiun te fà sù come un cujun” suppergiù.

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