L’indifferenza

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PRINCIPESSA

Pubblicato da charly11 il 16 gennaio 2009

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Whisky…maledetto whisky….ne avevo bisogno per fare aumentare l’effetto delle pillole che assumevo…Tanto era tutto perduto, finito: Anche se lei non capiva che io lo sapevo…e non l’avrebbe mai capito.Ma pazienza.Il mio rifugio era nel maledetto alcool che mi faceva non pensare a niente,galleggiare il cervello, sospendere come in acqua le preoccupazioni.Pensavo…domani è un altro giorno…come via col vento.Che splendida cazzata, la mia.Avevo ucciso deliberatamente un amore e lo avevo fatto proprio bene, lasciando che mi compatissero e che mi venissero a cercare tutte le volte che pensavo al suicidio, l’unica cosa di spregevole che non ero riuscito a fare nella vita. E pensare che ci avevo provato…come ci avevo provato.Una vita rovinata da morti, troppi morti. E i morti erano i miei fantasmi non permettendomi di amare niente e nessuno, solo le mie pillole alle quali ero stato abituato troppo giovane.Ma la società non è fatta per i deboli di mente.Andai in analisi: non servì a niente. Andai dalla psicologa: stesso risultato. Poi, credendo di essere pazzo veramente, mi ero deliberatamente ricoverato al reparto neuropsichiatrico.Altra splendida cazzata: ero più sano dei medici.Ce pensare? Ormai la vita era andata ed ero senza scampo.Il lavoro non c’era ed io pensavo alle mie figlie.Come dar loro da mangiare…Altra splendida idea. Cominciai ad andare in chat, già: la splendida invenzione di Internet, fatta solo per creare alibi per scopate o amori impossibili. E ci andai pesante. Chiesi aiuto. Non l’avessi mai fatto! Apriti cielo…come direbbe il poeta…mal me ne colse…e subii ogni sorta di vessazione, di offesa e di ostentazione al pubblico ludibrio da parte del 95 %  di quegli spendidi esseri che erano in chat. Solo tre mi aiutarono e lo fecero in nome di quel Dio che forse c’è e mi consentirono di sfamare le mie figlie fino ad agosto, mese in cui trovai un lavoretto: spazzavo in un’intera fabbrica di carpenteria dalle 8 fino alle 18, con un’ora di pausa.La Laurea…già. Solo in questi giorni l’ho ritrovata tra le macerie di un garage che è diventato l’armadio dei miei scheletri……ero evaporato un una nuvola rossa…come diceva De André. Ero un pericolo ed un amico fragile, troppo fragile anche per essere compatito. Figurarsi dalla donna che amavo.Lei era in tutt’altre faccende affaccendata…telefonate continue, giorno e notte: almeno dieci ore di chat al giorno. Ed aveva maturato, con lucida follia, lo splendido alibi che mi avrebbe tagliato fuori completamente dalla sua vita, anche se non avrebbe mai avuto il coraggio di allontanarsi…già…lo dovevo fare io, anche se lei mi aveva tradito spudoratamente e vigliaccamente. Ma già: altro alibi. Andava dicendo che era separata con l’unico particolare che a me non lo aveva comunicato.Lei si vantava della propria monogamia…Al confronto io ero stato un angioletto con i miei tradimentini da quattro soldi, anche perché ero sempre tornato da lei, sbagliando ancora, anche se avevo avuto occasioni d’oro per rifarmi una vita.Ma no, stupido che stupido. Avevo creduto in lei che ora si faceva chiamare  che ora si faceva chiamare principessa degli elfi ed era entrata nel Borgo, ovvero il villaggio delle sconcezze e degli amorazzoli da niente.Ma se ne sarebbe accorta ed avrebbe fissato a lungo il vuoto, in un silenzio da pazzia, accusandomi, al solito, di essere io la colpa di tutto.Ed allora avevo fatto bene io a rifugiarmi nel whisky…anche quando la andavo a trovare in ospedale per una malattia che lei definiva tremenda e che l’avrebbe portata alla morte.
Ma che cazzo ne sapeva lei della molte…dell’essere in stato d’incoscienza e nel trovarsi in un limbo misterioso ed oscure che non era né vita né morte.Che ne sapeva ?Anzi quando avevo tentato di ammazzarmi sul serio, aveva chiamato suo fratello – bell’esempio di attaccamento familiare…ma questo è un discorso a parte- solo per il gusto di farsi sentire dire che aveva vissuto con un cretino..già…come un cretino..che almeno la laurea l’aveva veramente presa e non si faceva chiamare “profa”, mentendo a tutti in virtù di una laurea mai presa (e di cui aveva dato la colpa a me)…..E allora ero io il pazzo oppure lei era del tutto perduta in un labirinto da cui non sarebbe più uscita…amore…o amori a parte……

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