Il profumo

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Finalmente ti riposi
ed ormai più non mi stanchi,
hai finito finalmente
di schiacciare le mie ovaie.
Che neppure al funerale
abbia avuto un mio momento…
dello show eri la stella.
Ma il ricordo del coniglio,
il cui brodo era servito
i dolenti a rinfrancare,
e a cui poi fu ben servito,
con dell’aglio e un po’ di menta,
del limone e un po’ di sale,
con lo zanzero candito
ed un poco di avocado,
di secondo con contorno,
mi rinfranca e mi consola,
ora che non t’ho più intorno.
Lo confesso è stata dura
consumarti con il sesso,
che davver valevi poco,
non avevi fantasia,
ma neppur quell’allegria
che trasforma perversione
in merenda o colazione,
o che spesso fa il contrario,
eri insomma già uno zombie,
molto prima che il viagra
ti portasse nella tomba,
ma potevo sopportare
tutto questo e anche di più,
se soltanto non mi avessi
tormentato col tuo odio,
l’ostracismo decretato
che tu avevi dato all’aglio,
senza il quale non c’è gusto
a mangiar né a cucinare,
quanto godo nel portarti
fiori d’aglio sulla tomba,
e la foto strofinare
con lo spicchio e con l’aïoli.

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Un commento a Il profumo

  1. bernardodaleppo dice:

    Un po’ forzata, troppi incisi ne disturbano la scorrevole comprensione, sembra quasi che tu sia stata troppo coinvolta emotivamente scrivendola, sbaglio? Comunque rende un’astio profondo che cerca di nascondersi dietro una forma irridente. Se questo era l’intento è riuscito.

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