Capitolo V
I riflessi cangianti della seta
Quella sera tornando dall’ufficio Erminia si era fermata in una enoteca a aveva preso una bottiglia di refosco dal peduncolo rosso, raboso non ne aveva trovato, non aveva ascoltato molto della disquisizione dell’addetto, aveva colto però che quello era il vino che più gli somigliava.
Aprendo la porta, con solo due mandate, aveva capito che Wadi era già rientrato e le era andata incontro allegra. Lui era davanti al frigorifero con in mano un cartoccio di coppa aperto e l’aria schifata. Lei entrando aveva posato la bottiglia sul mobiletto e sorridendo gli aveva preso il cartoccio dicendogli:- Non è per te amore, l’ho preso per me.
In quel momento lui vide la bottiglia di vino e il suo sguardo si fece cupo. La guardò con disprezzo e andò in sala.
Erminia aveva dalla sua la consapevolezza di essere nel giusto, prese una fettina di coppa con due dita e se la calò in bocca dall’alto, aprì la bottiglia di vino e se ne versò un bicchiere. Poi si preparò un panino con il prosciutto di Praga e un velo di senape, e si mise a mangiare con gusto.
Wadi doveva essere perplesso, pensò Erminia, lei, appena aveva colto la sua contrarietà alla vista di maiale e alcolici, li aveva banditi dalla casa e dalla vita, ma ora era tempo di cambiare se voleva, e, se non voleva, bene! Non era certo il caso di farci un figlio! Bisognava affrontare la cosa, subito.
Entrò in sala con un vassoietto con il panino e il bicchiere, sorridendo, e gli disse che nessuno lo avrebbe obbligato a mangiare maiale e a bere vino, ma che nessuno avrebbe impedito a lei di farlo e se avessero avuto un figlio avrebbe mangiato ciò che avesse voluto, senza divieti ideologici o religiosi.
Wadi era sorpreso da questa sua presa di posizione, lei non aveva mai manifestato disagio di sorta per quelle rinunce, tanto che lui aveva pensato fosse qualcosa di naturale; nonostante le prove contrarie, nei ristoranti e a casa d’altri, si era trovato a pensare che, forse, non tutti gli italiani bevevano alcolici e mangiavano maiale, non si era fermato a riflettere più che tanto sulla cosa, aveva accettato la cosa come naturale.
Erminia lo guardava, serena, vedeva nei suoi occhi uno smarrimento che le fece male, ma diede un morso al panino con convinzione, lo vide rabbrividire, poi con un sorso di vino deglutì il bolo gustoso, sentì il tannino leggero sul palato e prese un altro sorso, per sgombrare la bocca e gustare più pienamente, vide in quel momento che lui le leggeva negli occhi il piacere ed era geloso.
Si avvicinò a lui e le prese la mano, se la portò alle labbra e la baciò, se la fece scorrere sul viso e con essa si carezzò, sentì la sua rigidezza e gli si accostò, lui rimase inerte, confuso; lei rimase al suo fianco per un tempo infinito, credeva di sentire i sentimenti di Wadi combattere tra loro, le sue abitudini scontrarsi con la sua logica disincantata e prese l’iniziativa, lo baciò, con le labbra che ancora sapevano di vino. Lui fermò il respiro in un rifiuto, poi si lasciò andare e respirò quei profumi di frutti di bosco, stupito socchiuse le labbra e assaporò quel che di aspro e di tannino era ancora sulle labbra di lei e la baciò.
Non fu facile per loro rispettare e capire quel che fino allora avevano ignorato, seppellito, ma, come la trama e l’ordito della seta, diversi e contrastanti, danno riflessi cangianti e preziosi, così loro, accettandosi per intero, divennero più della somma delle loro parti, più di quel che, pur bello, erano stati.
Fine
Ho letto volentieri i cinque capitoli di questo tuo lavoro, scritto con accurata semplicità.
Ho visto il filmato di un matrimonio marocchino, durato tre giorni, in cui la sposa, per un giorno intero, è rimasta su un trono con le palpebre sempre abbassate, maronna che supplizio!
Hai una notevole capacità di scrivere di sesso senza remore, complimenti!
Si capisce, e lo dimostra il tuo pseudonimo, che hai un rapporto speciale, direi quasi sensuale, col cibo.
Condivido l’idea che esprimi e cioè che per la sopravvivenza dei matrimoni misti sia essenziale mediare in termini di abitudini, cultura e credo religioso; lo splendido pensiero finale ne è una sintesi
A rileggerti!
che storia d’amore VERA e INTELLIGENTE!
sono rporpio contenta di aver aspettato la fine di questo racconto.
L’amore per l’altro ma anche pr se stessi inun agionamento semplice ma che spesso non e’ preso in considerazione e allora via con i conflitti di ogni genere.
m hai divertita e hai suscitato in me un’emozione.
l’obbiettivo di ogni scrittore
Mi sono stampato il tutto, così domani in treno non mi faccio il sangue amaro con il quotidiano…
Splendido l’ultimo paragrafo, e ora che ho letto tutto, splendida anche la storia. Non posso fare a meno di pensare che, ironicamente, se lei resta incinta alcol e maiale crudo se li scorda comunque
Coraggio Erminia, se hai già avuto la toxoplasmosi, come la maggior parte degli adulti in Italia, puoi mangiare salumi tranquillamente, e un bicchiere di vino a pasto non farà di tuo figlio un alcoolista.
L’ho letto in treno e mi ha messo un pò in imbarazzo temevo che leggesse la vicina. Meno male che alla fine la protagonista si ribella, mi sembrava una di quelle storie tragiche di dedizione e sofferenza masochistica femminile. Comunque reso bene, mi sembra.