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Il Mago Mangiacattivi

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 18 maggio 2009

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imagescauzl54l.jpgIL MAGO MANGIACATTIVI

Dietro la grande collina dove si è soliti gettare rifiuti d’ogni genere, viveva un tempo un uomo assai mediocre chiamato il Mago Mangiacattivi .
Mangiacattivi era il suo cognome, egli praticava l’ arti negromantiche da molti anni e svolgeva tale professione di mago con grande passione ma con poco profitto.
La sua casetta di legno , lugubre e tetra era provvista di una lunga antenna televisiva che ondulando nel vento vibrando, emetteva un strano sibilo capace
di spaventare ogni passante . In quella piccola casetta di legno ci viveva lui da solo disperato, misero
aveva perso ogni contatto con il mondo esterno , disoccupato , cacciato a calci da ogni circo o teatro incapace di far uscire perfino un coniglio dal suo stropicciato cilindro.
Continuamente si doleva per la sua avversa sorte : Non me ne và nessuna giusta , tutti mi cacciano , perché la sfortuna mi perseguita ?
cosa ho fatto di male a questa vita per meritarmi tante umiliazioni. Muoio di fame sono tre giorni che non mangio, se fossi adesso un bravo mago ,
farei comparire su questa desolata tavola un bell’arrosto con tanto patatine intorno oh fata turchina come brontola questo mio stomaco .
Cosa posso fare per rimediare un pezzo di pane ?
Per tutti gli orchi non ci vedo più dalla fame.
Dopo diversi giorni di digiuno , disperato usci di casa e andò in mezzo alla grande piazza con la sua valigia piena cianfrusaglie a dar l’ennesimo spettacolo
che gli avrebbe procurato qualcosa da mettere sotto i denti.
Giunto nel luogo ove si teneva generalmente il mercato, il povero mago prese a dar spettacolo.
Venite gente venite da questa parte oggi il grande Mago Mangiacattivi vi farà vedere come si può trasformare un cane in un gatto, l’oca in un sorcio ed altre meraviglie.
Cosi rincorso un cane zoppicante che per poco lo mordeva al polpaccio e trascinato quest’ultimo davanti alla folla lo coprì con un lenzuolo e gettato polvere nell’aria ,
dato infine di nascosto un calcio al povero cane nel fondo schiena che fuggi latrando disperato fece apparire da sotto il lenzuolo un vecchietto
chinato per terra in cerca della sua dentiera invece di un mazzo di fiori .
Tutti nel vedere tale incantesimo presero a ridere a più non posso.
Cosi il povero Mago Mangiacattivi si addirò tanto , ma cosi tanto da trasformare se stesso in una belva inferocita un essere ricoperto completamento
di peli dall’aspetto di lupo con l’orecchie appuntite. E ululando all’impazzata incominciò a rincorrere tutti gli uomini cattivi della sua città ,
tutti quelli che l’avevano sempre sbeffeggiato e acciuffati se li mangiava in un solo boccone. La notizia della bestia inferocita circolò immediatamente
corsero cosi tutte le forze dell’ordine , militari con grossi fucili e auto blindate con a bordo dei grandi molossi pronti a stanare la belva.
Lo trovarono a tarda sera in un vicolo oscuro mentre addentava un direttore di banca conosciuto come un usuraio senza scrupoli, dopo che aveva sbranato
quasi tutti i politici e i professori della città ,metà appartenenti alla giunta comunale , lì incominciarono a sparare a più non posso crivellandolo di colpi la bestia,
che cadde inerme sotto la grandine di proiettili esplosi.
Privo di vita in una pozza di sangue ritornò al suo aspetto originario, lentamente sul viso riapparvero i delicati lineamenti , insieme ad un debole sorriso.
Qualche passante impietosito gli getto ai piedi una rosa quasi appassita , in pochi minuti fu ricoperto di fiori. Rimase riverso li per terra per diverse ore in attesa
che la polizia mortuaria venisse a prendere il corpo per condurlo all’obitorio .
Illuminato da una immensa luna , radiosa in un cielo terso , visibile dietro la cupola d’una vecchia chiesa , la città riprese a vivere dopo lo spavento subito .
Incurante di ciò ch’era stato ,continuò a generare nuovi mostri , nuove paure, così ogni cosa ritornò come era sempre stata , mentre lo spirito del Mago
Mangiacattivi divenne una rondine che apri le ali e sorvolò i tetti della città e continuò a volare fin dove esiste quel fragile confine tra la fantasia e la realtà,
per divenire qualcosa di assai simili ai nostri sogni che ha nome Felicità.

11 Commenti a “Il Mago Mangiacattivi”

  1. giangia dice:

    Ciao Domenico,
    da tempo leggo i tuoi racconti senza commentarli ma stavolta sarai costretto a subirmi.
    Hai una fantasia invidiabile, una delicatezza e una sensibilità notevoli, peccato che l’esposizione sia mortificata da errori di grammatica e di ortografia.
    Perdonami, ti prego, se mi permetto di dirti questo, ma o non commento (tu penserai: bella idea!) o, se commento, ti dico la verità.
    Mi permetto un piccolo consiglio: rileggi il tuo scritto quattro/cinque volte nell’arco di dieci giorni, vedrai che gli errori affiorano da soli!
    Aspetto il prossimo racconto!

  2. domenicodeferraro dice:

    Grazie Giangia per il consiglio, ma l’errore ahimè e sempre in agguato, comunque mi fà sempre piacere
    che gli orribili mostri ortografici vengano segnalati , in fondo confesso una delle principali ragioni
    perchè pubblico racconti e poesie sul web e essere aiutato a comprendere i miei errori .Grazie ancora Ciao.

  3. crunch dice:

    “Dietro la grande collina dove si è solito gettare rifiuti d’ogni genere, viveva un tempo un uomo assai mediocre chiamato il Mago Mangiacattivi .
    Mangiacattivi era il suo cognome, egli praticava le arti negromantiche da molti anni e svolgeva tale professione di mago con grande passione ma con poco profitto.
    La sua casetta di legno, lugubre e tetra, era provvista di una lunga antenna televisiva che vibrando nel vento, emetteva un strano sibilo capace di spaventare ogni passante. In quella piccola casetta di legno ci viveva lui da solo disperato, misero aveva perso ogni contatto con il mondo esterno, disoccupato, cacciato a calci da ogni circo o teatro, incapace di far uscire perfino un coniglio dal suo stropicciato cilindro.
    Continuamente si doleva per la sua avversa sorte : Non me ne và nessuna giusta, tutti mi cacciano, perché la sfortuna mi perseguita ?
    Cosa ho fatto di male a questa vita per meritarmi tante umiliazioni. Muoio di fame, sono tre giorni che non mangio, se fossi adesso un bravo mago, farei comparire su questa desolata tavola un bell’arrosto con tanto di patatine intorno. Oh fata turchina, come brontola questo mio stomaco.”
    Ciao Domenico, ho provato a fare le correzioni che mi sono sembrate necessarie a questi primi periodi, per darti un esempio, ma, se non hai voglia di rileggere e correggere come suggerisce Giangia, ti conviene rivolgerti a un correttore di bozze professionista. Come dice il saggio: paga e ti sarà dato.
    :))

  4. crunch dice:

    Ecco me ne era sfuggita una: “Dietro la grande collina dove si è soliti gettare rifiuti d’ogni genere…” in generale, inoltre, ho aggiunto il minimo di punteggiatura, ma secondo me ce ne vorrebbe ancora di più per articolare meglio le frasi, ma a un certo punto diventa anche questione di gusto personale…

  5. domenicodeferraro dice:

    Grazie per i commenti Crunch..

  6. poetto dice:

    Racconto originale, interessante, bello.
    Gli errori, scrivendo, capitano sempre.
    Nei miei racconti trovo qualche errore, se non orrore, anche alla quinta lettura…sfuggono!
    Quello che conta maggiormente, secondo me, è la struttura della storia che in questo caso tiene.

  7. Domenico De Ferraro dice:

    Vorrei citare per l’occasione alcune massima latina credo calzino a pennello dicono : errare humanum est, perseverare autem diabolicum significa commettere errori è umano, ma perseverare [nell'errore] è diabolico.”Venia dignus est humanus error” (“ogni errore umano merita perdono”), “Cuiusvis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare” (“è cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore”).
    Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere (“cadere nell’errore è stato proprio dell’uomo, ma è diabolico insistere nell’errore per superbia”).
    Il significato è chiaro: siamo esseri umani, e l’errore capita. Questo, però, non deve essere un’attenuante per giustificare la trascuratezza, ma un invito ad imparare dall’esperienza per ridurre il numero di errori commessi. Citazioni tratte da wikipedia

  8. crunch dice:

    Condivido pienamente il senso complessivo del tuo commento Domenico, “solo chi non fa nulla non sbaglia” diceva mia nonna, il senso del mio commento andava nella direzione indicata da Giangia, lasciare sedimentare qualche giorno prima di rileggere, altrimenti il cervello continua a leggere non quanto scritto ma quanto intendeva scrivere. Le critiche poi trovo che siano estremamente stimolanti, in quanto ci fanno percepire quanto siamo stati vicini, nel nostro modo di scrivere, al senso comune di intendere il significato di termini e punteggiatura, quindi quanto sia comprensibile il nostro messaggio ed è proprio per cominicare che scriviamo, credo.
    Grazie Domenico per avere letto le mie “critiche” nel senso costruttivo che intendevo.

  9. fabio dice:

    Ciao Domenico,
    come ha detto Giangia l’immaginazione di certo non ti manca ^_^.
    Per gli errori non ti preoccupare, spesso sono soltanto figli della fretta.
    A presto,
    Fabio

  10. andrea dice:

    Ciao Domenico,

    molto bella questa tua. Forse quello che mi e’ piaciuto di piu’ tra i tuoi lavori. Ben riuscita l’immagine finale della citta’ che genera nuovi mostri mentre lo spirito del mago diventa un rondine.
    Sugli errori non mi soffermo perche’ ti hanno gia’ bastonato a sufficienza :) E comunque ti assicuro che si questo sito si legge (o si e’ letto) di molto peggio!

    A presto,

    Andrea.

  11. martuz dice:

    mi piaceXD
    soprattutto la frase finale molte volte sbagliandola si rovina tutto un racconto!
    ora vado a vedere gli altri tuoi lavori
    ciauz

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