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Fantarime Di Aprile Dolce Dormire

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 18 aprile 2010

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FANTARIME DI APRILE DOLCE DORMIRE

Rime di primavera ,agghindate di accenti e di punti esclamativi sole in mezzo al grande foglio bianco ove prende vita la forma espressiva .
La bislacca signora filastrocca a spasso per il parco pubblico in cerca di sinonimi , in bilico tra le righe ingiallite
nella sera, ignuda sotto la luna ove al suono di mille violini elettrici le macchine tubano all’ombra d’un grande albero a forma di cuore.
Rime innamorate di cui non sì sa nulla ,sarebbe bello seguirle per strade illuminate fermarsi al bar con loro a parlare
per ore di come vanno certe cose seguirle fino in centro vederle danzare allegre e spensierate senza tanti grilli per la testa.
La gente cangia opinione si chiede perché, poi desume che sia un giorno importante privo di sinistri introiti
detratti dall’imposte da malvagi dirigenti dai cervelli elettrici.
Rime meretrici narrate in fretta senza metri sulla lingua, uguali ad ieri a oggi forse simile a tante altre , rassegnate rime
metafisiche chete dall’aspetto in attesa sulla soglia d’una nuova stagione all’inferno.
Rime di cui non si comprende il fine di questo traghettare da sponda a sponda senza l’aiuto del vecchio Caronte.
Virtuale viaggio nell’ade nella forma ossessiva dell’essere echinococco coccolato, bulbo oculare estratto, ferita infetta
delirio d’un uomo e del suo incubo nato sulle pendici d’un monte di rifiuti, fatto di latta, di plastica ,di sacchetti
colmi d’ ogni iniquità ,di vite consumate troppo in fretta .
Gettate via per essere usate come recipiente come scusante a questa esistenza . Solitario il poeta si consuma nel verseggiare
l’estasi , per cadere nell’oblio dei sensi, trascendere se stesso nella memoria del tempo che scorre , fuggit tempus .
Quartieri fioriti in periferia dove crebbe la volontà d’ essere dove i bambini giocavano a pallone schivando pallottole ,
manganelli , auto in corsa, dove crebbe l’erba del re di maggio.
Emozioni , bellezze sinistre e musicali ,sfreccianti per le strade non asfaltate perdute in ignari domani
germogliate all’improvviso tra righi arrampicanti su crinali comuni invitate a partecipare alla causa legale
senza alcun imputato come colpevole di fatto.
Finzioni , indiscrezioni , elezioni, erezioni, congiunzioni linguistiche.
Fiori di pesco sconvolti , sbocciati all’improvviso in una storia d’amore e di tenebre alla ricerca d’un senso , sensuali
nell’aspetto , nell’orto sotto la luna s’ode il tonfo ad un tiro di schioppo da un sorriso senza scherno ,
ratto , notte , motto , cotto, lutto , rutto concerto degli orchi sotto gli archi di san rocco .
Scossa , scendi , scappa , aiuto , crolla , botto , rombo , morto , canto ecco il matto strambotto dei gatti.
Dolci fantarime di aprile , intuizioni d’ altri mondi , nel vento danzano insieme a canterini ritornelli marini .
Terremoti di rime intorno a dubbi e dolori , false promesse , errori commessi, stipati in tende e vagoni .
Aggrappati alla speranza , un tempo leale elettore , urbi et orbi ,botte da orbi
bucato ruota anteriore di auto comprata di seconda mano .
Tra l’indifferenza dolce lasciarsi, andare dormire ,ancora ferito trascinarsi verso il sole cantando assaporare
il sapere e il risorto amore , aprire le ali e lasciarsi trasportare dal vento .
Ecco il vorticoso canto della mia primaverile rima di aprile.

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