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L’ASSASSINO

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 11 febbraio 2018

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L’ASSASSINO

CANTO ITALIANO

DI DINO FERRARO

Lo scrivere ha rinchiuso la morte in questo confine utopico nell’amore ha condotto il vecchio ha sedersi sul monte, ha rincorso per un breve momento questa vita, senza alcun viso , senza un domani , senza domandarsi che credere sembra vano se non ci fosse la fatica di dover sopportate il peso della croce ed anche i tanti interrogativi che bussano alla porta e ti fanno sentire piccolo a volte un chierico senza capello. Ed il rincorrersi , il cercare svisceratamente un senso, un motivo per poter concludere dire mettere a tacere le tante storie inutili che si congiungono nel loro senso, nella loro sviscerante scena deleteria insomma non basta capire per potersi radere in santa pace , incapace di saltare fuori tutto ad un tratto e dire ciò che si pensa mi sembra inutile cosi vado incontro ad un mio vecchio amico.
Come stai?
Non lo so
Passavo di qua
Hai fatto bene siediti
Ho poco da raccontare
Fumiamo una sigaretta insieme ?
E se moriremo ?
Andremo in cielo
Sai che bello
Tu vai avanti
Ti seguo
Non spingere
Non spingo
Mi chiedo chi sei veramente ?
Guarda è un interrogativo mio rincorrente
Facciamo quattro passi ?
In fondo alla strada
Verso questo cuore
Tutto solo
Con un fiore in mano
Con tante lacrime
Provo a cambiare
Forse a vivere
Siedi parlami di te
Forse e meglio che ritorni a casa
Siamo stanchi
Anche noi
Avremmo potuto essere amici
Basta l’intenzione
La morte è una colla, s’attacca addosso e non ti lascia più
Sono solo io e la mosca
Perché non voli via ?
Sarebbe bello
Ronza
No canta una sua canzone
Che spasso
Sempre a piedi sono arrivato a Mergellina
Hai mangiato qualcosa ?
Un panino
Strada facendo ho incontrato un assassino
Accidenti sei scappato ?
No ho continuato a parlargli di me
Che terribile esperienza
Un assassino può essere ciò che vuoi
Anche un amico
Per tutti una brutta persona per pochi un interrogativo
Credi che avrebbe potuto ucciderti
Forse aveva un coltello
Forse in un altra storia
Forse domani l’incontri sotto casa
Che paura
L’assassino vive in noi è una costruzione illogica una bomba che sta li per li per esplodere che ti potrebbe distruggere e non darti una via di scampo un altra possibilità di poter capire perché sei ancora allo stesso posto cosa ti ha condotto a sommare i tanti dolori la speranza una certa consistenza, un giro di parole che mescola la mesta melodia alla loro caducità di vivere .
E l’ingegno a distruggere la giostra del peccato la demente , inconsapevole, volontà di poter contribuire ad una insana situazione che rinasce, cresce, lascia spargere la sua semenza l’imparziale pusillanime estremismo , esoterico. Lo scrivere continua a non avere ne testa, ne coda , ne principio , ne fine.
Un miraggio
M’arrangio
Faccio finta di non sentire
Lascia che l’acqua scorri
Apro la porta
Torno indietro
Sono solo io e dio
Forse incapace di volare
Forse ignaro di quando mi resta da vivere
Rigo diritto
Non canto
Non fumo
Sei in riposo
Sono sopra al mondo
Sono qui che ti saluto
Mi vedi
Sono cieco
L’assassino è la storia che corre dentro di noi , corre con tutti i nostri morti , nell’infausta gloria , nella falsa speranza, nel senso che ha maturato questo mondo in un idioma , scaltro, svestito, ignudo , incantevole tale da poter comprendere ancora la posta in gioco il senso acerbo che ha generato le tante sconfitte e l’esaltazione dell’io nel filo spezzato della memoria che segue il passo verso un altra conclusione un altro gioco in un ordine ingarbugliato fatto di tante vessazioni di sbagli che sono difficili da elencare da mettere in bella mostra sopra questa tavola. Corre il bianco coniglio, passa la pazzia che conduce ad un ragionamento vano .
Prova a guarire
Sono qui per questo
Quando sei entrato, ti hanno visto
Non possiamo sfuggire al fato
Hai giurato
Ho spergiurato
Hai confessato ?
Dentro una fossa
Forse sono all’inferno
Fermo alla fermata dell’autobus
Dentro un negozio
Gaio viaggiare
Bello chiedersi ancora perché
Quanti uomini sono rimasti con poche donne tradite ?
Quanta vita hai da spendere ancora?
Sono entrato per caso dentro questo ossesso
Solo sesso
Solo io e lei
Senza peccare
Ignudi
Davanti a tutti
Dentro casa
Vicino alla legnaia
Dentro un ricordo
In mano
Dentro la bocca
Con il cuore
Con la volontà
Nel vento
Passeremo
Andremo
Tutti
In mille
In due
Con lo zio
Dietro la bara
Io piango
Forse faccio tardi
Non ringhiare
Non abbaio
Colpito nel cuore
Colto nel sonno
Volto pagina
Cerca di essere conciso
Senza mezzi termini
Senza lei è tutto un altra storia.
Lei che si stringe alla luna alla sua vita , all’assassino che non ha pietà , non ha un volto lo puoi trovare in ogni dove dentro questa storia che ha dato i natali ed i contorni a tanti personaggi finti o veri. Nati da una sincera amicizia trasgressiva , segnata da commi e atti giudiziari che sono il sostantivo e forse l’ignominia di una classe sociale. L’insana intolleranza il dover in qualsiasi modo cercare una soluzione filologica ed ermeneutica a cosa potrebbe essere la verità storica . L’ insorgere delle classi difronte all’intolleranza , all’ incapacità di non potersi ribellare . La rivolta ha condotto l’assassino a divenire uno di noi . Siamo noi questo assassino , siano noi la pecora al macello la spada ed il coltello che trafigge questo cuore con le labbra bagnate , con gli occhi colmi di pianto in un giorno qualsiasi nel dire e nel fare un passare ad altre conclusioni in certi dilemmi in molte litanie nell’ingrato compito di dire messa ad un morto che non voleva ad ogni costo morire. Ad un passo dalla salvezza e forse siamo giunti dove milioni di persone avrebbero voluto cambiare questa storia fatta di assassini e vittime innocenti .
Vengo
Parlami
Mi sento offeso
Sei falso ?
Ho mangiato tanto
Due ciambelle ?
Qualche uovo fritto
Ho bevuto
Hai scorreggiato ?
Ho guidato per tutta la notte
Ti ricordi ?
Eravamo ragazzi
Cosi giovani , da poter cambiare il mondo
Ora sono solo , davanti al mio assassino
Avresti potuto cambiare strada
Ci ho provato
Non c’è lo fatta
Non piangere
Mangerei un gelato a limone
Io Pane e cioccolato
Uno spaghetto veloce
L’amavi
La desideravo
I miei carnefici li conoscevo da tempo, erano tutti fuori di testa , tutti fuori la stazione ad attendere l’arrivo del treno che avrebbe condotto l’assassino verso la sua vittima . Una storia , uno sparo , una sorte crudele, giorni andati ,tutti che cercano la loro dignità , la loro giustizia senza mettere le mani in tasca , senza spendere un quattrino , l’acqua scorre con ella il sangue innocente le molte vite che hanno deriso questa vita ingrata , questa vacca portata al macello che lecca, lecca lo scettro al toro che sogna ed ignuda, lungi per derise sperdute rime si traveste in attesa di colpirti tra la folla. Non ci resta che fuggire per non farsi prendere, correre dove il sole lega il suo carro alla notte che lega l’assassino alla sua vittima.

II

Tutto quello che ho compreso, sentito con il mio cuore di padre solo contro il tempo che mi ha spinto verso altre dimensioni , verso tanti interrogativi , vite perdute incapace di ribellarsi a quel mostro che è il potere di pochi. Un passo e sono fuori da questa follia dal dover comprendere chi è morto invano chi ha lavorato ed ha pagato con la sua vita un amore troppo piccolo per essere preso , catturato reso santo , vivo, sincero . Un cero acceso dietro una finestra , dietro lo sguardo di una madre tutto è incominciato per caso con una canzone cantata di bocca in bocca che ci ha condotti verso un esistenza diversa.
I cantanti aspettano il loro turno , pronti a salire sul palco una folla immensa li guarda chi mangia cioccolatini chi si bacia, chi spegne la luce, chi scende dalle nuvole per poter poi andare nell’aldilà in compagnia del suo amore. I cantanti aspettano di essere giudicati . Chi desidera un altra vita, non ha voglia di giudicare gli altri chi ascolta con il cuore le note, si bea di sapere più degli altri ed dolce passare una serata tutti insieme ad ascoltare canzoni veraci , cilestri , sincere , pazzerelle , scintillanti figlie di stelle cadute dalla finestra. Il cantante ha un segreto chiuso nel suo cuore, un dolore tanto grande da cantare al mondo da dire ad una folla cosi grande come il cuore di un gigante . C’è chi ascolta con pazienza chi non ha voglia di vedere cosa succederà domani . Ogni atto genera un sublime canto nell’atto , nella sorte avversa al fine ci sarà un solo vincitore.
Canta. Che ti passa
Che emozioni
Non farti rosso
Possiamo farcela ancora
Hai del fegato amico
Hai una bella voce
Sono un Baritono
Tutti ti ascoltano
Anche la mamma ?
Si
La verità ci rende liberi
La morte ci ama
La vita è un canto
Cane che abbaia non morde
Un ballo
Passa la palla
Non ci mettere molto tempo
Faccio quello che posso
Non mi tirare la veste
Accidente ho perso l’orecchino
Che sfortuna
Hai portato i soldi
Eccoli tutti
Siamo fuori dalla città
Potevamo essere felice
Tutto una pigliata per i fondelli
Hai visto ?
Era lui
Maledizione l’assassino
E ancora in circolazione
Una vera rottura di coglioni
Facciamo finta di nulla
Ma lo hai riconosciuto
Ha confessato ?
È grave ,dovrebbe pagare tutti i delitti commessi
Forse è meglio voltare pagina
Mettiamoci un bel punto
Che baci
Che tenerezza
Tutto tua madre
Era un bel po’ che non lo vedevo
Quando lo hai compreso ?
Beh mi fai arrossire
Era già in programma
Spiccicato
Una fotocopia
Che fortuna
Hai chiamato il medico
Era occupato sarà un altra volta
Se sarà maschio
Fai finta di aver vissuto
Faccio quello che posso
Non e la prima volta
Si ricomincia sempre da capo
In macchina
Dietro al sedile
Senza giustificazioni
In fretta
Dopo una birra
Dopo una corsa
Verso dove ?
Verso questa notte nel canto italiano.

IIII

Cantanti ed assassini tutti insieme sul palco tra le grida tra molti anni e molte vite spese a combattere per una libertà senza casa , senza mezzi termini ascoltando una canzone che ti faccia sorridere che ti racconti di un amore vero di come tutto fu cosi sincero , di come ella ti guardava da piccolo con le gambe incrociate con il muco che colava dal naso in quel canto che passava come un treno lungo le rosse rotaie che conducevano lontano nel continente , dentro questa vita lontano , dall’assassino .
Ho sognato un sogno
Hai voltato pagina ?
Certo
Che piangere
Che gioia Averti potuto conoscere
Eravamo due sconosciuti
Ci siamo incontrati per caso
Siamo io e te nel tempo
Senza busta paga
Con il cappello appeso al chiodo
Un altra storia un altro assassinio
Fai presto
Ti scrivo dalla Cina , qui stiamo tutti bene
Ed il drago ?
Lo parcheggiato sotto casa
Tua madre starà in pena ?
Non farmi ricordare
Potrebbe essere domani
Non ho deciso io
Certo il signore era consapevole
Accipicchia come piove, come piove
La pioggia Bagna le anime in pena
Lacrime dopo lacrime
Dopo questa canzone
Mio dio l’assassino
E un cantante ?
Un vagabondo ?
Un cantastorie ?
Sopra il monte si cantano belle canzoni.
Un coro
Con tutti i bambini
Con tua madre
Senza mio padre
Davanti al televisore
Con il mio cane
Senti che voce
Sento il vento
Quante note
Quanto ho pianto
Si avrebbe potuto essere felice
Già , non angosciarmi
Hai fatto uscire tua figlia con un assassino?
Non è un assassino è un bravo ragazzo
Chi te lo dice ?
Ho a lungo parlato con lui
Hai travisato la verità
Non ci sono prove
E le note l’ascolto nel silenzio che mi trascina verso milioni di cuori trafitti , all’unisono tutti uniti in un solo battito in un attimo e sarò morto nel canto che echeggia dalle alpi all’appennino che s’eleva dalla terra , lieve con i miei pensieri.

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