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ANGELI SENZA GLORIA

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 30 ottobre 2020

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ANGELI SENZA GLORIA

Corrono la speranza nel vento , verso una guarigione , spinta dalla forza del destino, s’inoltra , verso altre terre ed altre congiunture, in amori che cadono lentamente come foglie , dall’albero della conoscenza . Rallegrati dai vari canzoni , in molti se la ridono , appesi su un alto ramo, che sta a momenti per spezzarsi in due. Cosi questa immagine mi conduce in un altra dimensione ed altre impressioni .

In macchina passo, con tutto il mio passato, come fossi nel gioco dell’oca , attraverso questo amore, che ho voluto ad ogni costo , conquistare , per poi cadere nel fosso.

Sono tra quelli che credono , valga sempre la pena arrivare in una altra tappa per giungere ad una seria logica dei fatti. E forse, sarebbe bastato un assolo di chitarra per ascoltare il canto dei diseredati nella sera, accompagnato dal lamento dell’ammalato per quietare questa vita.

Nulla ha senso, credetemi nello scorrere del tempo ,nel ripercorrere l’irrimediabile errore insito nell’ errore . Attraverso la mia esperienza poetica , emersa dalla distopia di una gioia che casta congiunge tutta la discorsività , dello scrivere al peccato. Ripercorro il male che mi ha generato, grammaticalmente parlando, mi sento ridicolo , come una vocale in mezzo a due consonanti.

Siedono su una panchina, due amici , pensano alle donne pensano al denaro che abbonda nelle tasche altrui . Tintinnanti denari in un sacco bucato . E sono due vecchi amici , hanno condiviso il loro essere , nell’essere se stessi , In questa strana sera in piena epidemia si sono ritrovati a discorrere di come erano un tempo , seduti su una panchina nella pazza piazza , conquistata dall’indifferenza di un epoca influenzata . E sono giunti i marziani in piazza ed i due amici hanno gridato , festeggiato , poi sono partiti con loro verso altre pianeti , ed altre costellazioni.

Si gioca con l’amore , si gioca con la morte , con qualcosa che trascende il senso dell’esperienza ed i due amici sono l’immagine di una vita rifiutata da molti . E sono partiti un bel mattino con giacca e cravatta per poi ritornare sconfitti di nuovo, seduti ancora su una panchina là in mezzo alla grande piazza della loro infanzia . Hanno parlato , tutta la sera di chi fossero in vero quei buffi morbi marziani , forse virus influenzali provenienti dallo spazio , senza giungere ad una risposta esatta.

Non c’è una giusta risposta
Lo so è meglio stare muti
Te l’avevo detto di non fare il passo più lungo della gamba
Io, non posso decidere per l’intera umanità
Chi te la detto che siamo morti
Ecco , questo mi innervosisce , io credo nella certezza,
tu in una esperienza qualsiasi.
Ti ringrazio per avermi tratto in salvo dall’errore
E facciamolo finita , siamo vaccinati
Io ho paura del covid
I marziani sono la risposta a questa infezione
Non vorrei saltare il fosso
Guarda che manca poco per la festa dei morti
Mi possono cecare , chi me la fatto fare, venire in piazza
Io ora vorrei essere in india
Io , amico mio a casa mia
Dove fermano i treni
Dove parte questa corsa , verso un altro traguardo
Questa è l’apocalisse
Non chiamarmi asino
Io non sono un cavallo
Neppure io , allora perché mi prendi in giro
Senti ti dico come la penso
Ma , non sono fatti miei
Facciamo cosi , domani vado alla stazione
Dove si fermano i treni, tutto ha inizio
Hai ragione
Io non sono un giudice
Chi ti ha detto che essere giudice, ti salva dal giudizio altrui
Tu mi giudichi
Io ti porgo l’altra guancia

Mentre i due amici litigano nell’inverosimile funzione dell’elocuzione , senza alcun motivo plausibile , questo amore brucia nelle ossa . La malattia , prende il sopravvento, l’influenza vola sopra la città, corre follemente per le strade, travestito da virus se la ride , entra ed esce dai corpi ospiti , fa quello che vuole , senza chiedere permesso , senza abusi , non bussa la porta. E la metropoli è in preda alla disperazione.

Non c’è salvezza i due amici , lo hanno capito, ed in vero essi sono due angeli che si sono ritrovati sopra una panchina a parlare del tempo addietro, mentre i demoni fanno quello che vogliono . Schiere di demoni, trascinano verso l’inferno , ogni anima dannata , ogni assassino, ogni bugiardo , ogni meretricia , bambini , vecchi, tutti sono portarti , senza alcuna ragione , verso le porte dell’inferno. Ed un mare di fiamme , arde nella notte, mentre i due angeli piangono , dopo aver assaggiato con gusto , pasta e fagioli.

Quale è la morale di questa storia semiseria . La cosa in se definisce l’esistenza dei due angeli , diseredati , senza lavoro , con l’intenzione di emigrare in Canada per seguire la ragione di una santità pagata a caro prezzo . Ma la successione dei termini non interagisce con le varie conclusioni , in fondo non c’è una certezza di termini predetti, poiché il male genera sempre il male ed il vino scorre nelle vene e fa buon sangue. E questo i due amici angeli lo sapevano, perché avevano , provato anche loro a bere vino nella cantina di Mastro Andrea che era un bravo oste . E tutti in paese, sapevano che metteva le bustine di idrolitina , nel vino per renderlo frizzante.

Ragazzi fatevi sotto, bevete poiché c’è rimasto poco tempo
Chi dice che noi moriremo
Non lo dico io , ma il dottore
Io non voglio
Io alzo il calice
Siamo angeli non animali da portare al macello .
Siamo il frutto di questa vita che fiorisce , sopra cumuli
di immondizia culturale .
Come è brutto, non essere nessuno.
Cosa definisce il caos , la certezza delle cose vane per giunta che non hanno peli sulla lingua.
E la discussione nella cantina di Mastro Andrea , prosegui per tutta la sera, mentre il virus , saltava di qua e di la , si tuffava nel bicchiere di vino rosso, si tuffava nella saccoccia del vecchio , del giovane, tra i seni prosperosi della moglie di mastro Andrea che la sa lunga , ma non la sa cantare perché è sempre ubriaco già di primo mattino.

Cosi i due angeli un tempo buoni amici , hanno perso il senso dell’esperienza in se , il gusto di mangiare pasta e fagioli con le cotiche. Senza un perché e senza un assioma la nostra storia li ha resi vittime di un pregiudizio sostanzialmente legato all’indifferenza altrui e nella sostanza delle cose , spesso l’amore non ripaga di quello che si è conquistato , ne ti fa annegare in una mare di verità e la vita non ha le ali , come i due amici angeli che non sanno volare, poiché , non hanno le ali . E tutto ciò non è certo la migliore visione delle cose, poiché la perfezione come noi definiamo l’esperienza e la conoscenza in genere è frutto di una sintesi di termini , di predicato e copula . E un lungo risultato di domande e risposte, senza alcun senso . E senza l’amore , credetemi non c’è storia e non c’è certezza di una vita giusta . E noi non saremo mai salvi, fin quando vivrà , questo virus dell’indifferenza del pregiudizio, questo mortale virus influenzale che ama con tutto se stesso il genere umano al punto da essere il genere umano . Pertanto il virus , nella logica della sopravvivenza ,sarebbe essere una necessaria conclusione per il mondo ma il rinnegare la propria storia, ha prodotto un malessere di fondo , che tocca il fondo del barile e fa ubriacare , tutti all’insaputa dell’oste.

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