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Viaggio lungo La Costa Degli Dei

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 8 agosto 2024

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Questo racconto nacque un giorno d’agosto dalle acque ,durante il mio viaggio lungo la costa degli dei. Immaginai di essere un argonauta , di volare lontano oltre quello credevo, oltre questo mondo materiale, mi son visto per un istante perduto nel buio dell’esistenza nel racconto della terra di mezzo .Una magica terra che produce dolci cipolle e granite alla menta , m’immersi in questo angolo nascosto del Mediterraneo, Dove il mare bacia le bianche scogliere in un abbraccio eterno, ove l’umano ed il divino , combaciano in seno alla natura circostante. In questo mitico itinerario c’è un percorso incantato, un sentiero di sogni, il quale conduce verso la Costa degli Dei, dove il tempo si ferma ed ogni viaggiatore si meraviglia nell’incanto della natura . Cosi mi rivedo giovane e forte ed ammiro il mare , si colora di vari colori sotto i raggi del rosso sole.. Ed il mio animo rinasce e cresce si perde nelle sue fosche tinte, in quella voce innaturale che m’invita a superare ogni difficolta.

Partii da Tropea, la perla del tirreno a picco sul mare,
Dove le case sembrano vecchie borghese signore
Le chiese , aprono le ali si perdono nell’azzurro come vecchi fantasmi si materializzano nella disarmonia del dolore di vecchi ricordi , silenti , distesi al sole. Sulle spiagge bianche sporche di sangue innocente. Vedi un pesce guizzare improvvisamente dall’acqua e danzare in mezzo alle onde del mare insieme ad alcune allegre sirene .
Nel silenzio dei secoli passati . Nella sorte di essere e divenire.
Il pesce mi parlò, mi chiamò
Mi disse: Vieni straniero vieni a nuotare con noi
Ed io non riuscivo a capire, chi mi chiama , poi comprendo
E vedo quel piccolo pesce dal musetto rosa ,
Sorridermi invitarmi a seguirlo
Cosi mi getto in acqua e nuoto
Nuoto contro ogni male
contro le tante arroganze ,contro le mie disgrazie
di uomo e scrittore.
Danzo tra le onde come fossi un semidio
E le sirene mi circondano
Mi dicono: Questa storia è una favola senza tempo
Vorresti sposare la nostra amica Helen
Ed io non so cosa rispondere il tempo della veglia è il tempo del racconto, mi conduce oltre il mio narrare
Verso un sogno sospeso tra cielo e onde azzurre,
Una leggenda vivente, dove la realtà perdura nell’eternità dell’esprimere e intuire le caste esistenze di materia e sogni fantasie , visioni , ove ogni cosa appare e scompare nell’intricato capire l’inconoscibile.
La sirena Helen magnifica dai seni turgidi e dalle labbra rosse ciliegie. Mi guardò in mezzo alle sue amiche
Mi invitò ad andare oltre quello , ho sempre sognato oltre questa mia realtà che non ha prezzo , non ha speranza
La quale si raggrinza nell’immediato palpito del mio vagabondo viaggiare a ritroso della mia poesia.
Ed attraverso il racconto , le parole mi condussero ad un nuovo amore . E l’animo si perdette lontano dall’ideologie di massa. La favola mi fa volare , materializza la mia immaginazione. E l’azione il ricordo o il rimorso a rendere tutto ciò un canto senza fine.
Vieni , non aver paura è solo una fiaba
Immagina di essere ancora qualcosa altro.
Tienimi la mano c’immergeremmo nelle profondità del mare
Ed io non rido , ma con lei , non ho più paura
Avverto il bisogno di continuare a sognare
di attraversare il male ed il mare che mi bagna
Il mare che mi inghiottito
Il male che mi reso schiavo delle mie paure
Il mare dell’amore mi consola nel silenzio dei suoi baci
Delle sue carezze, nella bellezza dell’essere unico .
Figlio di questa storia che tesso nel mio immaginare
altre storie ed altre leggende.
La seguo nelle profondità del mio verseggiare
La sirena mi segue passo dopo passo
mi conduce oltre quello che credo
Non vedi è tutto reale
Non voglio essere un dissacratore ma non trovo le giuste parole per descrivere quello provo
Perche vuoi creare un sogno
quando tu sei il sogno di questo sogno
Certo sono belle parole
Non ci sono mezzi termini
Siamo fatti d’ immagini surreali
Emozioni , terra , mare , cielo e nuvole
Vieni
Vengo duro
Come credi giusto sia
Come vuoi
Fingo di non aver capito
Ti seguo nell’oltremondo
Oltre questo muro d’indifferenze
Oltre il sacro ed il futile divenire
Nell’immaginario circoscrivere la verità
Siamo nati dalla stessa sostanza
Io credo tu dal mare , io dalla terra
Noi tutti dal ventre di un universo in continua espansione
Siamo giunti al punto d’amarci al primo sguardo
Lo hai detto
Io ti seguo
Io proseguo il mio viaggio
Io vivo nella tua leggenda.

Proseguo il mio viaggio verso Parghelia, tra spiagge dorate,
Dove il sole dipinge ombre incantate,
E ogni granello di sabbia racconta una nuova storia,
Di amori perduti, di antica memoria.
Pargolo amore , la novella naviga sull’antico mare greco ,
naviga verso Itaca , attraverso l’eneide
Verso la trinacria. E le vele sventolano nel vento
e la mia sirena continua a seguirmi
lungo il mio immaginario viaggio
Come un Ulisse novello, vengo avvolto nel vello d’oro
Canto la mia vita . La mia avventura ai confini della terra
Degli dei.

A Zambrone, il mare è uno specchio cristallino,
Riflette il cielo in un gioco divino,
E nuotando tra i pesci alati , senti la magia della natura ,
Di un mondo sommerso, che il tempo non porta via.
Rivedo il mio piccolo pesce il quale mi presenta tutta la sua famiglia ,
suo nonno , sua madre e sua moglie assai carina ha i capelli color biondo platino .Ed i denti bianchissimi
I suoi figlioli saranno una trentina giocano con i granchi
e merluzzi con pesci spada ma stanno alla larga dai pescecani.
Il mondo sommerso e ricco di templi abbandonati tra i colorati coralli.
Il mio amico pesce è un bravo suonatore di chitarra cosi mi suona una vecchia canzone di mare .
Un soul dell’anima. Un vecchio blues.

Proseguo il viaggio al tramonto verso Capo Vaticano,
un faro sul mondo, Dove la vista si perde in un abisso profondo,
Qui le leggende degli Dei sono vive e pulsanti,
Tra grotte segrete e scogli scintillanti.
Il mare cristallino scintilla ai confini del mondo
Gli orfici venti sussurrano versi di un futuro profano
Ascolta la morte e cosa scontata
La morte è la rinascita del tuo corpo
E la materia della tua stessa esistenza
Verranno i mostri a decantare le viatiche vacche sacre sulle spiagge argentee ,
mentre le immagini dell’esistenza si tramuteranno in un nuovo mito. Viva è la natura
tu vivi il tuo immaginare in funzione del creato.
Non temere di scilla e carridi i mostri sono frutto del nostro immaginare cose senza senso.

A Ricadi, i tramonti sono dipinti a mano,
Ogni sera un nuovo capolavoro viene dipinto
su una tela bianca, tessuta da una antica madre dea
Infine seduti sulla spiaggia io e la mia sirena mentre
il piccolo pesce suona la sua magica chitarra , mano nella mano,
Si sente l’eternità, come fosse una dolce canzone.

Infine, giungiamo di mattino a Nicotera, antico borgo di pietra,
Dove il tempo sembra essersi fermato, nella sua quieta.
Le stradine strette, i profumi nell’aria, le piccole case appartenute
un tempo ad artigiani e perseguitati giudei
Raccontano di un passato che mai si spegne
nel suo dorato tramonto.

Il viaggio lungo la Costa degli Dei è un lungo canto,
Una sinfonia di emozioni, un incanto, un matrimonio
spirituale un unione fisica tra mare e terra
tra corpo e spirito. Tra uomini e creature del mare
Un’avventura tra leggenda e realtà,
dove ogni passo è un sogno da non scordare mai.

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