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UNA NUOVA ALBA

Pubblicato da Domenico De Ferraro il 1 gennaio 2025

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UNA NUOVA ALBA

Era giunta l’alba di un nuovo anno sulla Terra, ma quest’ultimo non era un anno come gli altri. Dopo decenni de progressi tecnologici e sconvolgimenti climatici, l’umanità si trovava sull’orlo di una trasformazione definitiva. In quel tempo le città fluttuanti solcavano i cieli, mentre le metropoli terrestri si estendevano in profondità, sotto la crosta del pianeta, per sfuggire alle tempeste violente che ormai imperversavano con regolarità. Rendendo invivibile molti luoghi sulla superfice terrestre .
Luc Ferry, un ingegnere di sistemi quantistici, si svegliò nella sua abitazione sospesa sopra il Mar Mediterraneo. La casa, una struttura compatta e autonoma, si muoveva lentamente seguendo le correnti d’aria controllate dal Consorzio Climatico Mondiale. Luc aveva passato gli ultimi cinque anni a lavorare su un progetto top secret: il Nexus Temporale, un dispositivo che avrebbe permesso all’umanità di osservare il proprio futuro per evitare catastrofi.
Quella mattina, un messaggio criptato comparve sul pannello olografico del suo studio. Era stato inviato da Aria, un’intelligenza artificiale avanzata che gestiva le infrastrutture globali. Il messaggio diceva semplicemente: “Luc, è il momento. Il Nexus è pronto.”
Lui aspettava quel momento da tempo. I suoi occhi si umidirono, si soffiò il naso ,rispose : Finalmente. Poi si vestì in fretta, il cuore batteva come un tamburo. Salì su un velivolo personale e si diresse verso il Laboratorio Alpha, una struttura nascosta nel sottosuolo sotto le Alpi. Durante il tragitto, osservò il panorama: cieli striati di colori innaturali, foreste verticali , crescevano sui grattacieli, fiumi artificiali fluivano serpeggiando tra le città rimaste . La Terra era un mosaico di meraviglie e ferite, un riflesso della resilienza e della follia umana.
Luc ripensò al tempo passato, visto nei filmati contenuti nelle memorie virtuali del suo computer . Pensò che la fine poteva essere assai vicino. Pensò al futuro della sua famiglia dei suoi figli. Ripensò a quando era bambino e veniva a sciare sulle alpi insieme al padre e alla madre entrambi ingegneri.
Al suo arrivo, il team di scienziati e tecnici lo accolse con un misto di eccitazione e tensione. Al centro della stanza principale si trovava il Nexus Temporale, una sfera pulsante di energia blu. Aria apparve in forma olografica accanto a Luc.
“Il Nexus è in grado di aprire una finestra temporale di 24 ore nel futuro,” spiegò Aria con la sua voce calma. “Ma c’è un rischio: ogni osservazione potrebbe alterare irrimediabilmente la linea temporale.”
“E se non lo facciamo?” chiese Luc.
“Le probabilità di collasso ecologico totale sono del 92%,” rispose Aria.
Luca inspirò profondamente e annuì. “Attiviamo il Nexus.”
Aria non lo ripeto un altra volta siete sicuri debba attivare Nexus ?
Si , Aria si tratta della sopravvivenza dell’intera popolazione terrestre . Avvia Nexus.
La stanza si riempì di una luce accecante mentre il dispositivo si attivava. Per un momento, il tempo sembrò fermarsi. Poi, un’immagine cominciò a formarsi all’interno della sfera. Era la Terra, 24 ore dopo nel futuro. Ma non era il futuro che si aspettavano. Il pianeta era avvolto da una coltre di oscurità, interrotta solo da bagliori intermittenti di energia.
“Cosa stiamo osservando ?” mormorò uno degli scienziati.
Aria rimase in silenzio per un istante, analizzando i dati. Poi rispose: “Un evento sconosciuto, probabilmente artificiale, sta per scatenarsi. Qualcosa o qualcuno sta manipolando il tempo oltre il nostro controllo.”
Il silenzio nella stanza era assordante. Luc fissò l’immagine, un senso di impotenza lo travolgeva. Poi, un’idea gli balenò nella mente.
“E se fossimo noi?” chiese. “E se ciò che stiamo vedendo fosse il risultato del Nexus stesso?”
Aria lo fissò con i suoi occhi digitali. “La logica suggerisce sia possibile. Dobbiamo disattivare il dispositivo e interrompere il ciclo prima che sia troppo tardi.”
Luc esitò, ma alla fine annuì. “Fallo.”
Con un ultimo bagliore, il Nexus si spense, lasciando la stanza immersa nel buio. Quando le luci si riaccesero, tutti rimasero in silenzio, consapevoli o no , di aver forse appena salvato la Terra da un destino oscuro. Ma una domanda rimase nella mente di Luc: il futuro può davvero essere cambiato, o siamo tutti intrappolati in un ciclo infinito di scelte e conseguenze? Siamo noi a creare il futuro , il quale ci plasma in una forma di vita che ci permette di sopravvivere alla nostra follia. Alla nostra volontà di creare e sviluppare nuove tecnologie per giungere a traguardi di un progresso scientifico, quasi divino .
E così, il nuovo anno iniziò con un misto di speranza e incertezza per la Terra , ma in fondo era un promemoria che anche di fronte all’ignoto, l’umanità non avrebbe mai smesso di lottare e sperare in un futuro migliore.

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