Giangia che blableggia

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MA CHE BELLA GIORNATA!

Pubblicato da giangia il 22 febbraio 2009

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La Sveglia!
La odio e odio chi l’ha inventata e odio quelli che si alzano belli pimpanti al suo primo squillo.
La mia è suonata stamattina, ho cercato di spegnerla, mi è scivolata di mano ed è volata per terra, ovviamente l’ho rotta; ne comprerò un’altra perché mi serve…almeno fino a quando non andrò in pensione. Ecco, questo pensiero me le fa girare vorticosamente di primo mattino: ma quando mai andrò in pensione? Quante sveglie dovrò rompere ancora?

Lasciamo perdere…doccia.
Scarico intasato, docciaschiuma vuoto, il mio accappatoio fradicio: Lucrezia…maledizione!

E no, eh! Fermi tutti: partiamo col piede giusto, la giornata comincia ora.

Colazione al bar.
Cappuccio spruzzato cacao e due cornetti alla crema, alla faccia della dieta, quindi, con passo gioioso e sguardo grondante libidine, verso l’ultima conquista, l’unico il solo il grande amore: la macchina, nuova nuovissima.

Diobono me l’hanno violata!
La serratura scassata, è stata rovistata da cima a fondo; un coltellino conficcato nello schienale del mio sedile, fissa un biglietto: “Coglione! Neanche i CD abbiamo potuto prendere: Al Bano e Romina, ma sei scemo?”.
Tremo, goccioline di sudore freddo mi percorrono la schiena, si radunano in un rivoletto che si insinua tra le natiche; se mi avessero conficcato quel coltellino tra le costole non mi avrebbero fatto altrettanto male.

Non c’è tempo, non c’è tempo.

Velocemente in azienda.
L’orario di lavoro è elastico, ma il capo, quel gran pezzo di…merluzzo, controlla le timbrature; non appena fai una cavolatina, ti striglia per bene e, alla fine del cazziatone, aggiunge: “A proposito, anche gli orari sono poco edificanti…proprio tu, che dovresti dare l’esempio“, accidenti a lui!
Non faccio in tempo a sedermi alla scrivania che quel gran pezzo si avvicina: passo romano, sguardo truce, mi fissa…e se ne va. Cosa avrà voluto dire? Odioso terrorista, schifoso oppressore, vuoi tenermi sulle spine, eh? Proprio oggi che, piuttosto di venire al lavoro, ne avrei mangiato un piattino!

Pausa pranzo.
Di corsa in officina: cambiano subito la serratura, per il sedile ci vogliono venti giorni lavorativi; povera cara, costretta a portare a lungo il segno della violenza!

Rientro al lavoro.
Supero il contapolli, ufficialmente il tornello (per Wikipedia è un sistema di controllo che permette il passaggio di una persona per volta; per me è il contapolli, nella sua accezione più letterale) e siedo alla mia postazione-lavoro.
Il gran pezzo di cui sopra, chiuso nel suo loculo, lancia sguardi dardeggianti verso la tomba di famiglia, da dove i suoi due giannizzeri controllano la fossa comune, l’open-space dove io e altri trenta come me lavoriamo, cuffia telefonica saldamente in testa, occhi puntati al monitor, polpastrelli abrasi a furia di picchiare la tastiera.

Finalmente fuori!
Prima di tornare a casa, capatina al bar insieme ai colleghi; nel giardino qualche giro di tressette, un caffè e una sigaretta, un bicchiere di Custoza e una sigaretta, una sigaretta da sola, qualche battutaccia, due risate.
Ebbene, questa oretta dedicata al cazzeggio solleva il mio spirito: sono quasi riappacificato col mondo…e scoppia il diluvio; il tempo di buttare la cicca, alzarmi e correre dentro al bar che sono fradicio.
Chi la sente, stasera, Lucrezia? “Te l’avevo detto di non mettere il giubbetto scamosciato, te l’avevo detto che davano pioggia, ma è come parlare col muro, tu non mi ascolti, chissà dove sei quando ti parlo”.

Retour à la maison.
Traffico concitato; una parolaccia di qua, qualche malaugurio di là, Lucrezia al cellulare mi ricorda di comprarle lo yogurt (già fatto, amore), riesco a leggere l’articolo di fondo della Gazzetta, non sta andando male!

Che fortuna!
Trovo parcheggio proprio sotto casa. Piove ancora, apro l’ombrello, scendo dalla macchina e…porc! Sul marciapiede calpesto una cacca di cane, non di quelle belle solide che basta scrollare la scarpa e se ne vanno, no, questa è molliccia, direi quasi cremosa, da intestino disturbato, come il cervello di quel cretino del padrone che non l’ha raccolta!
E nessuno tenti di consolarmi dicendo che porta fortuna, mai provato a toglierla dalle suole carrarmato?

Entro in casa.
“…aaao” è il saluto appassionato di Lucrezia, che svolazza tra bagno e camera da letto.
“Amore, ti ho preso lo yogurt ai mirtilli, quello che preferisci”
“…aaavo” risponde indifferente.
Calze velate, gonna corta, top con paillettes dorate e camicia trasparente, tutto rigorosamente nero, capelli mogano freschi di spazzola, avvolgente scia di profumo, pochette e scarpe in vernice.
“Dove andiamo?” le chiedo.
“Dove andiamo? Dove vado io! Te l’ho detto ieri e te l’ho ripetuto stamattina, ma, tanto, tu non mi ascolti, non mi ascolti mai. Stasera esco con le colleghe, è l’8 marzo, festa della donna se per caso non te lo ricordi, a proposito grazie per la mimosa che non mi hai regalato. Ti ho già spiegato che andiamo a cena e poi in qualche localino a vedere uno spettacolo per sole donne, almeno mi rifaccio gli occhi!”
“E io cosa mangio?”
“Apri il frigo e arrangiati, a proposito c’è anche lo yogurt ai mirtilli, ciao!” ed è già per le scale.

Basta, la finisco qui perché…dopo tutto domani è un altro giorno.

8 Commenti a “MA CHE BELLA GIORNATA!”

  1. bernardodaleppo dice:

    Come ti sei ben immedesimata!
    Divertente!

  2. emmaus2007 dice:

    Molto ben scritto e divertente! Brava Giangia! Ciao!

  3. crunch dice:

    Siiiiiiiiii, le sveglie, io ne ho due, una, a ripetizione, la fermo almeno tre volte e se fermo l’ultima senza alzarmi è la fine!
    Brava!

  4. giangia dice:

    Grazie, grazie!
    Se c’è scappata una risata sono proprio contenta!
    A proposito, domani è lunedì, forza con le sveglie!

  5. mattiekian dice:

    davvero carino…e concordo pienamete con l’odiare l’ideatore delle sveglie…
    ciao e a rieggerti

  6. giangia dice:

    Grazie, Mattiekian, per il commento.
    Potremmo costituire il club “Odio la sveglia e chi l’ha inventata”: penso che avremmo parecchie adesioni; potremmo far pagare una quota d’iscrizione e dar vita a un piccolo business…pensiamoci,
    intanto ciao

  7. caterina dice:

    oppure potremmo sposare uno molto ricco che ci permetta di svegliarci in modo naturale.
    a qualcuna e’ concesso!

    carino il tuo racconto.

    baci
    titta

  8. giangia dice:

    Cara Titta,
    non facciamoci illusioni!
    Penso che quelli molto ricchi siano tutti presi e, con questi chiari di luna, farne saltar fuori di nuovi è dura! Mi sembra più praticabile l’idea del club.
    Grazie per l’apprezzamento
    Baci
    Mariangela

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