Pensieri e racconti – Brandelli di vita dal pianeta morente

Una raccolta www.storydrawer.org

    Chi sono



      Aereoporto di Fiumicino. Ottobre 2006. Un uomo sta scegliendo delle riviste che gli consentiranno di passare un'oretta prima di partire per Catania. Al momento di prendere il solito settimanale, decide di comprare un block-note ed una penna. Si siede, mette i Subsonica in cuffia e inizia a scrivere. Riempie il blocco in poco più di mezz'ora. Da allora, non ha mai smesso di scrivere. Neanche in questo momento. Un abbraccio a Paolo, che era con me in quel viaggio e che ora è in viaggio, per non so dove. Per sempre.

    Chat



    Lettori cercansi

La mia amica verde

Pubblicato da kiwi65 il 7 luglio 2008

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (3 votes, average: 4,33 out of 5)
Loading ... Loading …

Dove ho messo le chiavi? Ah, eccole. Finalmente a casa.

Apro la porta e poso lo zaino. Mamma mia, che stanchezza! Prima di tutto, mi metto qua sul divano, a vedermi un po’ di CSI.

Ma che ore sono? Le dieci! Ma come le dieci! Sono due ore che dormo e non ho neanche cenato. Alle undici devo andare a prendere Ferruccio!

Allungo la mano verso il telecomando. Poso le dita sui tasti ed è come se prendessi la scossa. Ma che è? Uno scherzo?

Lo provo a prendere in mano per dargli un’occhiata, ma non si alza. E’ pesantissimo! Mi avvicino e lo guardo sconvolto. I tasti dei canali saranno grandi come una moneta. 

Ma che succede?

Salto giù dal divano e faccio per correre, ma inciampo sulle scarpe ed i pantaloni, restando intrappolato nei vestiti.

Mi libero a fatica da quel groviglio e ne esco nudo come un verme. Mi guardo intorno. La sedia della sala è alta come me.

Calma. Sto sognando. Devono essere state quelle pasticchine gialle che Mara mi ha dato come antistaminico. Conoscendo le sue abitudini, chissà cosa mi ha dato.

Suona il telefono. Allungo la mano in alto, sopra il tavolo e prendo il cordless.  Lo prendo con due mani e me l’appoggio sull’orecchio. Il microfono mi finisce all’altezza della gola.

Dall’altra parte del telefono sento la voce di mia madre.

-       Pronto! Tonino! Pronto! Mi senti?

-       Si mamma, sto qui. Sto bene.

Mamma riattacca. Non mi ha sentito.

Come mai ho cosi’ tanto freddo? Se è un sogno, non ne ricordo uno in cui ho sofferto il freddo.

La zingara. Quella maledetta che quando chiedeva l’elemosina l’ho spinta cosi’ forte da farla cadere. Chissà cosa mi ha detto quando mi ha puntato la mano contro e ha sbraitato quelle parole …

Ma dai! Ma cosa mi viene da pensare! Certo che è un sogno. Adesso dò un calcio alla sedia e mi sveglio. Semplicemente. E mi sveglierò seduto sul divano, con il mio piccolo telecomando a fianco.

Ok. Uno, due, tre.

AHIA. Ahhh… che male! Ma che mi è venuto in mente di dare un calcio alla sedia. Adesso sono un nano con un dolore atroce al piede.

Aiuto. AIUTO!!!

Via di qua. VIA!

Corro verso la porta e mi fermo. Ormai non arrivo più neanche alla maniglia. Faccio un salto. Niente da fare.

Devo andarmene. Provo a prendere una sedia per salirci sopra. Non ce la faccio a spostarla.

Mi siedo per terra e appoggio la schiena al termosifone. Sento un ronzio. Guardo in alto.

Un animaletto svolazza attorno alla luce del soffitto. Sta disegnando una spirale e discende lentamente verso il basso.

Viene verso di me.

Il ronzio si fa sempre più forte.

Ora è vicinisimo. Mi metto le braccia davanti agli occhi, per non vedere quello che sta per succedere.

Silenzio.

Sento un solletico sulla gamba. Apro gli occhi.

Una cimice, grande come un gatto, sta camminando sulla mia gamba.

Via. Via. Scalcio disperatamente, per liberarmi e fuggire da qualche parte.

Niente. Non si stacca. E’ come se fosse tatuata sulla gamba.

E sale. Ormai mi è arrivata sul ventre. Provo a toglierla con le mani. Niente. Un odore fortissimo sale verso le mie narici. Mi viene da vomitare.

Mi metto le braccia sulla faccia per proteggermi. Sento camminare sul braccio e poi sull’avambraccio. Poi nulla.

Resisto. Non voglio aprire gli occhi. Sto soffocando dalla paura. 

Sento qualcosa che si insinua tra le mie braccia e la faccia. Per quanta forza ci metta, non riesco a resistere.

Ho le braccia bloccate sul petto. Una cosa appiccicosa mi prende la palpebra destra. Io la stringo a morte, urlando a più non posso.

Apro gli occhi.

Una minuscola bocca si apre, emettendo un sibilo.

4 Commenti a “La mia amica verde”

  1. mattiekian dice:

    Bello ma lascia l’amaro in bocca, non sembra finito…manca qualcosa, un finale che sia la spiegazione di ciò che sta succedendo…spero ci sia un seguito. Ciao

  2. emmaus2007 dice:

    Ciao Kiwi!
    Non si capisce bene se il protagonista stia sognando o meno, ma penso che il bello stia tutto lì. Scrivi bene, scorrevole e senza errori, e 4 stelline direi che ci sono tutte. Ciao!

  3. andrea dice:

    Ciao Piero. Sai che le cimici sono in assoluto l’insetto che mi fa piu’ schifo?
    Penso proprio che stanotte mi sognero’ di essere divorato da una cimice gigante…

  4. kiwi65 dice:

    Grazie cari. E’ un prodotto un po’ “grezzo”, ma l’idea effettivamente fa molto ribrezzo.
    Ci devo lavorare ancora, sicuramente!
    Ciao
    Piero

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>