L’uomo che scambiava la nuvola per un dragone.
Doveva essere uno dei tanti figli della computer generation. Come altri si alzava, tutte le mattine d’estate, con gli occhi puntati sul cielo, come due telescopi, pronti a scrutare l’alfabeto morfologico dell’Universo, e come altri lasciava navigare la mente, quando ancora internet e le wireless non esistevano, libera di raggiungere ogni punto del piano celeste, nell’ansiosa attesa del transito di qualche nuvola, che potesse somigliare ad un cane, ad una stella marina, ad un giaguaro, più che ad una semplice nuvola. E, quante volte, come altri, si era trovato dinnanzi al dragone? Tutte le volte che un treno di nuvole si accavallava per via del vento, v’era sempre una testa con le corna, sospesa lì dal caso, pronta a capeggiare, ed un treno di nuvole a seguire, sottese, senza alcuna gravità, tormentate da due labbra di cielo e mare, e trafitte, come pietre di collana, dal solo filo dell’orizzonte. Quante volte, nel corso della sua vita, s’era imbattuto nelle nuvole travestite da dragone. Così insensatamente lontane dalla riva da dove effettuava le sue osservazioni, mai sarebbe riuscito ad autenticare l’impronta di quel patto sanguigno, fra il vapor acqueo e la mitologia orientale. Mai avrebbe potuto appurare che tutto il vapore che proviene dal mare, dai laghi e dai fiumi, ha una similarità con la storia dei dragoni, con le avventure dei loro spostamenti, con il fascino zingaro dei loro ornamenti. Solo nelle nostre menti una forma dura per sempre. Tutto ciò che si sposta fugacemente nell’Universo esiste solo fra le righe delle nostre personali esperienze: oggetti dinamici, simili ad enormi e inutili cianfrusaglie, che male si sposano con le iconografie delle nostre esistenze. Nulla è per sempre. Nessun dragone fatto di nuvole può continuare ad attraversare il cielo in eterno.
Copyright ©2008 Luca Zammataro
Così così. A mio parere, l’avresti dovuto sviluppare un poco di più, ma forse sbaglio io che non ho capito che si tratta di una poesia. Ciao! Alla prossima!
Hai ragione. Sai che non lo so? Sembra più ad una poesia, ma non è strutturata come tale. In effetti è un’immagine..
A me è piaciuto, forse potrebbe essere l’inizio di una storia più lunga e più bella, pensaci.
Grazie, ci penserò senz’altro. Anche perché quello della morfologia universale è un tema che mi sta molto a cuore.
Ciao Luca, concordo con quello che hanno detto gli altri. Oltretutto il titolo è splendido, e io lo vedrei molto bene sulla copertina di un romanzo :)