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INSOMNIA

Pubblicato da markingegno il 19 novembre 2010

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Salve a tutti,

io mi chiamo Giampiero ed anche io sono nemico giurato di Morfeo, sebbene sarebbe più esatto dire il contrario. Io vorrei tanto riuscire a dormire di notte, lo accoglierei a braccia aperte Morfeo, ma è lui che mi evita sistematicamente.

Non so più, ormai, da quantro tempo non dormo la notte, forse da sempre.

Tutta la notte, non riuscendo a prendere sonno, continuo a lavorare alacramente; il silenzio ed il buio aiutano moltissimo la mia concentrazione.

Così, di fatto, è come se vivessi il doppio.

Questa mi sembra, comunque, una reminiscenza letteraria, un dejà vu, forse della mitologia greca. Sono affetto da una rara sindrome genetica che interessa proprio il centro del sonno della sostanza cerebrale, non mi ricordo bene se sia localizzato nell’ippocampo o nel locus coeruleus o nella substantia nigra o nella formazione pontina gigantocellulare, comunque si trova da quelle parti. Questa malformazione comporta o la carenza di una popolazione specializzata di neuroni cerebrali o il deficit di una qualche sostanza chimica o neuromediatore , sta di fatto che questo centro non invia l’impulso per attivare tutte le funzioni che portano all’addormentamento.

Di conseguenza il cervello è come se restasse sempre sveglio. E’ una sindrome pressoché sconosciuta, il mio caso è stato pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica intrnazionale.

Essendo una forma rara e poco studiata, non si capisce bene quale possa essere la terapia; a me hanno proposto i procedimenti più strampalati: il trapianto di cellule cerebrali neonatali, il trapianto di cellule staminali totipotenti, l’impianto di microelettrodi nella zona interessata.

Ma io non sono certo disponibile a fare da cavia ai loro dannati esperimenti. Io sono ottimista e concreto per natura e sono riuscito a trovare il lato positivo della faccenda: ho il doppio di tempo a disposizione e questo costituisce un indubbio vantaggio nei confronti degli altri, anche sul lavoro. Ho più tempo per essere sempre aggiornato e preparato e faccio sistematicamente bella figura. Quante volte ci lamentiamo che la giornata è troppo breve per riuscire a fare tutte le cose che vorremmmo? Che il giorno dovrebbe essere almeno di 48 ore e via dicendo?

Sto intervenenso in questo forum proprio per raccontare la mia esperienza e dare dei suggerimenti. Ognuno di noi vive la sua insonnia come una limitazione ed un disagio individuale, perchè può essere duro essere insonni quando tutti gli altri dormono, è duro accettare di essere diversi dagli altri. Ma se tutti noi con lo stesso handicap riuscissimo ad essere in rete, a creare un network, potremmo unire il nostro difetto e farne un punto di forza, collegare le nostre solitudini notturne e farne un luogo d’incontro e di piacevole e fruttuosa compagnia. Per questo trovo altamente meritoria la creazione di questo sito dedicato, che ci consente finalmente di uscire allo scoperto e collegarci tra di noi. Bisogna soltanto pubblicizzarlo adeguatamente perchè è sconosciuto ai più.

Da tempo sto elaborando, a livello progettuale, l’idea di strutture adeguate a noi, una sorta di night town o citta della notte, che stiano aperte tutta la notte, dove sia possibile fare la spesa, andare dal parrucchiere, vedere un film, fare sport o palestra, consultare dei test in bibilioteca o lavorare al computer. Sono pronto a condividere questo mio progetto e a mettere a disposizione la mia esperienza, se può essere ritenuta utile.

SMORFINA: Grazie Giampiero, del tuo internvento. Complimenti per la tua positività ed il tuo ottimismo; se sei disponibile, penso che possiamo coinvolgerti attivamente nella gestione del nostro sito. Il nostro progetto ambizioso è quello di creare una rete di collaboratori in gamba per la gestione e lo sviluppo del sito. Con le tecnologie informatiche tutto ciò è possibile, possiamo lavorare insieme stando ognuno comodamente a casa propria. Al più presto sarai contattato dalla nostra Redazione. Abbiamo apprezzato molto il tuo progetto di creare dele strutture dedicate alle persone insonni, in Italia non è noto il numero esatto delle persone affette più o meno stabilmente da insonnia, ma sicuramente si tratta di grandi numeri, almeno a giudicare dal mercato dei farmaci ipnoinducenti (i banali sonniferi). Il problema è che siamo sparpagliati nel territorio dello stivale, da Enna a Cortina d’Ampezzo, da Cagliari a Lecce, ma forse nelle grandi città come Roma o Milano potrebbero esserci i numeri per fare decollare iniziative commerciali come quelle che tu adombri. Inoltre queste strutture ad orario notturno potrebbero essere usate anche dalle persone normali, come novità o come necessità; potrebbe essere divertente andare a fare la spesa di notte o poter comprare qualcosa che serve all’improvviso. L’esperienza in tanti settori ci insegna che, creata l’offerta, automaticamente si sviluppa la domanda. Sarebbe una iniziativa originale che crea luoghi d’incontro notturni, sottraendo i giovanni alle discoteche od al vuoto delle notti cittadine, da colmare con la ricerca d’emozioni forti o proibite od illegali, e potrebbe anche rappresentare uno sbocco occupazionale per molti di noi noi o per altre persone. Rientra, tra l’altro, nella tendenza attuale a recuperare e vivere la notte. Ormai si organizzano dappertutto e in tutti i mesi dell’anno notti bianche. La proposta è veramente interessante. Potremmo creare un fondo d’investimento o una cooperativa ed investire i nostri risparmi in quote del fondo per lo sviluppo di queste strutture o chiedere dei prestiti o dei finanziamenti. Potrebbe anche essere una ineressante prospettiva d’investimento. Complimenti ancora ed a presto.

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Salve, viaggiatori della notte,

mi chiamo Benedetto ed è la prima volta che frequento questo sito. Stanotte non riesco a dormire, perchè domani ho l’ultimo esame prima della laurea, quello più importante. Succede sempre così, quando l’indomani ho un appuntamento o un evento importante. Mi assale l’angoscia di non risvegliarmi in tempo utile. Eppure punto due sveglie, imposto la sveglia sul mio telefonino, attivo il servizio di sveglia della compagnia telefonica, ma non c’è niente da fare, l’ansia è più forte e mi impedisce di prendere sonno. Non so nemmeno, non ricordo bene, se qualche volta nel passato sia successo veramente di non essere riuscito a svegliarmi in tempo utile, non so se sono rimasto scottato da una esperienza negativa o se non è, piuttosto, una banale manifestazione dell’ansia che mi divora.

Dopo una notte insonne ed agitata, finalmente arriva la mattina fatale, già alle cinque sono sveglio, sicuramente non perderò l’appuntamemnto, ma mi ritrovo spompato ed esausto, agitato ma nello stesso tempo addormentato come uno zombi, con i nervi a pezzi. Inevitabilmente ne risentirà il mio rendimento e la performance non sarà all’altezza delle mie aspettative e delle mie potenzialità. Ma tant’é, ormai ci ho fatto l’abitudine: il danno e la beffa, con mio grande rammarico e rabbia. Non riuscendo a prendere sonno, ho deciso di accendere il computer e di mettere nel motore di ricerca “insonnia” e “disturbi del sonno” e così, navigando navigando, sono approdato al vostro sito.

Vedo che dai delle risposte sensate e personalizzate a tutti quelli che intervengono nella discussione, ma mi incuriosisce alquanto il tuo nome, anzitutto, e poi la tua figura: sei una persona reale o un personaggio virtuale dietro cui si nascondono tanti anonimi operatori? Soffri anche tu di insonnia? Qual’è la tua storia? Perchè hai scelto questo nick name?

SMORFINA: Benvenuto tra di noi , Benedetto, anche se sei solo di passaggio, essendo la tua insonnia del tutto episodica e reattiva a situazioni stressanti. L’ansia, purtroppo, è una malattia diffusisssima, apparentemente banale, secondo alcuni addirittura utile per preparare alla lotta ed aumentare il livello di vigilanza, in realtà spesso devastante.

Tranquillizati, sono una personavera, in carne, ossa ed insonnia reale. Non sono virtuale come Babbo Natale o Giulietta che rispondono alle lettere dei bambini o degli innamorati. Sono una persona vera, affetta dalla vostra stessa patologia, che ha cercato di accettarla e sublimarla mettendo la sua esperienza al servizio degli altri. Ho la laurea in Medicina, specializzazione in Neurologia, campo di interesse le patologie del sonno, ovviamente. Preferisco non scendere nei dettagli personali su di me e la mia vita, perchè ritengo che un alone di mistero renda tutto più intrigante e magico e più suggestiva l’interazione con il moderatore (o la moderatrice). Di notte il contorno delle cose è sempre più sfumato rispetto al chiarore ed alla chiarezza del giorno.

Veniamo al mio nome: come tutti sanno, Morfeo era il dio del sonno e dei sogni, nella mitologia greca. Morfina è il nome dato all”alcaloide che rappresenta il principio attivo estratto dal papaver sommniferum, così chiamato perchè ha anche azione narcotica ed induce sonnolenza (oltre a tutte le altre azioni farmacologiche). Mi sono chiamata smorfina, con la “S” privativa, perchè sono condannata a non dormire e perchè, così dicono, sono un po smorfiosetta. Considerami come l’infelice eroina privata del piacere del sonno, la sfortunata principessa vittima di un malvagio incantesimo che la condanna alla veglia continua. Verrà mai in suo soccorso il bel principe azzuro? Sarai tu a salvarmi?

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Ciao a tutti, il mio nome è Alessia

ed anche io condivido la vostra stessa patologia.

Io, però, riesco ad identificare benissimo il momento in cui tutto è iniziato. Prima dormivo benissimo, spesso anzi schiacciavo pure il sonnellino pomeridiano.

La mia vita ha cominciato ad andare a rotoli quando, un brutto giiorno, all’incirca sei mesi fa, hanno diagnosticato a mia madre un tumore della testa del pancreas, una delle neoplasie più aggressive e meno responsive alla chemioterapia ed alla radioterapia.

Dopo quindici giorni l’hanno dimessa dall’Ospedale Oncologico in condizioni terminali, con la sola terapia palliativa antidolorifica. Due o tre volte alla settimana venivano i volontari dell’associazione a fare la rivalutazione clinica e la terapia, ma, a parte queste brevi parentesi, per tutto il tempo rimanente restavo io con lei.

Io sono zitella, o se preferite single, lei era vedova e vivevamo assieme, sebbene la situazione non fosse l’ideale per nessuna delle due; forse ognuna di noi pensava in cuor suo ad una diversa sistemazione e pensava che l’altro fosse d’ostacolo. Lei pensava che se non avessa avuta una figlia zitella sulle spalle, forse avrebbe potuto risposarsi, dopotutto aveva una discreta pensione di anzianità (aveva fatto l’insegnante elementare), la pensione di reversibilità del marito ed una bella casa da portare in dote, assieme, purtroppo, ad una figlia zitella. Io pensavo che col mio lavoro di dirigente amministrativo ben remunerato, se avessi avuto la disponibilità della casa di cui, peraltro, ero comproprietaria per passaggio ereditario, avrei potuto sposarmi e vivere o convivere felicemente.

Così, al di là delle apparenze affettuose, tra di noi c’era un rancore sotterraneo palpabile .

Ora, non capisco perchè, ma una dei primi segni di una malattia è il sovvertimento del ritmo sonno-veglia. La notte, forse, il malato viene preso dall’angoscia di morire e resta sveglio a lamentarsi: il lamento è un segnale per sentirsi vivi e per richiamare l’attenzione degli altri. Poi di giorno dormono tranquillamente e recuperano le forze, pronti per la notte successiva.

Così, tutte le notti lei stava sveglia a lamentarsi; non potendo dormire, si girava e rigirava sul letto, focalizzava l’attenzione sui suoi disturbi e mi chiamava di continuo: perchè doveva bere o fare pipì o aveva difficoltà di respiro o le faceva male il petto etc etc. Quel lamento continuo ed ossessivo era diventato per me un tormento insopportabile; mi entrava nelle orecchie, mi rintronava nel cervello, mi sconquassava la psiche. La mattina ero distrutta, ma dovevo andare lo stesso al lavoro; a poco a poco il mio rendimento in ufficio cominciò a scendere, ai colleghi cominciavano a dare dare fastidio le mie continue assenze per malattia o aspettativa, al di là dei pochi giorni della legge 104. Tornata a casa dovevo occuparmi delle faccende domestiche, perchè ormai Lei non faceva più niente; in più dovevo pulirla, alimentarla, cambiarla di posizione, fare la terapia, cambiare il catetere vescicale, medicar le piaghe da decubito etc: l’assistenza dei malati terminali grava interamente sulla famiglia, anche in senso economico. Io avevo preso una badante di colore, veniva due ore la mattina e due ore il pomeriggio, ma non erano sufficienti.

Dopo un mese di questa vita ero sull’orlo di un esaurimento nervoso colossale, non potevo continuare così, ero distrutta e disperata. I medici dicevano che la prognosi quoad vitam era severa, il che, tradotto nel linguaggio comune, voleva dire che ormai era in fase terminale e le restava da vivere poco tempo. Tutti ne erano consapevoli e sicuri, ma lei sembrava non rendersene conto, l’unica, e restava tetramente attaccata alla vita. Le avevo proposto il ricovero in un istituto per anziani non autosufficienti ma lei si era inalberata, urlando che voleva morire nel suo letto e tacciandonmi di egoismo e di irriconoscenza dopo tutto quello che aveva fatto per me.

Ero disperata, non riuscivo ad intravedere alcuna via d’uscita. Aspettavo con ansia che arrivasse la sua fine, ma poi ero preda di rimorsi e sensi di colpa. Allora, ogni volta che chiamava di notte o lamentava qualche disturbo, ho cominciato a somministrarle delle gocce di tranquillante, un pò gliele mettevo anche nel latte o negli altri alimenti con la speranza che dormisse di notte ed eventualmente restasse sveglia di giorno, ripristinando il normale ritmo sonno-veglia. A poco a poco, in effetti, la notte cominciò a dormire di più, ma questo lo stesso non mi consentiva di riposare serenamente. Trascorrevo la notte in dormiveglia, in uno stato di continua apprensione, avevo il terrore che potessi avere ecceduto con le dosi. Stavo con le orecchie tese cercando di cogliere i minimi rumori ed ogni tanto mi alzavo per andare a controllare che respirasse ancora, perchè sapevo che questo tipo di medicinale può deprimere i centri cerebrali della respirazione. Anche perchè era come se il suo l’organismo si abituasse in fretta all’effetto del farmaco, per cui dovevo aumentare sempre di più la quantita delle gocce. L’unico vantaggio era che finalmente non si lamentava più e già questo mi faceva recuperare, per lo meno sul piano psichico. Dopo due mesi mia madre è morta, il medico disse che la causa finale era stata “per arresto respiratorio” e queste parole risuonarono nella mia mente come una condanna inappellabile. Avevo paura che le facessero l’autopsia, gli esami tossicologici e scoprissero che era morta per intossicazione da tranquillanti. Ormai sono passati due mesi dalla dipartita di mia madre e io continuo a non dormire, è come se il mio orologio biologico si fosse stabilizzato su questo nuovo bioritmo acquisito. Non appena tendo ad addormentarmi sogno (o vedo?) mia madre sul suo letto con in mano una boccetta di gocce medicinali ed un sorriso sornione: “vieni“, sembra quasi dirmi “ti sto aspettando“. Da allora la situazione è questa: non riesco più a dormire lo stesso, trascino la settimana stancamente e cerco di recuperare nei fine settimana, nell’apatia più assoluta. Ho completamente trascurato qualsiasi forma di vita sociale e di relazioni. Questa è la mia triste storia, mi ha fatto bene parlarne, è la prima volta che la racconto a qualcuno. Grazie.

SMORFINA: Cara Alessia, ti consiglierei di andare al più presto da un bravo psicanalista, hai bisogno di un valido supporto psicologico per metabolizzare l’impatto emotivo e psichico della tua triste esperienza. Come vedi, già averne parlato ad altri ha alleviato il peso della tua sofferenza. E’ evidente che hai sviluppato un gigantesco ed opprimente senso di colpa, forse ingiustificato, almeno in parte. Se le cose stanno come le hai raccontato tu, e non abbiamo motivo alcuno di dubitarne, la prognosi di tua madre era segnata, non so se averla imbottita di psicofarmaci può avere accorciato di qualche giorno la sua vita o non l’abbia, piuttosto, aiutata a traghettare nell’aldilà più serenamente. Certo, vivendo si commettono sempre tanti errori e c’è sempre motivo di rimorso. Potevi fare qualcosa di diverso? Chissa….io non capisco per esempio perché non hai assunto anche per la notte una badante che, dietro pagamento, la accudisse , consentendoti di riposare sufficientemente; penso che con le sue due pensioni, assegno di invalidità ed indennità di accompagnamento, avrebbe potuto permetterselo. Anche una badante a tempo pieno avrebbe potuto permettersi. Ma forse, sotto sotto, c’erano motivazioni più profonde ed un desiderio di autopunizione da parte tua per i sensi di colpa connessi alla vostra situazione conflittuale irrisolta.

Segui il mio consiglio e, magari, se risolverai la tua insonnia, continua a visitare ogni tanto il nostro sito, così per solidarietà.

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Cari nottambuli, buona notte a voi tutti (o è una mala notte?), mi chiamo Ferdinando.

Anche io sono un insonne cronico, ma d’elezione, per libera scelta personale. Mi considero un artista ed in particolare uno scrittore, sebbene, per sopravvivere, in atto io svolga un’occupazione manuale che aborrisco. Eppure sembrava che le cose potessero andare diversamente. La mia opera prima, pubblicata a mie spese, era stata accolta con molto favore, soprattutto dalla critica, sebbene avesse venduto poco, ma questo l’attribuivo al fatto che era stata pubblicata in proprio, senza investimenti particolari in  promozioni, da un piccolo Editore pressoché sconosciuto. Nel nostro campo, comunque, difficile non è pubblicare un’opera prima apprezzabile, spesso nel giudizio positivo influisce anche la novità e la simpatia che riscuote un esordiente. No, il difficile è mantenere le promesse con le opere successive. Così successe pure per me: la mia seconda opera non riscosse gli stessi apprezzamenti della prima, la terza fu una delusione completa e passò praticamente inosservata.

Devo riconoscere, in effetti e per onestà intellettuale, che è come se la mia vena creativa si fosse inaridita, non sapevo più replicare l’originalità dei temi e la freschezza dello stile della mia opera prima. Mi sentii crollare il mondo addosso. Cominciai a cercare ispirazione a buon mercato negli eccessi dell’alcool, nel sesso sfrenato, negli allucinogeni e stupefacenti, nel vano tentativo di espandere l’ambito della mia coscienza, di ampliare la conoscenza, di affinare l’intuito, di stimolare l’immaginazione. Speravo che gli eccessi della vita reale si trasformassero in furore artistico.

Ma, al di là delle aspettative teoriche, la cosa non funzionò granchè.

Subentrò anche una forma di insonnia resistente ai farmaci, la psiche eccessivamente stimolata non riusciva più a trovare riposo. Una notte che non riuscivo a dormire peggio del solito, la mia mente vagava incessantemente da una tematica all’altra, in maniera quasi autonoma, avevo la dolorosa sensazione come se la testa mi dovesse scoppiare, perchè era come se non riuscissi più a dominare il corso dei pensieri, all’improvviso ebbi come un lampo, una esplosione di creatività: riuscivo a concepire pensieri e situazioni astratte, collegamenti incredibili, un flusso incessante di idee e di parole affioravano con facilità alla mia mente. Riuscivo perfino a comporre, con grande naturalezza, dei versi dalle rime perfette, io che sono sempre stato negato per i componimenti poetici. Il funzionamento della mia mente era molto più fluido e leggero e creativo. L’indomani, a mente fredda, non ricordavo quasi niente dei contenuti di quella strana esperienza notturna, ma il ricordo di quanto mi era successo era straordinariamente vivido. Riflettendo ed interpretando alla luce delle mie poche conoscenze psicanalitiche, credo di avere avuto l’illuminazione giusta per interpretare quanto accaduto. Durante il sonno il corpo riposa ma la mente, viceversa, è impegnata in una intensa attività psichica: venendo meno il controllo della ragione e della coscienza, affiora la parte sotterranea dell’attività psichica, la materia informe di cui sono fatti i sogni e gli incubi, l’inconscio collettivo, gli archetipi primordiali, la parte nascosta e mostruosa della natura umana. Tutti sogniamo la notte, anche se poi spessissimo non ricordiamo i contenuti: storie intere, sceneggiature perfette, personaggi vivi, pathos intenso. Vi è una quantità immensa di materiale cui attingere per trovare ispirazione a non finire. Ho pensato che, se si sollecita la mente con vari stimoli (Alcool droghe etc), si stressa il funzionamento e l’eccitablilità dei neuroni e si possono creare “cortocircuiti” neuronali, cioè collegamenti originali ed imprevedibili tra le varie aree cerebrali con risultati assolutamente eclatanti: un po’ come penso che succeda nelle aberrazioni dell’ideazione e del linguaggio negli individui affetti da psicosi, o nelle creazioni imprevedibili ed “anormali” dei cosiddetti “geni”. E’ risaputo che il confine tra genialità e follia è molto labile.

Se a questa stimolazione cerebrale si associa l’ insonnia, si creano questi cortocircuiti neuronali, si fa affiorare la parte recondita della psiche, anche questa esaltata dalle stimolazioni chimiche, per cui si sogna, per cosi dire, ad occhi (semi)aperti ma avendo una quasi piena consapevolezza dei contenuti psichici. Non so se sono stato sufficientemente chiaro.

Da allora quasi ogni notte applico questa tecnica psichica di stimolazione indotta dell’insonnia controllata che libera e fa affiorare i contenuti psichici nascosti. Da allora la mia produzione si è indirizzata esclusivamente al genere horror, con grande successo. La mia ispirazione è nettamente migliorata, ho ripreso quotazione nel mercato editoriale e cominciato a scalare le classifiche di vendita. Sto pensando, finalmente, di abbandonare la mia attività lavorativa per fare lo Scrittore a tempo pieno. Le mie ultime opere sono state salutate come capolavori, sono state definite incubi terrificanti ad occhi aperti, io stesso sono stato definito la risposta italiana a Stephen King. Anche voi, sicuramente, avrete letto qualcuno dei miei libri (“L’occhio della morte”, “Abissi di follia”, “Stregonza” etc).

Ho anche pubblicato una piccola raccolta di poesie (“Versus”) che è stata salutata come una perla letteraria.

Mi rendo conto perfettamente che sto logorando il mio fisico, ma non riesco più a smettere, ormai sono entrato in una spirale perversa di dipendenza, l’effetto è troppo coinvolgente e gratificante. Il successo appaga, è duro rinunciarvi.

Di fatto. credo di essere felice.

SMORFINA: Caro Ferdinando,la notte porta consiglio, dicono. A te porta ispirazione.

Tu, probabilmente, sarai soddisfatto di avere ritrovato la perduta ispirazione, forse hai raggiunto il tuo scopo e la notorietà cui aspiravi, ma lasciami dissentire sul metodo. Nella tua tecnica scorgo una aberrante e disumana forzatura. Nè più nè meno che un interrogatorio sotto tortura per estorcere informazioni segrete.L’estro e la fantasia dovrebbero sgorgare spontaneamente e non essere frutto di un a violenza esercitata su se stessi, sul corpo o sulla mente umana.

Non si è ancora capito bene come nascono le idee geniali, le ispirazioni artistiche, le creazioni fantastiche; perchè solo in alcuni individui e solo in particolari momenti; potrebbe anche essere che alla fine sia tutto frutto della più assoluta casualità, ma certamente non mi sento di condividere o di suggerire il tuo metodo e, credimi, non per una remora moralistica.

Associerei il tuo percorso alla vita degli eremiti di un tempo, che cercavano l’esperienza del divino. Per ottenere questo risultato si isolavano dal mondo, ritirandosi nel deserto o in cima ad un monte, mortificavano la carne infliggendosi anche torture e mutilazioni fisiche, digiunavano etc etc. Alla fine avevano delle visioni mistiche, ma in realtà erano niente altro che allucinazioni indotte dalla disidratazione, dalla denutrizione, dallo stress, dalla febbre, dalle infezioni, dalla deprivazione sensoriale. Assolutamente niente di trascendentale.

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Salve, amici nottambuli

il mio nome è Stefano ad anche io sono affetto da grave insonnia. La mia, penso che sia una forma secondaria perchè io sono da solo un trattato di patologia, soprattutto di patologia respiratoria. Dovrei esserne orgoglioso perchè in fondo sono da guinness dei primati.

Ho fumato moltissimo, peggio di un turco, a partire dai quindici anni ed ora a 65 anni mi ritrovo affetto, logicamente, dalla bronchite cronica, ma la mia non è una semplice bronchite cronica con frequenti riacutizzazioni, no!… è una forma complicata perchè è una bronchite cronica ostruttiva.

Ma non è solo questo, è una forma complicata dall’enfisema: i miei polmoni sono quasi tutti distrutti, sono come un formaggio svizzero tutto pieno di buchi sempre più numerosi e sempre più grandi e con sempre meno formaggio. Ma non è finita qui, perchè il mio enfisema è complicato dal cuore polmonare cronico, per cui il cuore non pompa bene ed il sangue venoso ristagna nell’intestino e negli arti inferiori per cui le gambe sono molto gonfie per il ristagno venoso.

La notte è una tragedia: devo dormire praticamente seduto sul letto, ma quando mi addormento si riduce il tono muscolare, anche della lingua che cade all’indietro ed ostruisce le alte vie aeree ed il faringe per cui mi sveglio di soprassalto per un principio di asfissia. E cosi tuta la notte! Mi hanno fatto mettere il cerotto sul naso, mi fanno dato una macchinetta per praticare la C-PAP, cioè la ventilazione forzata a pressione positiva durante la notte, ma i risultati sono stati scarsi.

A questo punto preferisco stare sveglio, a pensare, a guardare la televisione, ad interagire con voi. Meno male che è stato creato questo sito, è stata veramente una bella iniziativa. Complimenti!

SMORFINA: grazie dei complimenti, caro Stefano. Capisco che ad un certo punto ci si abitua e si cominciano ad apprezzare i vantaggi di stare svegli la notte, ma la tua insonnia mi pare dovuta in gran parte a cause organiche e come tale suscettibile di trattamenti terapeutici. Ma se tu non volessi o non potessi guarire, continua a seguirci con affetto ed assiduità, abbiamo in cantiere tente interessanti iniziative per rendervi più gradevoli le notti in bianco.

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Salve, fratelli d’italica insonnia,

mi chiamo Saverio; se a quest’ora di notte sto intervenendo in questo forum è evidente che anche io sono affetto dal vostro stesso disturbo. La mia insonnia, in realtà, dovrebbe essere solo episodica perchè capita soprattutto quando sono di guardia la notte….ah dimenticavo di dirvi che sono un Medico Ospedaliero. Il turno di guardia notturna è definito e considerato come guardia attiva, si dovrebbe cioè stare svegli come una sentinella nel suo turno di guardia, in attesa del’allarme. In realtà è ammesso il riposo notturno, se le circostanze lo consentono ovviamente, ed in tutte le stanze del Medico di guardia si trova sempre un lettino, qualche volta camuffato da poltrona o da divano. Doversi svegliare nel cuore della notte, quando si è profondamente addormentati o nella fase di sonno più profondo, quella definita REM, e dovere acutamente decidere diagniosi e terapia per eventuali emergenze, perchè di solito di notte quello che pùo capitare è quasi sempre, per definizione, un’emergenza, può essere molto stressante. Per questo la maggior parte di noi cerca di tirare svegli il più tardi possibile fino a mezzanotte od oltre. Poi, se non è successo niente, si cerca di chiudere gli occhi, ma è sempre un sonno innaturale e molto superficiale, facilmente risvegliabile.

Per chi è ansioso come me, è più difficile prendere sonno. E’ come se passato il momento giusto, in cui ti addormenteresti facilmente ed invece devi farti forza per resistere alla sonnolenza ed agli sbadigli, poi non si riesca più a dormire a comando.

In realtà prima ci riuscivo benissimo, mentre ora passo sistenaticamente la notte sveglio a girarmi e rigirarmi sul letto, anche quando la notte trascorre tranquilla, anche quando non ci sono nè telefonate nè chiamate dal Reparto nè consulenze dal Pronto Soccorso. Prima, inoltre, quando passavo una notte insonne, recuperavo alla grande il pomeriggio e la notte seguenti, ora non succede neanche questo. Anche nelle notti in cui non sono di servizio e dormo a casa, ho difficoltà ad addormentarmi oppure mi sveglio verso le 3 o le 4 del mattino e non riesco più a riprendere sonno. Quella che avrebbe dovuto essere una situazione di insonnia episodica sempre più si avvia a sfumare in una insonnia cronica. Sarà sicuramente un segno dell’incipiente senilità, assieme a tanti altri piccoli dettagli: l’ipettrofia della prostata, i capelli bianchi, il distacco del corpo vitreo, l’osteoartosi diffusa. Oppure nella peggiore delle ipotesi potrebbe trattarsi dell’alterazione del ritmo sonno-veglia premonitore dell’Alzheimer. Niente di buono, comunque. Come diceva il buon vecchio Cicerone: “senectus ipsa morbus”, la vecchiaia è di per sè stessa una malattia. Anche per i Medici.

SMORFINA: ciao Saverio, ben capitato tra di noi. Posso chiederti quanti anni hai? Da quanto tempo fai il medico? Quanti turni di guardia notturna hai accumulato? Centinaia, forse migliaia? E’ chiaro che l’organismo a lungo andare si abitua alle cose ripetute, siano esse orari o fusi orari o condizioni climatiche o altitudine etc etc. Tu mi puoi insegnare che l’adattamento è il segreto del successo dell’evoluzione. Se hai lavorato una vita in miniera ti viene difficile riabituarti in poco tempo a vivere alla luce del sole, ci vorrà del tempo per il decondizionamento. E’ come la risalita dal fondo del mare, va fatta con gradualità.

E’ chiaro, poi, che si invecchia e subentrano degli adattamenti fisiologici alla nuova età della vita. La persona anziana ha bisogno di meno cibo, di meno calorie, perchè non è più un organismo in fase di accrescimento. Ugualmente ha bisogno di meno sonno perchè lavora di meno, si stanca di meno e necessita di un minor tempo di ristoro psicofisico. Questo ci dice la biologia e la fisiologia. Se poi l’organizzazione del lavoro ci costringe a lavorare fino a tarda età, questa è una aberrazione sociale alla quale l’organismo biologico non si è ancora abituato.

Continua a seguirci ed a intervenire, i tuoi contributi saranno ben accetti.

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Salve a tutti,

mi chiamo Marcello, ed ho da raccontarvi una triste storia.

Sono stato arrestato, ingiustamente, ci tengo a precisarlo, per un reato che non avevo commesso (mi accusavano del tentato omicidio di mia moglie per intascare i soldi dell’assicurazione).

Uno dei tanti errori giudiziari. Penso che voi immaginiate l’inferno delle prigioni, la promiscuità, il sovraffolamento dei detenuti. E la mancanza di donne, soprattutto. Il carcere è una di quelle situazioni in cui si finisce per praticare l’omosessualità, soprattutto quando la detenzione è lunga. Ma se anche tu dovessi permanere in prigione per poco tempo, ci sono gli altri detenuti, tuoi sfortunati compagni di cella, che non vedono l’ora di farti la festa e godersi la novità.

Essi, infatti, mi fecero capire da subito, tra le righe, che vigeva in cella una specie di legge, non scritta ma condivisa, e di gerarchia per cui gli ultimi arrivati dovevano sottostare a soddisfare gli appetiti sessuali dei detenuti più anziani.

Vi era, inoltre, tra i detenuti di quella cella, un tipo violento e manesco, fisicamente massiccio, condannato all’ergastolo per omicidio plurimo che si atteggiava a Capo.

“Questa è casa mia – diceva – voi passate ed andate via, io resto qua”

e sfruttando il timore che incuteva il suo aspetto fisico minaccioso e la fama della sua violenza si abbandonava ad atti di bullismo e di nonnismo: non partecipava alle pulizie della cella, si faceva “prestare” continuamente soldi e sigarette, si faceva rifare il letto dagli altri e quando ne aveva voglia costringeva qualcuno degli altri, a suo arbitrio, a soddisfarlo. Nel silenzio dela notte ogni tanto si sentivano i gemiti animaleschi del suo piacere.

Io volevo assolutamente evitare che ciò accadesse anche a me. Avevo chiesto, inutilmente, di essere rinchiuso in cella d’ isolamento. Mi ero imposto, pertanto, la massima vigilanza e la notte facevo di tutto per non dormire: pensavo alla mia linea difensiva in vista dell’imminente processo, pregavo pur non essendo molto credente, rivedevo la mia vita ed i molteplici errori che la costellavano. Cercavo di recuperare di giorno, sonnecchiando in piedi o sdraiandomi sulla brandina durante l’ora d’aria. In prigione, del resto, non c’è molto da fare, ma io cercavo di ridurre al minimo qualsiasi dispendio energetico, per non avere bisogno del ristoro psichico notturno. Cercavo anche di essere il più repellente possibile, curavo poco l’igiene personale, non mi lavavo i denti, non usavo profumo o deodorante. Tossivo spesso, cercando di sembrare malato, ed una volta durante una normale discussione, come se fosse una confessione casuale, feci capire di essere affetto da una malattia contagiosa trasmessami da una prostituta.

Speravo che loro tutti pensassero all’AIDS. Diverse volte durante la notte, qualche altro detenuto della mia cella aveva cercato di avvicinarsi, allora scattavo in piedi con tutta l’energia possibile, come una molla, tossendo all’impazzata ed urlando con quanto fiato avevo in gola per fare accorrere i secondini. Poi mi giustificavo dicendo che soffrivo di incubi e di disturbi psicotici per cui svegliarmi di soprassalto poteva essere molto pericoloso, poteva scatenare una crisi di violenza. Questo un po’ li aveva scoraggiati ma nello stesso tempo aveva creato un clima di astio e di rancore nei miei confronti, perchè, dal loro punto di vista, mi credevo superiore nel non volere sottostare alle regole che vigono nelle prigioni e che anche loro avevano dovuto subire. Spesso li vedevo che parlottavano a bassa voce ed intuivo che l’oggetto delle loro discussioni ero io: stavano sicuramente tramando qualcosa per potere abusare di me. Ero, comunque, riuscito a passare indenne i primi tre mesi di prigionia, dopo di che, fortunatamente, il mio avvocato era riuscito ad ottenere la scarcerazione e la misura degli arresti domiciliari.

Ero al settimo cielo, pensavo di essere riuscito a farla franca, mi rimanevano poche altre notti da trascorrere in carcere. Ma commisi un’ingenuità di cui, ancora oggi, mi pento amaramente. I miei compagni di cella mi proposero di festeggiare a spumante la mia imminente liberazione; io tentennai, l’istinto mi suggeriva di rifiutare ma, d’altro canto, non volevo irritarli più di tanto.

Dopo tutto ero uno fortunato che, grazie alla sua ricchezza ed alle sue conoscenze, usciva molto presto dal carcere mentre loro restavano a marcire in cella. Mi fecero capire, anche, che avrebbero preso il mio rifiuto come una grave offesa e che sarei uscito dal carcere con le ossa rotte. Non ci voleva molto, del resto, a simulare una lite notturna ed addossare, con le loro testimonianze concordi, tutte le colpe all’ergastolano. Obtorto collo, pertanto, accondiscesi ad accettare la loro proposta e la sera precedente la mia scarcerazione ordinai una bottiglia di spumante ad un secondino; in carcere, avendo i soldi necessari, si può avere di tutto tutto e la bottiglia di spumante, di qualità mediocre, mi costò ben 20 euro. Non l’avessi mai fatto! Non so come , ma la bottiglia era stata aperta ed era stato aggiunto del sonnifero o in qualche modo l’avevano versato nel mio bicchiere, fatto sta che subito dopo il brindisi cominciai ad avere una strana e pesante sonnolenza e prima che cadessi in un sonno profondo vidi e sentii che mi distendevano sul letto a pancia in giù e l’ergastolano che mi veniva addosso. Tentai di ribellarmi con tutta la forza che mi rimaneva ma gli altri detenuti mi bloccavano.

“Non fatelo, farfugliai, ho l’AIDS!”

“Anche io, tesoro”, mi sussurrò all’orecchio l’ergastolano!

Dopo di che persi conoscenza, sprofondando in un sonno pesante.

Quella bestia, forse, fu l’unico che abusò di me, gli altri, forse, avevano davvero paura della mia presunta malattia, non immaginando di essere stati esposti al contagio ogni volta che subivano i rapporti di quell’odioso delinquente. Quel maiale no, non ebbe remora alcuna a violarmi, perchè aveva già l’AIDS ed in tal caso mi può pure avere pure contagiato, ma non ho avuto e non ho il coraggio di fare il test. Così come la vergogna mi ha impedito di sporgere denuncia per la violenza subita. Sono ritornato a casa mia in uno stato psichico pietoso e pieno di dolori e da allora non riesco più a dormire, anche se sono passati ormai due anni.

E’ una autopunizione, forse, per avere ceduto al sonno, sia pure involontariamente, quella notte fatidica. La notte covo il mio odio verso quella canaglia, ormai vivo solo nella speranza che gli accordino una riduzione di pena per buona condotta, per motivi di salute o per altro.

Io sarò ad aspettarlo davanti al carcere per dargli il benvenuto nel mondo libero.

Vivo solo per questo, mi sono già procurato l’arma.

SMORFINA: una storia triste, caro Marcello, come tristi sono tutte le esperienze di violenza e di sopraffazione. Le carceri sono sempre state, purtroppo, luogo di perdizione dove la dignità umana perde ogni valore, non vi è alcun riscatto dei condannati ma ulteriore degrado fisico e morale per tutti gli sventurati che vi finiscono dentro. Sarebbe assai facile dirti: “quello che è successo, ormai è successo, dimentica tutto e pensa al futuro”. Per te deve essere stata una esperienza devastante, capisco benissimo il tuo desiderio di vendetta. Non ci dai chiarimenti sulla tua attuale situazione processuale: sei stato assolto dalla accusa originaria di tentato omicidio di tua moglie? Se anche tu riuscissi a realizzare la tua sacrosanta vendetta, questo comporterebbe ritornare in quell’inferno.

Capisco la vergogna, ma avresti, forse, dovuto denunciare lo stupro subito, una semplice visita medica avrebbe confermato la recente violenza. Così come avresti dovuto rivelare la presunta infezione da HIV del tuo violentatore. Procurare volontariamente il contagio dell’HIV è un reato penale, assimilabile grosso modo al tentato omicidio; certo, a quella belva umana non avrebbero potuto dare più dell’ergastolo che già gli era stto comminato, ma gli avrebbero chiesto di effettuare il test di screening. In ogni caso la notizia sarebbe circolata dentro il carcere, sarebbe giunta alle orecchie dei suoi compagni di cella e chissà che, coalizzandosi tra di loro contro il comune nemico, animati dall’odio e dal desiderio di vendetta, non avrebbero trovato la forza ed il coraggio di farsi giustizia da soli. Ti consiglio, comunque di fare il test. L’AIDS non è ancora una malattia guaribile, ma curabile senz’altro. Con le attuali terapie i malati conducono un’esistenza pressochè normale, ma l’infezione va scoperta in tempo utile per cominciare la terapia quanto prima.
Ti consiglio, inoltre, di farti seguire da uno psicologo per cercare di metabolizzare col minor danno possibile la tua tragica esperienza. Se continuerai ad essere insonne, continua a seguirci e ad intervenire.

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Buona notte a voi tutti,

sofferenti pellegrini notturni in marcia verso il Santuario della salvezza,

mi chiamo Michelangelo e credo che il mio nome non sia un caso ma un segno del destino.

Voglio darvi testimonianza delle mie riflessioni. Analizzando attentamente tutto quello che sta succedendo, sono arrivato alla conclusione che lo scontro finale tra il bene ed il male sta per esplodere. Non so se questo corrisponde alla annunciata fine del mondo o alle previsioni delle varie religioni storiche, ma ogni limite è stato ampiamente superato. Dovunque guerre, attentati, distruzioni. Nelle città una continua esplosione di violenza per i più futili motivi.

Il male sta trionfando, si avverte in maniera palpabile, sta già corrompendo la nostra psiche, siamo già pronti a scannarci l’un con l’altro. La notte le città sono abbandonate ai delinquenti, ai malvagi. E le autorità cosa fanno? Fanno finta di non vedere o approntano ridicole soluzioni, più che altro a scopo demagogico, come qualche ronda militare o le fantomatiche ronde notturne di volontari.

Ah, se ci fosse ancora Lui! Lui sì che saprebbe bene come ristabilire l’ordine e la legalità!

Ho deciso di restare sveglio tutte le notti per essere pronto alla difesa quando ci sarà l’assalto finale delle forze del male. Di giorno ci pensano gli altri, sono tutti svegli e reattivi, più o meno, ma di notte tutti si ritirano come vigliacchi e lasciano campo aperto alle incursioni dei nemici e degli invasori islamici. Ho conservato le mie vecchie armi, la pistola, il moschetto e la baionetta e saprò ben usarli al momento giusto. Per la difesa della patria, della santa religione dei Padri e della nostra gloriosa civiltà. Voglio lanciare un appello a tutti voi insonni per creare una rete di sorveglianza e di intelligence per essere pronti a scacciare gli invasori. Sublimiamo la nostra insonnia con una nobile finalità morale e politica, diamo un senso civico al nostro handicap.

SMORFINA: caro Michelangelo, rispetto, come sempre, le tue idee ed il tuo evidente orientamento politico. Ciò premesso, mi verrebbe di consigliarti di lasciare perdere e lasciare che siano gli altri ad occuparsi della salvezza comune. Mi sembra di capire che la tuà età sia piuttosto veneranda e che tu abbia già dato a sufficienza. Ma capisco che sarebbe tempo perso, perché tu sei un guerriero nato, la pugna ce l’hai nel tuo DNA. Mi sembra, comunque, che tu cerchi o speri ardentemente in uno scontro che ti dia l’occasione di una morte fulgida ed eroica,come l’Arcangelo che lotta contro gli eserciti del Demonio, per chiudere in bellezza, sul campo di battaglia, la tua vita dedicata al culto dell’azione e delle armi. Non so, sinceramente, se augurarti che tu possa realizzare il tuo desiderio.

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Buona notte,

io sono Michele, un nottambulo acquisito, costretto per motivi di lavoro, essendo che faccio il metronotte di mestiere. Ma ormai credo che il mio organismo si sia sintonizzato su questo bioritmo rovesciato, per cui qnche quando non lavoro o sono in ferie mantengo gli stessi orari e non riesco mai a dormire di notte. Forse ci vorrebbe un tempo più lungo per ritornare alla “normalità”, forse potrà succedere quando andrò in pensione, se mai ci andrò, con questi chiari di luna.

Forse dovrei sentirmi fortunato perchè, in confronto a voi, non ho problemi seri di salute o brutti complessi pscicologici alla base della mia insonnia.

Anche io, comunque, sento il senso di appartenenza al popolo della notte. Vivo la gran parte della mia vita attiva di notte, le persone che incontro sono le creature dell’oscurità: prostitute e transessuali, ladri, barboni, diversi, immigrati, quelli che io chiamo i clandestini della luce, che di giorno scompaiono, rintanati nei loro rifugi. Quando di notte le persone cosiddette “normali o perbene” si rinchiudono nei loro fortini, le creature della notte escono alla scoperto per ritagliarsi un attimo di vita. E devo dire che, frequentandoli, ho scoperto che ci può essere più umanità in una prostituta che vende il suo corpo per sopravvivere o in un barbone che mi chiede una sigaretta prima di dormire sotto i portici, dentro la sua roulotte di cartone, che in tante persone che girano per le strade alla luce del sole, ma hanno l’oscurità dentro il loro cuore ed il buio nel loro cervello e sono profondamente cattive dentro. Anche io ormai mi sento un poco diverso….

SMORFINA: diamo il benvenuto a Michele! La tua è un’insonnia secondaria, situazionale, ma tu hai la sensibilità di riuscire a vedere le cose oltre l’apparenza, per cui meriti a pieno titolo di far parte del nostro Club.

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Salve, amici insonni

io mi chiamo Marika ed anche io ho problemi di addormentamento. Sono un tipo molto ansioso ed insicuro, la verità è che ho paura di non risvegliarmi più. E’ cominciato tutto quando sono stata operata di calcoli alla colecisti e mi hanno fatto l’anestesia generale. Alla fine dell’intervento ho avuti problemi a risvegliarmi o, per meglio dire, per loro ho avuto problemi perchè non aprivo gli occhi, ma io ero ben sveglia e conscia e sentivo i loro discorsi, il loro affaccendarsi attorno al mio letto:

“Questa non accenna a risvegliarsi !”, “Ma che dose di anestetico le avete iniettato?”, “Ci sono i parenti in sala d’attesa?”, “Questa è la volta buona che ci scappa la denuncia!”, “Speriamo di no! Io non ho ancora rinnovato l’assicurazione per la responsabilità civile professionale!”

Alla fine, ricordo benissimo tutta la scena, mi hanno fatto diverse fiale di antidoto e finalmente ho aperto gli occhi. Vedendo le loro facce mascherate terrorizzate ho urlato di paura, è stato il mio modo di rinascere alla vita, come il pianto del neonato che viene alla luce.

Da allora ho paura di addormentarmi, il sonno mi sembra una prova della morte e nessuno mi garantisce il risveglio. Vado a letto molto tardi, guardo tutti i programmi della TV fino a notte inoltratra, Quando alla fine mi corico, dopo un po’ che sono distesa mi sento stringere la gola, mi manca il respiro, mi brucia la gola e devo alzarmi per andare alla finestra e bere un bicchiere d’acqua. A questo punto ritorno sul divano, mi copro con il plaid e riaccendo la TV e mi vedo tutte la repliche, su tutti i canali, facendo zapping da uno all’altro. Se ci fosse ancora il “Rischiatutto” di Mike Bmngiorno, potrei partecipare come concorrente sulla storia della TV o sulla programmazione degli ultimi 10 anni.

SMORFINA: la tua storia, cara Marika, è molto interessante. E’ vero, il sonno assomiglia ad una morte transitoria, tu non ci sei più, abdichi alla coscienza di te; certo, gli altri che ti vedono possono dire che sei viva, che continui a respirare, ma gli altri! Tu, per il tempo che dormi, non ci sei più, è come se fossi morta e mai nessuno ti può garantire il risveglio.

Nel tuo caso, tuttavia, visto il precedente (operazione per calcolosi della colecisti ) e per i sintomi che riferisci, ti consiglierei una visita specialistica dall’Internista o dal Gastroenterologo: può esere benissimo che tu abbia una esofagite da reflusso per cui, quando sei a letto in posizione orizzontale, l’acidità dello stomaco ti risale in gola ed in bocca e ti causa il bruciore, la chiusura della laringe e la difficoltà di respiro. La tua, cara Marika, potrebbe essere benissimo una forma secondaria di insonnia. Tienici informati sugli sviluppi.

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Salve morsituri

il mio nome e Spectrable e sono un rispettabilissimo ed affermato vampiro rampante.

Chi meglio di me vive la notte? Io che sono tenebroso per definizione, notturno e nottambulo, crepuscolare, diabolico, vampiresco e transilvano. Vado in giro la notte per le città spettrali in cerca di anime candide da pervertire, abiti bianchi da insozzare, divieti da infrangere, verginelle da deflorare (purtroppo sempre più rare). Farò di voi dei perfetti dannati, vi succhierò il sangue e l’anima.

Mi rivolgo soprattutto a voi donne sole, tristi ed infelici: zitelle, vedove, separate, divorziate, vergini ancora intatte. Anche la moderatrice mi piacerebbe incontrarla di notte al cimitero, per nutrirmi della sua sapienza e della sua ostentata cultura. Lasciate la finestra aperta e l’uccello dei vostri sogni, il pipistrello di fuoco verrà a regalarvi una notte indimenticabile ed a sottoporvi al rituale magico per l’eternità. Da ghiacciare il sangue nelle vene.

Aspettatemi al prossimo plenilunio.

MODER. Ecco ci mancava l’immancabile deficiente mitomane! Personalmente non credo a mostri, zombi e vampiri e posso, comunque, garantirti che da un nostro incontro non sarei di sicuro io ad avere la peggio. Vampiro avvisato…..posso ssere più rabbiosa di te! Stai alla larga dal nostro Club: sparisci nella notte buia e tempestosa, sprofonda nelle tenebre, ma sparisci.

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Salve amici d’insonnia,

mi chiamo Quasimodo il penitente. Ormai ho un’età piuttosto avanzata e l’insonnia è quindi del tutto naturale. In più la notte è per me il luogo ed il tempo dei pentimenti e del rimorso. Quasi ogni notte sistematicamente rivivo la mia esistenza e tutti gli errori che l’hanno costellata. Facendo un bilancio sono sicuramente di più gli errori commessi che le scelte azzeccate. Quante cose non rifarei!

Provo quasi un piacere perverso nel fustigarmi, è come se fosse un’autopunizione catartica.

In particolare rivivo in continuazione le occasioni mancate in campo sentimntale, le avventure che non si sono concretizzate, gli incontri galanti mancati. Anche in presenza di comportamenti inequivocabili di provocazione, di profferte amorose evidentissime.

Io ho fatto il Medico Condotto per quasi 40 anni ed, ovviamente, entravo in intimità fisica ed emotiva con le persone di sesso femminile: avevo la possibilità di vederle nude, di toccarle, di palparle; conoscevo i loro problemi, le loro carenze affettive, i loro desideri. Avrei avuto tante possibilità, col mio lavoro, di approccio sessuale ma sono stato estremamente sciocco e pavido ed ho mascherato la mia pavidità come moralità. Mi sono creato sempre inutili scrupoli verso l’etica, verso l’altra persona, verso me stesso e la mia consorte.

Tutti incombenti su di me, a giudicare il mio operato: mi sembrava di approfittare della situazione e della mia posizione, di tradire la fiducia di mia moglie, di venir meno ai miei obblighi deontologici e di infrangere la legge. Così ho sempre evitato di concretizzare le situazioni.

Oggi provo un grandissimo rimpianto, anche perchè quelle donne che si offrivano inutilmente a me, poi trovavano altre alternative e quando lo venivo a sapere mi mordevo le mani. A peggiorare la situazione, poi, mia moglie mi ha confessato in punto di morte di avermi tradito tre volte. Mi sono sentito crollare il mondo addosso. Dopo il funerale, non sono mai andato mai più al cimitero a portarle dei fiori, neanche per la ricorrenza dei defunti. Ora che sono in pensione e vedovo vorrei tanto recuperare il tempo perso, ma non mi capita più nessuna occasione. Se voglio una donna, ormai, devo pagarla profumatamente.

Oggi mi ritrovo solo, a cercare il sesso virtuale su internet o nei programmi per adulti dopo la mezzanotte. La mia insonnia è, forse, la giusta punizione per la mia insipienza.

SMORFINA: caro Quasimodo, mi fai molta tenerezza. Per la maggior parte di noi la vita è fatta soprattutto di errori ed è molto umano avere dei rimpianti e dei rimorsi. Anche perchè non sempre le cose sono andate per come avremmo sperato. Per ogni scelta che facciamo, anche la più insignificante, ci troviamo continuamente ad un bivio: scegliamo una direzione e verifichiamo dove ci ha portato. Se l’esito non è stato ottimale, è facile pensare che se avessimo preso l’altra direzione le cose sarebbero andate diversamente e meglio. Ma è un’ipotesi, non abbiamo, nè possiamo avere, alcuna certezza al riguardo. Può anche essere che se avessimo preso l’altra direzione saremmo andati incontro al precipizio. Se tu avessi concretizzato una delle tue avventure galanti mancate, chi ti dice che non avresti potuto contrarre una malattia venerea, o che un marito geloso non ti avrebbe potuto sparare o che tua moglie non si sarebbe potuta accorgere della relazione adulterina e che il tuo matrimonio sarebbe naufragato?

E’ evidente che sei rimasto ferito della confessione di tua moglie: lei ha ammesso l’adulterio in punto di morte per alleviare il peso del peccato sulla sua coscienza e “salvarsi ” l’anima, ma ha precipitato te all’inferno. Da qui la tua ossessione nel ricordare le tue mancate conquiste ed il tuo rincrescimento per non essere stato più audace e disinibito: è come se volessi modificare retroattivamente la realtà per consumare la tua vendetta. Dopo la dolorosa rivelazione non riesci acapacitarti di essere stato tanto “sciocco”: vorresti tamnto che le cose fossero andate diversamente; ripensandoci ossessivamente, per una sorta di “pensiero magico” inconsciamente speri dentro di te che la realtà veramente possa modificarsi. Ma il passato non si cancella nè si può più modificare.

Tu non c i dici quali siano le tue attuali condizioni di salute: sei autosufficidente? Perchè ti rinchiudi in te stesso, nei tuoi rimpianti, alla ricerca esclusiva di sesso virtuale? Perchè non ti iscrivi a qualche Club per single, ce ne sono tanti , di quelli che organizzano gite, serate danzanti , tornei di burraco etc , in modo da coltivare dei rapporti umani e sentimentali concreti con persone reali. Per il sesso, o anche semplicemente per un amore platonico o per una semplice amicizia non è mai troppo tardi!

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Cari amici e collaboratori,

oggi festeggiamo con un piccolo rinfresco il primo anno di vita del nostro sito.

Grazie al lavoro ed all’impegno di tutti abbiamo già raggiunto risultati lusinghieri: siamo a quota 5000 di iscritti, i visitatori in questo primo anno sono stati 24000 con una media giornaliera di circa 300 contatti. Ma le prospettive di crescita sono ancora più incoraggianti: il nostro è un sito di nicchia ma ha suscitato molto interesse e in tanti hanno richiesto la nostra collaborazione. La facoltà di Medicina dell’università di Bologna, pioniere nel campo degli Studi sui disturbi del sonno, ci ha chiesto l’accesso al nostro database per degli studi di carattere epidemiologico sulla prevalenza e distribuzione delle patologie del sonno. E questo penso si possa fare purchè i dati vengano trattati in forma aggregata, a scopo puramente statistico ed in modalità asolutamente anonima. In cambio sarebbero disponibili a fornirci contenuti di carattere scientifico ed un servizio di consulenza on line. Questa collaborazione può essere molto importante perchè noi dobbiamo offrire al nostro pubblico un servizio esaustivo. Nel nostro sito gli utenti devono trovare notizie utili e di carattere pratico: in quali Centri andare per la diagnosi, le terapie farmacologiche e non, le associazioni di categoria, i siti di approfondimento e quant’altro possa essere pertinente.

Anche la Polizia di Stato ha chiesto l’accesso ai nostri archivi. La notte, vedete, è una dimensione strana, magica. Da un lato prevalgono le angosce e tutte le paure, soprattutto della morte, dall’altro i rimorsi, i pentimenti ed i sensi di colpa per cui si allentano i freni inibitori, si cerca aiuto e si apre l’intimità alla confessione. Alcune confessioni possono avere risvolti penali ed aiutare nelle indagini su casi irrisolti. Su questo punto la nostra posizione è irrevocabilmente di rifiuto: noi non possiamo violare la privacy dei nostri utenti nè tradire la loro fiducia.

Come sapete, anche io sono affetta da una tra le più rare forme di insonnia e per me le persone che si rivolgono al nostro sito sono anzitutto fratelli verso i quali dobbiamo provare e praticare la più grande empatia. Se loro sono in grado, autonomamente o attraverso la Polizia Postale, di risalire al computer da cui parte la connessione al nostro sito o all’identità degli utenti, benissimo, ma noi non violeremo mai il segreto di quanto ci viene detto in “confessione”.

I nostri visitatori di solito non sono di passaggio, hanno molto tempo da trascorrere e perciò dobbiamo intrattenerli potenziando la nostra offerta di contenuti. Soprattutto dobbiamo coinvolgerli in forma interattiva, farli discutere di qualsiasi argomento: sport, politica, arte e letteratura, attualità etc. Io continuerò ad occuparmi di questo forum per così dire “generalista” che costituisce il primo contatto ed il biglietto da visita del nostro sito. Ma dobbiamo attivare altre aree tematiche di discussione, ognuna col suo moderatore. Dobbiamo offrire ai nostri utenti sempre di più:  visione di film, eventi sportivi, balletti, teatro, libri, corsi teorico-pratici ( di cucina, cucito, ballo etc), seminari, convegni, corsi di studio fino alla laurea on line. Dobbiamo fidelizzare i nostri utenti. 

E’ giunto, inoltre, il momento di passare dal virtuale al reale ed offrire ai nostri utenti anche servizi materiali: spazi commerciali per gli acquisti on line con incentivi di sconti e promozioni varie; una carta di credito con il nostro logo; strutture per le vacanze: ricordiamoci che l’insonnia è un problema mondiale, complessivamente si tratta di grandi numeri: se riusciamo ad organizzare in una località amena un centro vacanza dedicato, con il prolungamento delle attività per tutta la notte, avremo una clientela da tutto il mondo.

Pensavo anche al lancio di brand che possano identificarci, da utilizzare per il merchandising di profumi, abbigliamento, gadget, intimo etc etc.
Penso a dei marchi tipo “
DIMENSIONE NOTTE“, “NOTTINGAME“, “NOCTI’S” , “NOTTING”, “YOUNIGHT” etc.

Vorrei stimolarvi, al riguardo, a sottopormi, i vostri suggerimenti e le vostre proposte.

Con la collaborazione fattiva e l’entusiasmo di tutti possiamo crescere insieme e raggiungere risultati ancora più entusiasmantie traguardi ancora più prestigiosi. Dobbiamo crescere culturalmente, tecnologicamente ed economicamente. Siamo un sito di nicchia, è vero, e questo ci facilita il compito perché non c’è concorrenza agguerrita e sarà più facile raggiungere livelli di eccellenza e diventare il punto di riferimento.

Ora brindiamo ai nostri futuri successi.

AD MAIORA

© Antonio Giordano 2010

2 Commenti a “INSOMNIA”

  1. andrea dice:

    Ciao Antonio!
    Erano settimane che mi ripromettevo di leggerti, e finalmente ho trovaot il tempo per farlo.

    Curioso questo tuo. Ma è tutto frutto di fantasia o ti ispiri ad esperienze più o meno vere? Magari il sito esiste davvero?

    Simpatica comunque l’idea di usare la forma del “forum” in chiave letteraria.

    Grazie per avercelo fatto leggere,

    Andrea.

  2. biorritmo dice:

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