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Racconto. L’albero e il cemento.

Pubblicato da poesia42 il 17 febbraio 2010

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Nel piccolo giardino un esile alberello un uomo un dì ha piantato. Era malato e più nessuno lo ha guardato,
madre natura con amore l’ha curato,molti anni son passati e il piccolo alberello ora non è più quello.
D’alto fusto è diventato, sano, forte e ben piantato, non lo scuote nessun vento, la sua chioma è rigogliosa
madre terra ne è orgogliosa. Le sue fronde folte e tante fan riparo a ogni viandante, hai suoi piedi son sbocciati
fiori bianchi delicati, tutto intorno è un’armonia par vedere una magia.
Nel cielo turchino bianche nuvole ammirano il bel giardino,orché nell’aria echeggia un cupo suono,
c’è un gran fermento ora laggiù, bianche le nuvole si chiedono cos’è!
E con sgomento vedono che…hanno abbattuto l’albero.
Or giace tra l’erba, i bei rami tendono in alto come voler chiedere al cielo perché!
I fiori attoniti ha piegato le loro corolle e bianchi petali lascian cadere accanto al bell’albero,
qual saluto, un omaggio ed un ‘ultimo inchino.
Son passati gli anni, al posto del bell’albero c’è un edificio grigio, nessuno più ricorda il piccolo giardino.
E passa ancora il tempo,ora c’è un grande muro e dicono…che l’hanno costruito per abbellimento!
E’ bello sì quel muro, ma se lo guardi dentro; è fatto solamente col cemento.

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