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Carlo refurtiva, operazione Mirò

Pubblicato da poetto il 31 marzo 2009

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L’altro giorno sono entrato in casa del vicino, una bella casa, doppia della mia, visto che ha unito due appartamenti.
Sono entrato perché voleva parlarmi dei lavori di ristrutturazione del palazzo.
Gli ho spiegato che sono in affitto e non sapevo bene come funzionano le storie delle ristrutturazioni, essendo in affitto.
Gli dissi subito che avevo un po’ di fretta perché dovevo andare a prendere mia moglie.
In casa aveva tutta una serie di quadri, alcuni decisamente brutti.
Mentre mi parlava mi girai per vedere meglio uno strano, e decisamente brutto, quadro, era un insieme di colori senza senso, naturalmente secondo la mia visone da profano.
Lui si accorse che stavo guardando quella macchia di colori, sorrise poi disse: è un Mirò…pensa, l’ha comprato mio padre per pochi soldi ora è anche sui libri.
Gli dissi che non mi intendevo di arte e non conoscevo quell’artista.
Riprendemmo la discussione sul palazzo.
Andai via cercando di tenere a mente l’immagine del quadro, avevo detto una bugia, sapevo che quell’artista era molto quotato.

Guardo l’orologio, segna le 15, vedo arrivare Mario.
Lui è il mio consulente d’arte, se così si può dire.
Ci incontriamo davanti ad un bar, entriamo e ci sediamo.
Mario, sottobraccio, ha un bel librone.
L’ho chiamato, spiegandogli di aver trovato un Mirò.
Apre il librone pieno di foto delle opere di Mirò.
Lo sfogliamo.
Verso la fine del libro, eccolo!
Ho trovato il “mio” quadro.
. E’ questo! – esclamo indicando la figura colorata.
. Sei sicuro? – mi fa lui con tono sorpreso.
. Si! vedi, ho cercato di tenere a mente la figura il più possibile, poi, a casa, ho fatto un disegno per evitare di dimenticarlo.
. Questo vale…almeno cento milioni di lire.
. Caspita! Sai se si può piazzare?
. Provo a vedere se trovo qualcuno interessato…ti avverto, sarà difficile.
. Lo so! È uno di peso questo Mirò…senti, mi accontento anche di cinquanta milioni, mi pare una cifra vantaggiosa. Che ne dici?
. Ripeto, non ti prometto nulla.
. Sai cosa intendo fare?
. Cosa?
. Lo faccio copiare da qualcuno poi lo scambio…che ne pensi? L’altra volta mi avevi parlato…
. Ti avevo parlato di…ho capito vuoi che te lo coppi.
. Vedo che hai capito al volo. Senti, la mia idea è questa…allora…tu mi fai la copia e io lo sostituisco…sono convinto che, se la copia è fatta bene, non si accorgerà di nulla.
Ci salutiamo con la promessa di avere la copia entro la fine del mese.
Il prossimo mese è agosto, il vicino mi ha già preannunciato che si recherà quindici giorni nella regione d’origine della moglie.
Quella copia mi serve per quel periodo.

Passano i giorni.
Questa mattina mi devo vedere con Nando per il problema dell’antifurto.
Il vicino ha un antifurto a protezione della propria abitazione.
Ho invitato Nando a pranzo.
Chiara sente suonare il campanello, è Lui, vado ad aprire.
A casa mi dice cosa ha visto e come si può neutralizzare quell’aggeggio.
Mi spiega che è uno dell’ultima generazione, comunque, secondo lui, non mi devo preoccupare.

Le due del mattino, il silenzio è padrone del palazzo.
Decido di fare il calco alla serratura.
So per certo che la casa è vuota, torneranno lunedì mattina, l’ha detto la moglie alla mia.
Prendo l’impronta della chiave e risalgo a dormire.

Mercoledì pomeriggio.
Il tempo delle ferie si avvicina.
Finalmente Mario chiama.
Ha tutto pronto, manca l’acquirente.
Decido di procedere ugualmente allo scambio.

Finalmente arrivano le ferie.
Fortunatamente, non solo il vicino del piano di sotto ma anche gli altri sono in vacanza.
Il palazzo, per alcuni giorni, sarà “mio”.
Potrò lavorare con calma.

Lunedì.
Guardo l’orologio, segna le dieci e venti.
Scendo al piano di sotto, neutralizzo l’allarme, facendo in modo che non rimangano segni quando lo riattiverò.
Entro dentro l’appartamento.
La tentazione di prendere altro è forte.
Sarebbe troppo rischioso.
Prendo il quadro.
Sto per fare lo scambio quando mi accorgo che la cornice del mio quadro, la stessa della foto, non corrisponde a quella del quadro appeso, è un’altra…il colore di quella originale è più chiaro.
Mario era riuscito a trovare lo stesso tipo di cornice, identico colore, di quella della foto; aveva fatto un lavorone…peccato!
Decido di portare a casa l’originale, devo assolutamente sostituire la cornice, altrimenti si accorgerà dello scambio.
Chiara mi vede rientrare con due quadri, le spiego brevemente quello che è successo, colpa mia, pensavo che il colore della cornice fosse identico a quello della foto.
Riusciamo a fare lo scambio di cornici senza problemi.
Metto la copia, con la cornice originale, al suo posto, riattivo l’antifurto e torno a casa.

Sono passati tre giorni.
Con Mario ci diamo appuntamento al solito bar.
Questa volta ho con me il quadro.
In auto, prima di entrare al bar, gli mostro la tela.
Lui la esamina, sorride.
Quel sorriso mi fa pensare che la tela sia un falso.
. Sono riuscito a trovare un compratore.
. Da come guardavi mi hai fatto temere che fosse un falso. Un compratore dicevi?!
. Già! Il quadro è verissimo e anche famosissimo. Il problema è che non vogliono sganciare più di quaranta milioni di lire.
. Quaranta milioni dici?! Non hai trovato altri?
. Il quadro è troppo famoso…è un rischio grosso farlo vedere in giro. Se quel tizio dovesse, un giorno, rendersi conto di non avere più l’originale…bhé se ha tutte le carte in mano che dimostrano l’autenticità del quadro…come hai visto dietro al quadro non c’è nulla, forse, ammesso che ci siano, ha dei documenti da qualche parte.
. Ho capito! Più di quello non riusciamo a spuntare.
. Facciamo come al solito?
. Va bene.

I giorni passano, le ferie finiscono.
Tutto il palazzo si rianima, sono tornati tutti, compresi quelli del quadro.
Il vicino mi chiama, vuole sapere cosa ho risolto per la storia della ristrutturazione.
Mi chiede se posso avvicinarmi un attimo a casa sua.
Entro dentro.
Guardo la tela.
Ascolto distrattamente il suo ragionamento.
Dopo una ventina di minuti circa, esco da quella casa con la convinzione di aver fatto un bel lavoro.
Sono convinto che non si sia accorto di nulla.
Fortunatamente il nostro vicino non è un esperto, non si accorgerà di nulla, anche se, temo, prima o poi qualche esperto scoprirà che il quadro appeso non è un Mirò.

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