Quello che mi passa per la testa…..

Una raccolta www.storydrawer.org

ANGEL ROOM – Chapter Two – Sogni e sensazioni

Pubblicato da unsoundnosound il 20 settembre 2007

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 votes, average: 2,00 out of 5)
Loading ... Loading …

Capitolo 2: Sogni e
sensazioni.

Il campanello suonò per la seconda volta, non ero certo
dell’umore giusto per vedere qualcuno, ma visto che solitamente non mi veniva a
chiamare nessuno, decisi di andare ad aprire.

Era una donna. Forse si era trasferita da poco.

-buonasera, mi chiamo Asia, sono la sua nuova vicina- era
molto cordiale…

La guardai, e non mi sembrava la prima volta, sentivo di
conoscerla, ma non trovai la sua posizione nei miei ricordi…

-bene- questa fu la mia unica risposta, sentivo una leggera
fitta al cervello, forse mi era venuta la febbre, forse ho preso una botta
quando mi sono addormentato…

-senta, io domani sera faccio una piccola festa a casa mia,
ho invitato tutti quelli del palazzo, e mi avrebbe fatto molto piacere che lei
fosse presente…- era molto educata strano per una della sua età, avrebbe dovuto
avere intorno ai ventidue, ventitre anni, strano anche che abiti da sola…di
solito i ragazzi di quell’età stanno a casa coccolati dai genitori.

-bé vedrò che posso fare…-non avevo la minima intenzione di
andarci, tutti quei sguardi che mi fissavano come se fossi un fantasma., no,
non ne avevo voglia.

-ci conto!- era fiduciosa…

Chiusi la porta, e tornai a letto.

Non avevo voglia di fare nulla, ho guardato il soffitto per
ore….

Ho pensato molto, anche a mio padre… ma non sono riuscito a
trovare un buon motivo perché io andassi da lui, ma il solo fatto di pensarci
per me era strano, forse Luna aveva più influenza su di me di quanto pensassi.
Tentai di pensare ad altro, ma l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era quel
volto che avevo visto nello specchio.

Cominciai a sentire dei dolori allo stomaco, i miei soliti
dolori allo stomaco, più che un mal di pancia era come se le mie interiora si
capovolgessero godendo nel farmi male…

Ormai ci ero abituato, ma non per questo era piacevole.

Presi le mie solite pasticche e mi rimisi sul divano.

Mi accesi una sigaretta.

Quella donna, io l’avevo già vista da qualche parte, non mi
ricordo dove, ma sento di averla già vista, ma non riuscivo a collocarla da
nessuna parte.

Accesi la radio, avevo voglia di sentire un po’ di musica,
ero indeciso tra Steve Vai, i Nirvana e Jimi Hendrix… scelsi i Nirvana, alcune
loro canzoni erano più vicine al mio stato d’animo. Something in the way.

Alzai il volume al massimo, e cominciai a cucinarmi qualcosa
di precotto.

Cenai e dopo mi misi a letto.

 

 

-Ogni volta che un uomo si chiede chi sia, si da mille
risposte, tutti hanno una ragion d’essere, uno scopo nella vita, ma tu Adamo,
perché sei qui? Tu non ami, tu non provi gioia, tu non provi piacere, tu non
provi…nulla.

Senti solo odio, e odio è quello che dai. Ma questo sei tu?

Ti ricordi di quando avevi solo sei anni, la tua famiglia
era una delle più ricche della zona, e tu eri un ragazzino viziato dai
genitori, ti riempivano di regali per riempire il vuoto che lasciavano con la
loro assenza.

Ogni volta piangevi di nascosto, dentro la tua camera a
sognare chissà cosa, ti sentivi abbandonato, l’unica persona che ti
riusciva  a calmare era tua sorella, lì
eri tranquillo. Dove è finita la tua pace? Il tuo amore?

Ora dove sei Adamo?

 

Mi trovavo su una collina con strani alberi spogli grandi
centinaia di metri e spessi altrettanto, mi sentivo minuscolo e insignificante.
Camminavo senza metà sorretto dalla sola voglia di vedere cosa c’era al di là
del confine.

Camminai per ore giorni settimane mesi anni. E alla fine
arrivai al confine, e trovai… uno specchio. Ma quello specchio rifletteva solo
me, o meglio un uomo che sembrava me, era vestito di un’armatura nera, in mano
aveva una spada insanguinata e sul suo volto c’era dipinta la soddisfazione. Mi
faceva paura…

-Chi sei?- gli domandai.

-Sono l’ombra danzante di un uomo che non è mai stato vero.-

 

Mi girai ma dietro di me era tutto bianco, mi girai di nuovo
verso il cavaliere, ma davanti  a me
trovai una donna.

Era splendida i suoi occhi erano d’argento, i capelli
castani, spostati dal vento che soffiava nella mia direzione, sembravano
volessero abbracciarmi. Piangeva. Il suo volto triste mi spezzava il cuore, ma
non versava lacrime normali, lei piangeva sangue, il suo cuore piangeva…

Il mio di cuore si era fermato, so che quando un uomo
incontra la donna della sua vita non sono tanto importanti i momenti in cui il
cuore comincia a battere, ma quelli in cui il cuore si ferma.

Si portò la mano dietro la schiena e…

 

Era mattino. Ed era un sogno, un sogno ricorrente.

venerdì 16 dicembre.

Una giornata incredibilmente gelida.

Mi affacciai dalla finestra e vidi che la pioggia caduta la
sera precedente si era ghiacciata. Gente che versava acqua calda sui finestrini
delle loro auto per togliere il ghiaccio e andare al lavoro, ragazzi che si
incontravano per andare a scuola, macchine che suonavano a quelle davanti per
urlargli meglio di  andare più veloce
insultandosi a vicenda. Una scena quasi comica.

Mi andai a lavare, avevo un po’ di fame e così mi preparai
del Tè.

Erano le sette e quarantacinque.

Io lavoro in un cinema. O meglio sono il proprietario di un
piccolo cinema a 3 sale.

Il “Movie”, non è un gran nome ma non è che mi importi poi
così tanto.

La fortuna di essere proprietario di un cinema è che non
devi andarci molto spesso, e che sicuramente la mattina non lavori, se non per
qualche scuola.

Faccio qualche pulizia per casa, e mi vesto.

 

 

Alle dieci esco per andare a comprare qualcosa per casa.

Vado nel solito supermercato vicino casa mia, quasi ogni
anno cambia gestione, prima si chiamava in un modo poi Sosty, e ora Tigre.

Non c’è molta gente.

Entro e prendo un carrello, pane, pasta, patatine fritte,
pizza, birra coca cola detersivo shampoo balsamo e piatti di plastica, questa è
la mia solita spesa.

Mi fermo un attimo per vedere quale marca di birra comprare,
quando incontro la ragazza che mi aveva invitato alla festa la sera prima.

-ciao!- mi saluta allegra.

Faccio un cenno con il capo e vado avanti.

-sai stavo comprando qualcosa per stasera, tu che fai, ci
sarai?

Era quasi speranzosa.

-non lo so, credo che non riuscirò a venire…-

-oh, mi dispiace…- era veramente dispiaciuta.

Non mi attardai molto a parlare con lei pagai quello che
avevo preso e andai a casa.

Entrato a casa sistemai le cose e mi misi a fare alcuni
conti per il cinema.

Continuo a leggere Pasto Nudo di Burroughs.

La mattina è come tutte le altre.

Verso le tre meno un quarto esco per andare al cinema, devo
sistemare alcune cose.

Non viene molta gente, d’altronde i film che ho sono già
usciti da un po’, e sto aspettando per alcune nuove uscite interressanti.

Verso le nove torno a casa.

Salgo le scale e vedo uscire della gente mai vista prima.

Sento della musica, e mi ricordo la festa preparata dalla
mia vicina, non so perché ma stavo per bussare alla sua porta… scuoto la testa
e vado davanti la mia porta di casa.

Un brivido mi percorre la schiena, mi giro e un ragazzo esce
dalla porta di Asia, e alto, forse un metro e novanta, capelli lunghi biondi,
esce con una ragazza dai capelli tinti rossi, si baciano, lui le dice qualcosa
nell’orecchio, lei sorride e se ne vanno.

Ho un brutto presentimento, ed è strano, perché non mi è mai
capitato, e non ho mai creduto a queste cose.

Entro in casa, accendo la luce e metto un po’ di TV, fanno
uno dei miei film preferiti, anche se è un po’ vecchio, Edward Mani di Forbici.

Metto a cuocere le patatine fritte, e guardo il film.

 

 

 

 

 

Credo che i sogni siano desideri nascosti da un velo di
gravità.

 

 

3 Commenti a “ANGEL ROOM – Chapter Two – Sogni e sensazioni”

  1. marilety dice:

    mi piace il tuo racconto sembre un diario è pieno di sentimenti che trapelano …..continua a farcelo leggere

  2. fabio dice:

    Ciao Ryan,
    sono contento che hai colto il suggerimento di pubblicare i vari capitoli separatamente. ^_^
    Nessuna spiegazione per la strana telefonata di cui si narrava nel primo capitolo….ed ora questo strano sogno. La storia si fa decisamente interessante :).

  3. Andrea dice:

    Mi associo al commento di marilety. Bello il tuo racconto, nel suo essere un diario senza la forma del diario. La scena onirica ti e’ venuta particolarmente bene, secondo me :)
    Aspetto la prossima puntata…

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>