Finalmente a casa. La porta del suo appartamento si apri’ automaticamente, dopo aver rapidamente letto l’impronta mentale che il neurochip aveva trasmesso via etere su richiesta.
Dentro c’era Anne, sua moglie.
Si erano conosciuti nove mesi prima, quando entrambi avevano fatto domanda per un partner alla Gestione Rapporti Personali.
Dopo un’approfondita analisi psicologica ed un attento studio del loro DNA, la Gestione aveva concluso che non solo sarebbero stati una coppia affiatata, ma dalla loro unione c’erano altissime probabilita’ di ottenere un Sognante.
Un Sognante per figlio! Avrebbe significato finalmente un posto di rilievo nella societa’.
I Normali avevano ormai da tempo adottato una politica di scrupoloso bilanciamento dei Talenti dei nascituri.
Servivano un gran numero di Lavoranti, ovviamente. L’idea di costruire macchine che sostituissero il lavoro umano era stata abbandonata da diversi decenni. L’ultimo passo in questa direzione fu l’invenzione del primo neurochip, che consenti’ di interfacciare il cervello umano con un computer per lo scambio reciproco di dati. Le ricerche si intensificarono allora soprattutto nell’ambito della realta’ virtuale, ma un tenace gruppo di scienziati si concentro’ invece sul controllo motorio. Sembrava pero’ che il cervello umano fosse stranamente restio a cedere il controllo del proprio corpo. Gli studi stavano ormai arenandosi, quando finalmente venne scoperto il primo Lavorante. Una caratteristica genetica consentiva ad un appostio neurochip di assumere il completo controllo delle funzioni del suo corpo, mentre il cervello poteva essere mandato in stato di sonno, oppure stimolato con sensazioni artificiali.
Quella scoperta segno’ la piu’ grande svolta nella storia dell’umanita’. Ben presto il fattore genetico che rendeva i Lavoranti cosi’ speciali venne identificato, e la Gestione Rapporti Personali venne incaricata di predisporre unioni matrimoniali appositamente studiate per trasmettere alla prole questa preziosissima abilita’.
Ormai i Lavoranti erano la maggior parte della popolazione, anche se una piccola percentuale delle unioni veniva ancora pianificata in modo da dar luogo a individui senza alcun Talento (i Normali, appunto) che si sarebbero occupati della gestione attiva della societa’.
C’erano poi i Talenti rari.
Da che mondo e’ mondo, c’era sempre stato qualche ciarlatano che diceva di essere in grado di leggere i pensieri, o di predire il futuro. L’invenzione del neurochip rese definitivamente possibile smascherare gran parte di questi truffatori. Allo stesso tempo pero’ si scopri’ che nei cervelli di alcuni di questi “ciarlatani” avvenivano veramente dei processi anomali.
Uno studio approfondito su un gruppo di sedicenti telepati porto’ alla scoperta del primo dei Talenti rari: quello che poi sarebbe stato chiamato un Sognante. In questi particolari individui, il cervello aveva sviluppato la capacita’ di percepire, seppur debolmente, i campi elettromagnetici prodotti dall’attivita’ celebrale di altre persone, e di trasmettere a sua volta segnali. Purtroppo il cervello umano non si era evoluto per esser usato come ripetitore o antenna, quindi l’efficienza della ricezione e della trasmissione era cosi’ bassa, e la potenza del segnale cosi’ debole, da escludere qualsiasi uso pratico dei Sognanti. Questo fino a quando a qualcuno non venne in mente di produrre un neurochip leggermente modificato. Invece di interfacciare informazioni digitali (provenienti dal computer) con informazioni analogiche (proprie del cervello umano), il nuovo modello interfacciava direttamente due sistemi analogici, cioe’ due menti umane. Un Sognante poteva cosi’ collegare con un cavo il proprio neurochip a quello di un’altra persona ed usare il proprio Talento per tramettere/ricevere direttamente nel cervello ricevente.
Le prime applicazioni riguardarono la lettura del pensiero, in particolare in campo giudiziario, ma il vero potenziale dei Sognanti si rivelo’ a pieno solo piu’ tardi, nel campo della realta’ virtuale. I computer erano da tempo in grado di presentare scenari naturali anche molto complessi e di simulare pressoche’ qualunque sensazione che il cervello umano potesse ricevere, ma restavano incredibilmente carenti nella simulazione di individui umani. Se ci si accontentava di volare attorno a Giove, un computer poteva andar bene, ma se si voleva simulare un incontro con una persona… beh, non si era ancora trovato un software in grado di riprodurre in maniera realistica il comportamento umano. A questo punto entrarono in gioco i Sognanti. La mente umana infatti e’ sempre stata in grado di simulare il comportamento di altre menti, proprio nei sogni.
All’inizio i Sognanti si connettevano con altre menti mentre dormivano e trasmettevano i propri sogni. Mano a mano si svilupparono tecniche di concentrazione e trance che permettevano non solo di sognare quando lo si volesse, ma anche di decidere cosa sognare. Questo fece si’ che presto i Sognanti divenissero gli individui piu’ ricercati e meglio pagati del mondo. Per loro fortuna, il loro Talento era estremamente raro, e difficile da produrre, anche con i potenti mezzi di cui disponeva la Gestione. Per diverse decine di anni i Sognanti occuparono insomma la vetta della societa’.
Almeno fino a quando non venne scoperto il primo Curvante…
Il Lavorante (2)
ottobre 3, 2006 | 4 Commenti
ottobre 3, 2006 a 10:39 am
Direi che con questa seconda parte tutto è diventato più chiaro. Lo sai che la Fantascienza mi appassiona, la struttura sociale che hai creato è davvero interessante. A quando il terzo capitolo? ^_^
ottobre 3, 2006 a 11:15 am
Mi associo al giudizio di Fabio. Per quanto non ami particolarmente la fantascienza devo ammettere che questi primi episodi rievocano un pò gli scenari di Blade Runner, l’unico film di fantascienza che mi è piaciuto e che rivedo volentieri nel tempo.
ottobre 3, 2006 a 12:44 pm
Grazie evaluna! Essere paragonato a Blade Runner non capita tutti i giorni :)
Comunque avevo in mente di creare una storia un po’ meno cupa, ma questa ormai e’ uscita fuori cosi’ (e non crediate che alla fine migliori -_^). Sara’ per la prossima…
ottobre 3, 2006 a 1:00 pm
Ecco, adesso la storia si fà più interessante. Immaginavo che potesse avere un seguito come questo. Tu continua a parlare di microchip e io ti seguo come un’ombra.