Andrea

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Il Lavorante (3)

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La sua casa era in un tranquillo quartiere residenziale, di livello medio-alto. Non avrebbe potuto permettersela col suo solo stipendio, ma la Gestione Rapporti Personali preferiva che i futuri Talenti rari crescessero in un ambiente pulito, sicuro e benestante, quindi non era raro che fosse la Gestione stessa a procurare alloggi alle coppie di potenziali genitori.
A loro era andata abbastanza bene: erano in una graziosa palazzina con altre quattro famiglie. Ogni appartamento aveva addirittua un piccolo giardino. I vicini erano simpatici, e non poteva essere altrimenti dato che la Gestione controllava l’affinita’ dei nuovi arrivati con il gruppo gia’ esistente prima di assegnare la casa.
Dentro c’era Anne, che, col neurochip collegato all’unita’ di intrattenimento, seguiva il suo programma preferito. L’unita’ la avverti’ che John era tornato e lei si scollego’ per salutarlo.
“Com’e’ andata oggi?”
“Giove, come al solito”
“Dovresti cambiare simulazione ogni tanto… perche’ non provi qualche bel paesaggio montano?”
“No, lo sai che preferisco lo spazio”
“Ok, ma allora almeno prova anche l’alba su Mercurio, o il centro della galassia”
“Mah, non saprei… Giove mi sembra piu’ rilassante. Ho una fame incredibile! Ti va di cenare subito?”
“Certo, come vuoi. E’ gia’ tutto pronto”
I rapporti con Anne erano molto buoni. La Gestione raramente sbagliava nell’assortire una coppia, e dopo qualche giorno dal loro primo incontro era gia’ nato un certo affiatamento, che ormai si era trasformato in un profondo affetto.
Si stavano per sedere a tavola, quando improvvisamente Anne si immobilizzo’, fissando pallida un punto dall’altra parte della stanza. John segui’ il suo sguardo, e quello che vide gli fece gelare il sangue.
L’aria sembrava tremolare, cambiare spessore, era come se li’ nella loro sala da pranzo ci fosse una lente di ingrandimento che deformava l’immagine della parete retrostante.
Ne’ John ne’ Anne erano degli stupidi, e quindi sapevano bene qual’era l’unica cosa in grado di produrre quell’effetto.

Dopo la scoperta dei Sognanti, le ricerche sui cosiddetti fenomeni paranormali si intensificarono, ma senza grandi risultati. Il piu’ snobbato dei filoni di ricerca era quello sulla chiaroveggenza, per ovvi motivi. Eppure fu proprio da li’ che venne l’ultima (e la piu’ grande, fino a questo momento) scoperta nel campo dei Talenti rari. Alcuni dei soggetti esaminati sembravano veramente in grado di estendere la propria consapevolezza a punti del tempo nel futuro. La capacita’ era innata e, come pure per i Sognanti, incredibilmente debole al suo stato naturale. La sola idea che il viaggio nel tempo fosse possibile pero’ fece si’ che una valanga di finanziamenti si riversasse su quel filone di ricerca. In pochi anni, attente misurazioni rivelarono una cosa sbalorditiva: i nuovi Talenti erano in grado di perturbare il tessuto stesso della realta’ intorno a loro. La loro mente era cioe’ in grado, con meccanismi tuttora completamente ignoti, di curvare lo spazio-tempo. La curvatura che un Curvante riusciva ad imporre allo spazio era naturalmente debolissima, a causa dell’energia (per forza di cose molto limitata) che la sua mente aveva a disposizione. Tuttavia, con un apposito neurochip ed una fonte di energia adeguata…
In breve tempo i Curvanti rivoluzionarono completamente la societa’ umana in maniera molto piu’ profonda di quanto i Sognanti avessero mai fatto. Improvvisamente si apri’ la possibilita’ di viaggi interstellari, limitati solamente dalla disponibilita’ di Curvanti e dalla loro volonta’ di collaborare. La seconda difficolta’ fu facilmente superata dai Normali semplicemente ritoccando qui e la’ i diritti civili attribuibili ad un Curvante, in modo che ora i Curvanti erano da una parte gli individui piu’ benestanti del pianeta, dall’altra gli unici che non potevano mai smettere di lavorare. Anche la definizione di “lavoro” nel caso di un Curvante era in realta’ un po’ da rivedere: la curvatura dello spazio veniva effettuata dal Curvante a livello totalmente inconscio. Questo significava che tutto quello che un Curvante doveva fare era connettersi al computer di bordo della sua nave e cedergli il controllo delle sue capacita’ curvanti. Essendo funzioni inconscie, l’effetto sulla consapevolezza del Curvante era pressoche’ nullo: in pratica i Curvanti dovevano solo essere fisicamente presenti sulla nave, collegarsi via etere al computer, e poi andarsere a passeggio, dormire, fare insomma quello che volevano (tranne, ovviamente, uccidersi). Il computer avrebbe attinto l’energia necessaria dai motori, incanalandola nel Talento del Curvante per potersi muovere nell’universo senza alcun limite di velocita’. L’unico neo di questo scenario era l’estrema rarita’ dei Curvanti. Il Talento era a tutt’oggi impossibile da fissare geneticamente, ed appariva praticamente a caso nella poplazione.
Mentre il viaggio spaziale fu subito sviluppato, la potenzialita’ piu’ affascinante dei Curvanti (cioe’ il viaggio nel tempo) restava ancora, per ironia della sorte, un mistero, e in nessun modo si era riusciti a trasferirne il controllo ad un computer, ne’ a collegarla ad una fonte di energia esterna.

Quello che John e Anne stavano vedendo in salotto era il tipico effetto generato dalla mente di un Curvante attorno alla sua nave.
Improvvisaamente, lo spazio che si era curvato fino a sembrare quasi una bolla di vetro, si riempi’ di una luce abbagliante, e poi torno’ perfettamente liscio e spento. Insomma normale.
Dove poco prima c’era stata la sfera luminosa pero’ giaceva ora immobile un essere umano.

andrea

Autore: andrea

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2 Commenti

  1. Forte forte, temo che ci sarà sicuramente un quarto racconto! :P…datti da fare, su!

  2. sempre più emozionante ………. mi fiondo subito sul quarto racconto :-)))

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