Henry,
je me souviens de toi
et de ta mère.
Henry,
je me souviens de ton regard
et
de ta main,
qui
chaude et petite
était
dans la mienne.
Henry,
je me souviens de moi,
qui
cherche, qui cherche,
de pas regarder ta mère.
Henry,
je me souviens de toi,
qui
ne parlant pas,
si
bien
tu
te faisait comprendre,
si
bien
tu
te faisait comprendre.
Henry,
je
me souviens
de
la douceur
qu’entre
vous coulait légere
qu’entre
vous coulait légere
et
de ta mère: Hélène.
Milano 17 – 5 – 97
Perchè in francese? Vuol dire che eri interessato alla mamma? Scusa, io non ho un animo molto poetico, ma l’immagine del faciullino e della sua manina l’ho trovata graziosa, anche se era un po’ la “creatura dello schermo”. macrina
Non avevo ancora visto “Henry” dopo la migrazione e gli -a capo- sono tutti sbagliati, tra qualche giorno lo ritirerò.
La donna e il figlio sono francesi, mi è sembrato normale scriverne in francese.
Cosa intendi con “la creatura dello schermo”? Mi è capitato in più di una occasione di trovarmi molto bene con i figli di donne con cui sono stato, forse io non rappresentavo una figura di “autorità” e perciò era più facile per me rapportarmi con loro di quanto non lo fosse per le loro madri, ma in varie occasioni finito il rapporto di coppia ho rimpianto di più la mancanza dei figli che delle madri, e non dico solo di bambini, ma anche di adolescenti e oltre, ciò, nonostante io non abbia mai avuto desiderio di paternità, credo di essere uno “zio” per vocazione.
BdA