L’odore della salvia, sacra foglia
che impavida sul Carso sfida il vento,
tra rocce scabre e aguzze insieme al timo,
nudo mi giunse dallo spazzolino.
Un poco del veleno, distillato
da quelle foglie intrepide e pelose,
disinfetta e deterge questi denti
che al tuo sguardo si offrono in sorriso
prima di mordere i tuoi dolci lobi,
che al naso quasi sanno di elicriso,
ma tu ti neghi e istupidito resto.
Distillato piacere dal dolore
come un velen l’aspiro e forse vinco
sul lineare scorrere del tempo.
Milano 28 giugno 2008
Composi il 28 giugno, d’impeto, questo sonetto in rima libera dopo aver letto quello di un’amico, Alessandro Magherini, sulla rete civica milanese, mantenendone per sfida il primo e l’ultimo verso, vi chiedo se abbia un sua ragion d’essere fuor della sfida.
BdA
Non è necessario avre una raguion d’essere..
a parte gli scherzi: carina.