La questione sicurezza non esiste,
per chi gira con la scorta,
La questione sicurezza non esiste,
per chi siede a “porta a porta”,
La questione sicurezza non esiste,
punto e basta,
ecco: numeri alla mano,
depurati degli errori,
come dai telegiornali,
depurati dagli orrori.
Ma chi vive nelle case
ed ascolta la TV,
oramai non ne può più,
ma chi vede “porta a porta”
sa che a Cogne non successe
proprio niente quasi niente,
non c’è traccia di nessuno
e la mamma ch’è piangente
non può che esser proprio lei,
la santissima innocente.
Ecco il dubbio che serpeggia,
con quel far freddo e distante
non sarà il procuratore …
che al mattino presto, presto,
non avendo cosa fare…
Ma chi esce dal metrò…
sola sola, nella sera,
senza un lume che rischiari,
c’ha la strizza alle budella,
anche se sa far la tara
ai tg di questo e quello.
Tutto vero!
La più parte degli orrori
nella casa si patisce!
Degli stupri la più parte,
dal marito si subisce!
Ma se al mondo noi mostriamo,
o per etere o giornale,
che imputati e condannati
o al Senato li mandiamo,
o, se proprio gli va male,
siedono in televisione
e da li fanno concione;
bene cosa pretendiamo,
se di ciò non cale niente
ci daran quel che vogliamo,
o che meno ci dispera,
sarà il sangue già versato,
cui non può porre rimedio
né la rabbia né il dolore
ed allora: via! che passi,
mentre a scorrere l’elenco
dei delitti e delle pene
(che non furon mai scontate)
di caduti e candidati
cosa corre nelle vene?
Forse acido muriatico
forse acido fosforico
forse acido solforico
e la nebbia mi si avvista
no la vista mi si annebbia
vorrei smetter questo sogno
in cui chi, per fare meglio,
non fa niente e altri s’impegna
poco o niente per far meglio.
Se volete andate avanti…
Milano 22 aprile 2008
è bello come riesci a fare poesie di cose così ( tristemente ) normali.
bisogna trovarle, isolarle, scriverle… bella!
forse si puù fare poesia di ogni cosa,
basta capire il momento.
Grazie Giovanni,
sai il fatto è che a volte le cose che mi colpiscono, di più che mi sconvolgono, solo per il fatto di cercare di dar loro una forma in qualche modo “poetica” mi capita di riuscire un poco a neutralizzarle e allo stesso tempo ho l’illusione di condividerle con qualcuno senza far concione razionale.
BdA