Al tramonto sul treno

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Negli anni novanta del secolo passato ebbi la mia stagione da pendolare ferroviario,

 

165 km al giorno che segnarono la mia poetica.

Dal cielo zincato una luce diffusa

che presto si spegne.

Nel vagone rovente si spengono, piano,

gli sguardi già opachi dei pendolari.

Le teste scendono lente, poi crollano

e danzano al ritmo del treno.

Sobbalzi di coscienza drizzano colli

e schiudono occhi sopiti che cercano

parole interrotte su fogli pesanti.

Nelle bocche le lingue ricontano i denti

e mancando sapore al presente

si volgono a pasti lontani .

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4 Commenti a Al tramonto sul treno

  1. Fabiofabio dice:

    Immagino quanto fosse difficile rimanere svegli! :)

  2. giovanni dice:

    Carina anche questa!

  3. I miei trascorsi di pendolare si rinverdiscono al ricordo dei sobbalzi di coscienza!

  4. bernardodaleppo dice:

    Ma dove pendolavi Stefania?

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