Ecco una poesia d’amore, anzi una proposta d’amore (d’epoca).
E se gettassi ai tuoi piedi il mio mantello
rosso e nero, come Mandrake
e ti chiedessi di salirvi per, dette due parole
magiche, come il genio della lampada,
partire insieme a me con un’impennata improvvisa,
precipitandoci verso il sole
fino a sentire i suoi raggi come una madre, soffocanti
e poi giù in picchiata come gravi
verso le onde spumeggianti del mare,
allineate con finta indifferenza,
come un padre che aspetti il ritorno del ” figliuol prodigo”
e infine sfiorate anch’esse,
come un falco pellegrino sfiora la terra,
puntare all’orizzonte, laggiù dove il padre e la madre s’incontrano
e si elidono
e libera è l’aria e qui, cogliendo il momento preciso,
balzare al passaggio della luna sorgente,
saltando vicini al di là dei confini del tempo?
MI 2-77)
Accipicchia che bella. Forse un po’ troppo roboante, ma sicuramente d’effetto.
Dichiarazione d’amore con notazioni sui rapporti con madre e padre, praticamente una matura dichiarazione d’indipendenza. Se 2-77 indica febbraio 1977 sei degli anni ’50!
Mi sento Sherlok Holmes.
Assolutamente complimenti mi è piaciuta moltissimo, anzi, mi mancava