Solidi e severi vegliano,
i cipressi,
la strada costiera.
Ad un sorriso non li piegano
bora o scirocco,
lì sono e stanno,
trafitti come furono
nel cielo e nella terra
ed ognuno crede, forse,
d’essere perno
intorno a cui ruoti la Terra,
d’essere fulcro al cielo.
Ma ecco, d’aprile,
le colonne al cielo
si fanno ponte
al nostro oriente interiore
e sposate le glicini volubili
si fanno, di loro, carico e orgoglio.
Trieste maggio 1995
Grazie di questa diapositiva, no, meglio, di questo video in poesia, sulla strada costiera per Trieste, mi sembra di averla davanti, poco dopo quei due cipressi ci si trova improvvisamente a pochi metri dal mare. Devo tornarci ora, d’autunno, per vedere il Carso arrossato da quei cespugli dalle foglie tonde…
Mi vuoi scrivere i risguardi di copertina? I tuoi commenti sono deliziosi.