Racconti fantastici

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Sierra Leone.

Il vento soffia sulla costa atlantica muovendo le fronde delle mangrovie e annunciando l’arrivo del temporale a Kenema.
L’oscurità cala sulle modeste dimore avvolgendole con il suo immenso mantello stellato e costringendo i pochi raggi di luce rimasti a nascondersi altrove.
La luna primeggia in alto nel cielo compiacendosi di tutto il suo candore.
Tutti dormono nel villaggio.
Padre Bernard attraversa un viale acciottolato che precede l’entrata in una casa costruita con travi di teak stringendo la sua vecchia Bibbia al petto e osservando la quiete che lo circonda. “Un po’ di pace” bisbiglia compiaciuto.
Sulla porta è inciso un simbolo sconosciuto mentre le fiammelle delle candele accompagnano i suoi passi dentro la casa.
Un uomo è lì, inerme nel suo letto, e l’osserva avvicinarsi con due occhi stanchi ma ancora vivi: “Benvenuto nella mia umile dimora…” dice tossendo e sputando sangue.
Padre Bernard lo guarda con compassione: l’uomo nel letto è madido di sudore e respira a fatica.
“Perché sono quì, Dr. Robinson?” domanda sorpreso.
“Ho molti peccati da farmi perdonare ma…”, tossisce, “Solo uno mi toglie il respiro”.
Padre Bernard si siede accanto al suo letto: “Continui…”
“Come scienziato non credo in Dio ma c’è qualcosa che mi turba. Il male esiste. Una sera un uomo, Babakar, e alcuni capi del villaggio, vennero a trovarmi a casa mia… l’epidemia andava diffondendosi rapidamente… Anakok, il Dio dei morti, li stava punendo a causa mia e dei miei colleghi. Volevano che ce ne andassimo, tutto sarebbe tornato come prima”.
Padre Bernard ascolta con attenzione. “Cosa è successo?”
“Mi minacciarono con pietre e bastoni… mi avrebbero ucciso ma riuscii a persuaderli. L’uomo, Babakar, l’ho rivisto due giorni dopo in ospedale moribondo…”.
“È morto?”
“Sì. È deceduto poco dopo” dice scrollando la testa.
Una folata di vento improvvisa raggela la stanza. La porta d’ingresso si apre e cigola sospinta da una mano invisibile. Rumori di passi annunciano una visita imminente.
Padre Bernard si volta verso l’uscio della porta con il cuore in gola: non c’è nessuno. Sospira, temendo il peggio. Poi, una sagoma appare e scompare sulla soglia, e lo fa trasalire.
“Ha visto anche lei, Padre Bernard?” domanda l’infermo.
“È solo suggestione!” dice rimproverandolo.
“No! Anakok ci vuole punire e aleggia su ognuno di noi. Sento il suo respiro ogni notte… attende che muoriamo… quando accadrà, le nostre anime saranno sue a meno che non venga sacrificato qualcuno in suo onore”.
“È solo una leggenda locale” lo interrompe Padre Bernard infastidito ma qualcosa lo attira. Della polvere rossa è cosparsa intorno al letto. “Cos’è questa roba?”
“Polvere di argilla. Secondo lo stregone mi proteggerà dagli spiriti maligni durante il trapasso”.
“Idiozie!” tuona il prete, “Dio è la sua unica salvezza!” dice benedicendolo con l’acqua santa.
C’è un continuo rumore di passi e scricchiolii delle travi del pavimento. L’aria nella stanza diventa più gelida.
“Ho paura!” bisbiglia il Dr. Robinson.
Il vento smette di soffiare e un rombo di tuono squarcia il cielo a metà rompendo la quiete nel villaggio. La pioggia cade a dirotto, straripa il fiume Moa innondando i campi limitrofi. Si sente il ruggito di un leone e Padre Bernad rabbrividisce.
“Dr. Robinson?”, l’eco della sua voce risuona nella stanza inascoltata. L’uomo ha perso conoscenza.
Improvvisamente, le candele si spengono e l’oscurità avvolge i due uomini e poco dopo, quella sagoma sulla soglia della porta riappare: un passo in avanti, poi un altro ancora fino a sentirne l’odore nauseabondo.
La creatura si avvicina al Dr. Robinson, lo annusa e lo marchia prima di volgere lo sguardo verso Padre Bernard. Poi, le candele si accendono e le fiamme si innalzano verso l’alto. Spiriti danzanti proiettano le loro ombre sulle pareti, grida disperate echeggiano nell’aria.
“Mio Dio, proteggimi!” sospira Padre Bernard prima di scomparire nell’oscurità.

Le luci del mattino riscaldano il villaggio. In piedi, sulla soglia, il Dr. Robinson osserva alcuni bambini giocare a calcio. Nella casa di fronte, le urla di una donna annunciano una nuova nascita.
L’epidemia è ormai un ricordo.

Autore: jolly76

Sono nato a Bari. Amo leggere libri di ogni genere. Amo scrivere... Accetto le critiche...

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