insoliti pensieri

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In Agguato

Pubblicato da a il 3 novembre 2007

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……


 


Era capitato nel parco di Kings Domain e gli era piaciuto. Per uno strano istinto, aveva deciso di restare lì.


Da qualche tempo, lui aveva scelto un angolo tra alberi e cespugli per cacciare le sue prede.


Tra le varie tattiche di adescamento la sua preferita erano le imboscate e le sue trappole non avevano mai deluso le sue aspettative.


Perfettamente nascosto era sempre paziente nell’attenderle e la velocità nei movimenti gli aveva sempre portato i suoi frutti.


Finora gli era andata bene. Non aveva di che lamentarsi.


 


Come ogni mattina, da anni, la sveglia  sul comodino di Julie Fawkner, puntuale, alle 5.00 annunciava col suo trillo maledettamente insidioso, che era giunta l’ora di dare il buongiorno al suo mondo.


Lei amava alzarsi di buonora, nonostante il sonno spesso ancora la pervadeva.


Oggi però non era in vena. Anche quella, come quelle di tutta la settimana, era stata una notte insonne trascorsa origliando i passi silenziosi del suo persecutore di cui voleva liberarsi e che non le davano tregua..


Ombre inquiete controllavano il suo respiro mente il buio avvolgeva la stanza e nel suo dormiveglia vedeva mostri che dall’alto sul soffitto si preparavano ad assalirla..


L’eco della sua voce che la chiamava nelle orecchie ripeteva cantilenante il suo nome all’infinito, sottovoce, per imprimerla meglio, ossessionante ed insistente…


Con una fatica sovrumana era riuscita a mettersi a sedere sul letto e con un ultimo sforzo si era alzata e diretta nel bagno dove aveva aperto l’acqua della doccia lasciandola scorrere finché una calda nuvola di vapore aveva appannato lo specchio sul lavabo.


Solo allora  decise di lavarsi, sperando di togliersi di dosso quella strana sensazione di essere in pericolo…


Ancora avvolta nel caldo accappatoio aveva bevuto un  goccio di caffé rigorosamente amaro, poi, come per fuggire da quel posto, in meno di 5 minuti, con tuta e scarpe da jogging, era pronta per scendere dal suo attico per dirigersi nel parco di Kings Domain, a pochi isolati da lì.


Si era laureata in Botanica all’università di Melbourne.


Le piaceva sentire riempirsi i polmoni di aria fresca per godere della sua vitalità e della sua splendida forma fisica,  prima di salire sulla sua BMW color grigio militare decapotabile arrivata dall’Europa, che la portava al laboratorio dove, da anni, faceva ricerche per la moltiplicazione delle piante attraverso il tessuto meristematico.


Quella mattina era una mattina diversa, il cielo era grigio, l’aria umida.


Solo qualche passante per strada. Lei era agitata.


Con passi ritmati nel viale del parco, cercava di segnare la sua andatura: la scelse veloce.


Voleva mettere distanza tra lei e quella voce, le pareva di sentirla ancora ridere alle sue spalle,


e mentre si girava, ansante, sfinita, credendosi inseguita, un maledetto sasso, piccolo per la verità, ma maledettamente fuori posto, in quel luogo a quell’ora, l’aveva fatta inciampare facendola cadere su un cespuglio che l’aveva graffiata lacerandole la tuta.


La caviglia le faceva maledettamente male ma una risata improvvisa le era uscita prorompente. L’aveva sentita salire dalla bocca dello stomaco a liberazione della paura e del panico di poco prima. Non c’era nessuno a quell’ora per aiutarla e nessuno la inseguiva.


Con la mano aveva cercato di togliersi di dosso la ragnatela che era rimasta impigliata tra i suoi lunghi capelli neri poi aveva perso i sensi. Le sue mani si erano trascinate inconsapevolmente ad accarezzare con le sue lunghe ed affusolate dita uno strano prurito alla guancia destra.


Silenziosamente ma velocemente  lui ne aveva approfittato, era uscito dal suo nascondiglio facendola diventare la sua ennesima vittima.


Solo verso le 9 due ragazzi che stavano attraversando il parco in bicicletta per andare a scuola, hanno visto il suo corpo.


Al centro di Medicina Legale, erano già le 9 di sera, Era stata una giornata massacrante, fatta di controlli, accertamenti, prelievi, analisi, misurazioni e relazioni.


Malgrado l’ostilità professionale mostratogli apertamente dal più anziano collega dottor Bill Setcalf, Ross Higgins, aveva deciso di restare al lavoro. Riprese in mano il rapporto lesse, tra le altre cose:


 


-La prima fase dell’autopsia ha messo in evidenza le lacerazioni del tessuto della tuta da ginnastica-


 


Era evidente che era stata strappata dalle spine del cespuglio sulla quale era adagiata al momento del ritrovamento. Non era sporca e non aveva residui di alcun genere.


Il resto del foglio era una serie di dati inerenti a quelle caratteristiche somatiche e fisiche appartenenti alla ragazza.


Era perfetta, anzi, prima del decesso era perfetta, ora il suo corpo aveva una cucitura che teneva insieme i lembi di un taglio a forma di Y dalle spalle sino all’a parte inferiore dello sterno e che scendeva fino al pube.


 


Continuò a leggere:


 


Diagnosi conclusiva:


 


Decesso avvenuto tra le ore 5.30 alle ore 6.30 per collasso cardiocircolatorio a seguito da avvelenamento da Atrax Robustus.


 


Era mezzanotte quando il dottor Ross Higgins, nel suo studio, chiuse il libro che stava leggendo.


“Tessere” a volte significa anche “predestinare” era scritto nelle sue prime pagine.


Un ragno era stato..un ragno..


Nell’immaginario collettivo di alcuni popoli, la ragnatela simboleggia il ponte tra la creazione ed il destino ..


Com’è buffa e triste la vita..


Spense la luce e lentamente salì i gradini verso la stanza da letto..

2 Commenti a “In Agguato”

  1. Andrea dice:

    Ciao insolita mente. Grazie per questo racconto. Molto bello il finale a sorpresa. A me è sembrata un po’ poco chiara la faccenda del persecutore: forse avresti potuto arricchire un po’ quella parte.
    Per il resto il racconto è piacevole, una lettura divertente.
    Hai ragione Andrea, ma mi era difficile descrivere ulteriormente le sue caratteristiche senza far capire che poteva trattarsi di un ragno.. pertanto ho giocato solo sulla sua “ombra”!
    Grazie dei sempre graditi,tuoi commenti!

  2. mattiekian dice:

    è davvero carino e chi se lo aspettava che l’assalitore era un ragno?
    Bravo davvero!

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