Andrea

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Cercando l’ispirazione (4)

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Nel
pomeriggio gli venne l’idea di andare a far visita a Maria. Durante il
periodo che aveva trascorso in quel villaggio Maria era stata l’unica
con cui avesse instaurato un rapporto che potesse dirsi di amicizia.
Solo lei aveva espresso il desiderio di leggere il suo libro, e gli
chiese persino di raccontarle la trama del suo primo romanzo. Cosi’,
quando la signora Redman gli disse che non stava bene, comicio’ a
chiedere ai vicini se sapessero dove abitasse Maria. Con sua grande
sorpresa, nessu­no sapeva neanche che esistesse una Maria in paese.
Penso’ che evidentemente Maria non doveva essere il suo nome completo,
forse solo il secondo nome.

Quella
giornata trascorse senza altri problemi… almeno fino a sera. Stava
ancora pensando ai molti sottintesi del discorso della signora Redman
(“Visto che la sua macchina non le servira’ piu’”), quando senti’
provenire dal piano di sotto il rumore della porta di casa che si
chiudeva. Si chiese perche’ mai la signora Redman uscisse a quell’ora
di sera, ed avendo pensato che fosse andata a far visita a qualcuno del
vicinato, decise di scendere ed ispezionare meglio la casa, cercando
magari qualcosa che avrebbe potuto essergli utile. Appena cominciato a
scendere le scale si dovette fermare: la signora Redman non era uscita,
ma aveva fatto entrare qualcuno. Non niconosceva la voce, ma era
sicuro di averla gia’ sentita.

“Oggi il nostro ospite e’ andato a far domande su una certa Maria che lavorava per te. Cos’e’ questa storia?”

La
signora Redman rispose, la voce che sembrava spaventata: “Accidenti a
lui! Quell’impiccione! Posso spiegarvi tutto, state tranquilli. Lei
era la figlia dell’ultimo forestiero. Quando arrivo’ era incinta,
ricordl?”

“Ma quando venne il momento, lei era col figlio. Quindi questa Maria non puo’ essere chi dici tu”

“Lei
partori’ due gemelli, un maschio ed una femmina. La piccina era tanto
carina che pensai di crescerla io e tenerla per aiutarmi.”

“E non hai detto niente a nessuno! E’ questo il problema. Sai, alcuni di noi pensano che tu te la sia voluta tenere tutta per te.”

“Non
e’ vero! E’ solo che avevo paura di essere punita. Cosi’ la portai di
sotto e crebbe sola con me. Quando arrivo’ questo forestiero le diedi
il permesso di uscire e facemmo finta che lei fosse una cameriera.”

“Ed ora dov’e? Non avrai…”

“Ho
dovuto!” La signora Redman sembrava sull’orlo delle lacrime: chiunque
fosse quell’uomo era sicuramente in grado di punirla molto severamente…


“Si stava avvicinando a quel forestiero, e temevo che dicesse piu’ del
dovuto.”

“Ma
se e’ vissuta con te da sola cosa poteva sapere di cosi’ importante?”
C’era una sorta di tremore nella voce dell’uomo, come se avesse paura
della risposta. “Non puoi averle detto, vero?”

“Non
me ne sono resa conto. Ma qualcosa dovevo pur dirle! Ho iniziato ad
inventare storie, poi e’ cresciuta e mi ha chiesto dove andassi quando
uscivo, e piano piano le dissi tutto. Pensavo che quando sarebbe stata
pronta ve l’avrei detto e non ci sarebbe stato piu’ pericolo. Poi e’
arrivato quello scrittore, ed ho dovuto accelerare un po’ i tempi”

“Sei sicura che non gli abbia detto niente?”

“Si’,
per questo non ti devi preoccupare. Questa notte ho controllato. I suoi
pensieri sono decisamente confusi, ma niente che faccia pensare che
sappia.”

“Sospetta qualcosa?”

“Forse, ma niente di veramente preoccupante: una parte di lui vorrebbe andarsene. Ma probabilmente restera’: si trova bene qui.”

E rise sommessamente. L’uomo si uni’ alla risata:

“Si’,” disse “chiunque si troverebbe bene qui”. Un attimo di pausa, poi continuo’:

“Ascoltami
bene ora. Per quella donna non importa, ma stai attenta con questo qui.
Ne abbiamo bisogno, visto che ti sei tenuta per te Maria. Questo non
possiamo in nessun caso perderlo. Se dovesse sembrarti che cominci ad
avere dei sospetti, non fare niente senza prima averci chiamato.
Speriamo comunque che tutto vada bene fino a che non sara’ pronto.
Buona notte.”

La
signora Redman saluto’ a sua volta e chiuse la porta. John sali’ in
camera sua senza far rumore e si distese sul letto, pensando, pronto a
far finta di dormire nel caso lei fosse entrata.

Doveva fuggire: quella notte stessa sarebbe stato meglio. Non poteva restare li’ dentro perche’, se aveva capito bene, lei poteva leggere senza
sforzo cio’ che pensava. Tuttavia non aveva piu’ la macchina, e non era
un problema da poco, visto che avrebbe dovuto scappare dal paese e
cercare aiuto a piedi,

probabilmente
sotto la neve. Avrebbe potuto non uscirne vivo, ma in fondo non aveva
poi tanta scelta. Aspetto’ un paio d’ore, poi, prudentemente, con
indosso tutti i vestiti che aveva potuto mettersi e in una tasca il
dischetto con I’inizio del suo nuovo romanzo e tutti i suoi soldi,
scese le scale diretto in cucina. Li’ prese con se’ piu’ provviste
possibili e, cosi’ vestito, usci’. Come aveva previsto, nevicava. Non
si diresse sulla strada principale: troppo pericoloso. Prosegui’ invece
lungo strade secondarie fino alle ultime case del paese. Si volto’
indietro ed osservo’ il villaggio, che sembrava dormire
tranquillamente. La neve che cadeva abbondante aveva cancel­lato subito
le sue impronte. Improvvisamente un dubbio lo colse, e con esso il
timore che lo avrebbero inseguito e catturato. Dopo un attimo di
esitazione si giro’ e torno’ verso il paese.

L’attraverso’
tutto, fino alla piccola chiesa. Era la prima volta che la osservava da
cosi’ vicino, e noto’ che neanche una croce appariva all’esterno
dell’edificio. Non si soffermo’ oltre e si avvio’ verso le due montagne
che ora gli si ergevano davanti. Del due giorni che seguirono conservo’
un solo ricordo preciso nella forma di una cicatrice alla mano destra.
Se l’era procurata con una roccla particolarmente affilata. Col tempo
si convinse che la sua decisione di uscire dal paese passando dalle
montagne, piuttosto che dalla strada da dove era venuto, gli aveva
salvato la vita: probabilmente lo avevano inseguito, ma dalla parte
sbagliata. Quanto agli abitanti del paese che avevano tanto bisogno di
lui, non ne seppe piu’ niente. In seguito, quando gli capito’ di
ripassare da quelle parti, il paese non c’era piu’, e le due montagne
svettavano sole in mezzo ad una fitta foresta.

La
prima cosa che fece non appena rimessosi e tornato in citta’, fu andare
a trovare il suo agente. Voleva dirgli che poteva ritirare la denuncia
della sua scomparsa, ma non aveva alcuna intenzione di raccontargli del
paese e della signora Redman e di tutto il resto. Ora era sicuro che la
sua amica non aveva sbagliato a cercare in biblioteca: Tynemouth non
esisteva se non nella sua mente, da cui
qualcosa aveva attinto per costruire una trappola perfetta.

Stu lo accolse con gioia, e non fece alcun riferimento alla sua assenza.

 

“Oh, sei tomato! Come va il nuovo libro? Non mi dirai che non hai ancora terminato!”

“Veramente
ancora no, ma sono a buon punto. Senti, Stu, vado, a casa a lavorarci;
ti spiacerebbe occuparti tu di ritirare la denuncia?”

“Quale denuncia?”

“Quella della mia scomparsa.”

“Ma
tu non sei mica scomparso! Mi avevi detto che sare­sti stato via un
mese e invece sei tornato dopo meno di una settimana. Perche’ avrei
dovuto informare la polizia?”

“Una settimana?”

“Si, una. settimana, perche’?”

“Niente, Stu, grazie.”

In
segreto,dentro di se’, una parte della sua mente, quella ottimista,
comincio’ a sperare che di tutto quello che ricordava, niente fosse
vero, che fosse stato tutto un sogno. Cosi’ si sarebbe spiegato il
fatto che stando a quanto gli diceva Stu, lui non si sarebbe fermato a
Tynemouth nemmeno un giomo.

“Di niente, figurati.”

Si strinsero la mano, poi Stu lo saluto’.

“Ciao John. Accidenti che brutto taglio! cosa ti e’ succces­so?”

“Niente, un incidente in cucina.”

andrea

Autore: andrea

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3 Commenti

  1. wow, veramente un racconto intrigante, dove tutto accade in un’altra dimensione e poi tutto torna reale. N.

  2. Come al solito ci tieni sulle spine con i racconti in più parti… fortunatamente questo è concluso!
    Devi perdonarmi ma c’è un particolare con cui si riesce a datare lo scritto… vediamo se riesci a capire qual’è! ^__^… mi è piaciuto… grande Andrea.

  3. Eheheh, scommetto che Fabio ha notato il “dischetto” :)

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