Che qualcuno potesse eccitarsi guardando documentari sugli esodi di hutu e di tutsi, in primo piano quei piedi dolenti, piagati, quei ventri rigonfi di bimbi emaciati, appesi, piangenti, a seni svuotati, pendenti e ripiegati a fianco di sterni aguzzi, clavicole come balconate… davvero non avrei potuto pensarlo, mai.
Eppure al nostro terzo incontro fu proprio quella la cassetta che mi mostrò in seconda serata e subito ricominciò ad eccitarsi, avevamo fatto cose per più di un’ora e io ero venuta abbondantemente e con soddisfazione qualcosa più di una volta e ora ero in quella fase di neutralità che non è stanchezza né sonno, ma appunto estraneità al sesso; fu forse per questo che lui pensò di mostrarmi quella cassetta, ma fece male. Non mi fece che pena vedere quei bimbi, quelle donne, quei vecchi sui sentieri della foresta, senza altra speranza che di fuggire ad un machete un giorno ancora. Fu così che, vedendomi gli occhi lucidi lui si incazzò e mi diede della moralista rompicoglioni, mi disse che magra com’ero avrei potuto andare a fare Miss Burundi invece di agitare quello che non avevo nelle discoteche, che quelle come me se ne stessero a casa se non sapevano neppure succhiare un cazzo come si deve. In quello mi prese per un braccio e mi scosse, io ero rimasta basita: il suo furore dopo la dolenzia del cuore e lo straniamento dell’orgasmo…
Senza parole lo guardavo come se scuotesse un tappeto e non me, fu mentre lui furibondo cercava di mettermelo nel culo che decisi di ucciderlo, ci provò per un po’ e mi fece male, ma alla fine gli si smosciò senza riuscirci, io non sapevo come comportarmi, la sua ondata di violenza era passata, dovevo essere impaurita, piagnucolante, indifferente, incazzata o adorante? Mi alzai dal tappeto dove lui mi aveva lasciata con quella che speravo fosse un’aria spaurita mentre lui rispondeva al telefono, presi in silenzio la katama appesa nell’ingresso e lo falciai alle ginocchia, il corpo ,senza più contatto con il suolo, andò a sbattere contro il vecchio televisore che cadde con lui ed esplose, feci una doccia e me ne andai.
scrittura dura.
resto semre abbastanza sconcertata davanti a parole dirette. lo ammetto. e’ forse un mio limite.
a parte questo, la storia ha una sua logica e ci vedo dietro il comportamento deprecabile di lui e finalmente la reazione di lei. non si deve permettere a nessuno di trattarci senza rispetto, pena inforcare la katama.
cate
ps le mie stelline sono tre ma notato che qualcuno ha dato una stellina senza pero’ commentare.
perche’?
Storia dura e resa ancora più dura dalla brevità del racconto…più che scandalizzata dalle parole io non concepisco l’esistenza di un uomo così bastardo, forse troppo e di una donna che si concede ad un uomo di quel genere, l’omicidio forse era l’unica via d’uscita possibile, ma non fa che rendere più amaro e triste il racconto
A parte il tema centrale attorno cui ruota la storia, volevo dirti che la tua prosa la trovo molto bella. Lo stile netto, forse un po’ brusco ma sicuramente d’effetto.
Grazie a tutti!
Caterina, può darsi che a qualcuno abbia fatto talmente schifo da non volermi offendere rivestendo il suo giudizio di aggettivi e così si è contentato di 1 stella, visto che 0 non esiste, è nel suo diritto, ma anche se avesse scritto che leggerlo è una perdita di tempo lo sarebbe stato. Riguardo alle parole “dirette” ricordo come mi dava fastidio la “pruderie” con cui Nanni Svampa nelle sue canzoni in milanese taceva dei termini che erano ovvii, dato il contesto e le rime, ammiccando al pubblico che rideva immaginandole. Quanto avrebbero acquistato in poesia quelle canzoni usando i termini “diretti” anziché quelle sospensioni da avanspettacolo.
Mattiekan, anch’io cerco di non guardare “porta a porta” con tutti i particolari dell’omicidio di Cogne o di qualche altra efferratezza, ma la cronaca nera deborda dai telegiornali e cola dai televisori sui nostri tappeti a qualunque ora e forse è meglio parlarne con onesta durezza piuttosto che con compiaciute parafrasi, almeno: io la penso così.
Andrea, grazie, meriti proprio l’aureola!
BdA
torno su questa cosa ringraziando l’autore della risposta articolata.
ho notato che abbiamo tutti usato il termine “duro”, segno che comunque certe parole che rievocano sopratutto certe situazioni, hanno colpito,forse anche infastidito.
posso percio’, BDA, aggiungere un appunto anche se forse nn ti fara piacere?
non ho aprezzato l’aver chiamato in causa una guerra e un massacro di massa le cui immagini nn dimentichero’ mai. mi sembra ora sempre piu’ una strumentalizzazione, violenta anch’essa per stupire il lettore.
ecco, ho avuto il coraggio di dirlo. mi ero fatta un certo riguardo ma avendolo sottoposto ad una persona a me cara, mi e’ stato fatto notare che nn ho preso una posizione precisa e lo faccio adesso.
la pruderie e’ una cosa, apprezzabile o meno ma che nn fa mae a nessuno. Svampa mi piace e parla della cultura meneghina che fa parte anche della mia storia personale . e poi sn anche convinta che certe cose, nn dette, siano ancora piu belle.
ma morte e violenza su grandi e bambini…beh..nn c’e’ bisogno nemmeno di commentare.
caterina
aggiungo una cosa, rivolta piu che altro agli admin in merito alle stellne. la mia domanda al perche’ qualcno aveva votato seza lasciare un commento era per suggerire, come accade negl atri siti, che per votare bisognerebbe lasciare un commento. solo questo.
grazie acnora
cate
Ciao Caterina,
visto che hai evocato gli admin, eccomi qui a rispondere.
Personalmente (Andrea), sono per lasciare la possibilita’ di votare senza commentare. Io per primo lo faccio spessissimo, soprattutto per le poesie.
Il fatto e’ che non si dovrebbe votare senza aver letto, ma questo e’ impossibile da controllare, come capirai bene.
Quello che si puo’ fare (Bernardo, fammi sapere se sei interessato, che ti dico come) e’ fare in modo ad esempio che solo gli utenti del sito possano votare dopo aver fatto il login. Questo dovrebbe togliere di mezzo un bel po’ di trolls, anche se devo dire che ti trolls non e’ che se ne vedano molti qui.
Per quanto riguarda i voti di questo post, il punteggio “1″ e’ stato dato due volte. Una volta da caterina (che aveva pure dato pero’ un punteggio “3″ il giorno precedente, quindi magari questo era solo per provare) e una volta da un utente anonimo. Altri tre utenti anonimi hanno votato “3″.
Ringrazio Caterina dei commenti, forse riuscurò a vincere il premio per il racconto più commentato del sito rispondo ai suoi rilievi con la pubblicazione di mia una poesia dell’epoca cui ci riferiamo, anche se sembra che quella dei massacri sia sempre attuale e si rinnovi, purtroppo, non solo nel ricordo di chi come me coltiva la memoria, ma sulla pelle di umani come noi.
Mi sembra che chiamare in causa quei massacri contemporaneamente ad uno stupro sia funzionale al messaggio che intendevo fare passare e cioè che la violenza, in ogni parte del pianeta venga esercitata, e chiunque colpisca, viene esercitata contro di noi, o potrebbe esserlo; proprio la superficialità della protagonista, che evidentemente l’aveva condotta a non cogliere nessun segnale della personalità violenta dell’uomo alla ricerca di un rapporto di pura soddisfazione dei sensi, ha invece un sussulto e si incrina mostrando la carne viva del sentire empatico con le vittime che la strappa a quel momento di abbandono acritico e la porta alla ribellione.
Riguardo alla “pruderie” noto soltanto che a livello popolare meneghino si diceva pane al pane senza perifrasi, a livello sociale elevato esistevano diversi registri di comunicazione e o di certe cose non si parlava oppure lo si faceva con la franchezza del popolo e chi invece di certe cose parlava con sottintesi, gomitate nelle costole e risatine erano coloro che non si riconoscevano più nel popolo da cui venivano e cercavano di adegursi al mondo al quale aspiravano, ma del quale ancora non conoscevano le norme sottili.
Io la cosa della guerra l’ho trovata invece molto interessante.
Soprattutto se paragonata con la fine, dove dopo l’omicidio la donna si fa una doccia ed esce come se niente fosse.
Mi sembra notevole il fatto che lei assuma lo stesso comportamento di cui incolpava lui: indifferenza di fronte alla morte altrui.
Ehi Bernardo, non far finta di niente: ci vieni al raduno?