Fiori di sulla e di trifoglio…
Piccoli mazzi ne facevo
quand’ero bimbo e non sapevo
riempire di parole un foglio.
Fiori d’ortica ti coglievo
e tutto fiero ti donavo.
Come una nave sullo scoglio
più non governa il mare,
così madre mi appari,
per quanto non lo voglia,
in balìa degli eventi,
tra mille angustie e piccoli pianti.
Milano maggio 1995
Troppo ermetica, oggi mi appare questa poesia dedicata a mia madre in balia della sindrome di Alzheimer, così aggiungo questa nota e implicitamente ne denuncio l’incompletezza.
Ahimé.
BdA
E invece, devo dire che a me è piaciuta. Sicuramente, dopo che spieghi la malattia di tua madre è più comprensibile, però si intuiva già da prima. Ottima la scelta di parole, evochi immagini e sensazioni.
Molto bene. Ciao!!
Ciao Bernardo. Si’ e’ vero con la spiegazione si capisce molto di piu’. Anche senza pero’ la poesia e godibilissima. Effcace l’immagine dei fiori d’ortica.
Tu non sarai mai mamma.
Ti posso dire , se ti fa piacere saperlo, che quei piccoli doni, quei pezzi di erbacce e trifogli che ti arrivano pretenziosi dalle manine di tuo figlio che te li porge pieno di orgoglio e di amore, sono per ogni madre più preziosi dell’oro, ricordi indelebili. Neanche l’Alzheimer puo camcellarli.
O almeno noi ci illudiamo di questo…..
Grazie Meled, io rimango stupito quando sento adulti che non ricordano quasi niente della loro infanzia e ho pena per loro. Io non sarò mai mamma, ma ho memoria del mio essere stato figlio e nipote e non solo. Spesso sento che ho con me i miei nonni, i miei genitori, e altri, ho pianto poco al momento della loro dipartita, ma ogni tanto mi coglie un momento di commozione e mi ci abbandono volentieri.