La sepoltura, aperta, al sole,
esposta, al ludibrio dell’agosto
mostrava lo scheletro, scomposto,
intorno, qualche oggetto personale.
Appoggiate, vicino, tra i pennelli
le numerate scatole, le ossa
della mano, pochi, poveri anelli,
erano corona alla scarna fossa.
Ma l’ora della pausa meridiana
si protraeva ed era quasi sera,
avrebbe potuto, forse, la luna
coprire come d’un manto di cera,
pallida, spettrale, il perpetrato
scempio, nessuno avrebbe protestato.
Ehi ma che bella! E finalmente qualcuno allega anche qualche foto ai suoi posts
Bella! Non sapevo che tu fossi pure archeologo! Che brutta comunque la cicca di sigaretta buttata laggiù…
Ciao! Al prossimo!
Mi trovai nel meriggio vicino ad Adranone, città fenicia nella valle di Girgenti, così trovai gli scavi, alla coscienza del passante abbandonati, forte mi colse l’emozione alla vista del cranio spaccato e del costato, collassato, come recinto arreso al tempo e al vento, feci a Mitra una supplica, perché intercedesse pel defunto e me ne andai.
complimenti davvero, Bernardo!
io nn sono mica capace di postare le fotine…
come si fa?
baci
cate