Sdraiato sul lettino guardavo il plafone
e, nel suo volo torpido, una zanzara,
sembrava incongrua sul bianco, immacolato,
poi sorrisi, era del mestiere un’esperta.
La sacca del mio sangue oscillava lenta,
tra una battuta dell’addetta e un donatore,
io ero lontano dal luogo e dal momento,
pensavo ad Eluana Englaro e al suo tormento.
Pensavo alla prigione ed alla sua innocenza.
Fine pena mai, era a vita condannata.
Oh, che contraddizione! Se servi sei morto!
Prendono quello che gli serve a cuor battente…
È il silenzio come un assenso confermato.
A chi vuol, invece, la fuga non è data.
Andarsene in silenzio senza patir dolor
non è concesso.
Allora parlerò per chi non lo può fare.
Se a chi vuole morire non sarà concesso,
io sciopero, morirà qui chi non lo vuole,
e lungi donerò il mio sangue a chi gli serve.
Milano 15 Dicembre 2008
Bella, ricca di significato e ben scritta! Pensa che Eluana ha vegetato 17 anni in una clinica ad una manciata di km da dove abito…
Ciao!
Molto bella, concordo. Grazie per avercela fatta leggere.
Ma perché parli sempre di morti!
Si lo so bla bla bla
Ma facci un momento respirare!
Speriamo che almeno finalmente il povero corpo di sta ragazza trovi riposo…