Nessuno di me cantò le gesta,
sorrisi donati in gelidi mattini,
nessuno di me cantò le membra,
esercitate in tiepidi grattini,
solo, di me , massime si disse:
cemento sei, granito!
Non pallido alabastro,
né pur ebano nerastro.
Ancora avevo riccioli scuri,
ma mistero magnifico non fui,
né ombroso,
né imperial nuca la mia.
Ma sempre io fui
a consumar le ombre
onde cantar le membra altrui,
i riccioli, la nuca,
le pieghe e i dolci afrori.
Così son, ora, a celebrare te,
dolce amore in cui mi specchio,
limpida fonte di fronte a me,
Narciso.
Milano 28 Febbraio 2009