La storia vissuta dal cinofilo

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Vedo l’afgano, incedere svelto

E sogno di competere con esso

È come un ghepardo, agile, il veltro

Non è un cane, è un sogno senza sesso

Guardo il mastino sonnacchioso e lento

Il manto suo di ghisa e seta pare

Il suo russar dev’essere un portento

E dal Vesuvio giunge fino al mare

Ascolto del basenji la risata

Risuona come d’iena e di sciacallo

E penso: a Lucy nostra antenata

Che ancora pare avesse tutto il vello

Oh! Quanto poteva esser spaventata

Per quanto il panorama fosse bello

Milano 13 Aprile 2009

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3 Commenti a La storia vissuta dal cinofilo

  1. crunch dice:

    Che tu sia un cinofilo mi sa che non ci piova, no?
    La poesia però mi sembra un po’ forzata, cioè non di getto.

  2. jerry dice:

    Scusami, ma quando cerchi di chiuderti in forme codificate (sonetto in questo caso, anche senza spaziatura l’ho riconosciuto) perdi di emozionalità.

  3. Corrado dice:

    Invece io sento come un’intesa delicata con la piccola Lucy, spaventata dalle fiere che popolavano il suo mondo.

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