Se trovassero lo scheletro di Monna Lisa che succederebbe?
Il suo sorriso ambiguo, etereo, si dissolverebbe?
Se si scoprisse che morì di noia o di peste?
Se i suoi canini, cresciuti a dismisura nella tomba,
sussurrassero qui la presenza della stirpe notturna,
forse qualcuno ancor si stupirebbe?
Se dal suo costato emergesse di frassino un picchetto,
alcun lo svellerebbe?
Se invece dagli esami sorgesse, sconvolgente, un risultato,
ebbe la lue, poi l’AIDS, prese lo scolo e le creste di gallo?
Parrebbe allora il suo viso diverso da quel che ora appare?
A che vale cercar di poeti e pittori e santi e madonne le spoglie?
Moriron, come morì qualunque ciabattino o schiavo,
finirono così di ciascuno i disagi e le doglie,
si esaurirono allora gli amori, i fasti e le voglie.
Quel che può darci d’un uomo la spoglia
non è che un’impronta,
impressa sulle ossa dalle traversie della vita.
E se di traversie cerchiamo le tracce,
quanti sono oggi che, nelle membra,
infradicite dal salso, portano i segni?
Quanti sui legni alla deriva, la lingua gonfia,
vorrebbero, vivi, farsi esaminare i segni,
le percosse, testimoniare a qualcuno che ascolti?
Ma noi cerchiamo lontano, ché vicino non vogliamo vedere.
… un ritratto disincantato… un po’ crudo, ma… assolutamente godibile. Bravo!
Grazie mariapace2010 e pace a te, come in futuro, lungi speriamo, alle nostre ossa.