Attutiti giungono i richiami,
meccanici e civili,
che l’asfalto rende.
Anche io cerco e guardo,
nuovo,
improvvisamente assorbito dal mozzicone
capisco:
la nostra oggettività
mia e sua, discontinua,
mia e sua, accordata.
Poi l’auto ci muove
io-lui, lui-io,
rotoliamo sul bordo della strada
e ci ricomponiamo
nella speranza della consuetudine
e del suo uso
io-io,lui-lui.
MI 13-3-’77
Leggendola razionalmente mi sembra di non capire altro che: uno stava fumando una sigaretta e getta il mozzicone in strada (incivile!) per un momento sente di essere legato al mozzicone (forse uno scrupolo di buona educazione!) poi passa un’auto e tutto si ricompone nella separazione tra lui e il mozzicone, da chiedersi se bisogna essere ubriachi per scrivere di una cosa così; poi rileggo e una specie di ohm mi si compone nel cervello, un simbolo taoista, una pace mi conforta. Ma perché?
Cosa sono le parole? perché metrica non ce n’è…