needprotection
Pubblicato da caosaddicted il 6 settembre 2007
“…you every move and waking sound in my mind…”
stand inside your love_smashing pumpkins
…
la
vidi alzarsi,consumare un paio di passi,e poi sciogliersi fra i sedili della
prima fila.
si muoveva tra un paio di jeans chiari ed una ventina di veli colorati. le
uscivano dalle spalle,dai polsi,dalle dita / la luce li faceva tremare mentre
lei volava,infondo,e
puoi giurarci che erano i suoi occhi a colorarli
chiari alla radice e scuri
ad ogni estremo,chiari fino a sparire e scuri fino a bruciarsi,fino a divenire
inchiostro nero. e
liquido.
perchè io non ero stato mai molto diverso da come sono ora. ero uno di quelli che
non ci moriva mai. lasciavo che tutto arrivasse fin lì,fino all’ultimo punto
utile per potermi soffocare.
e poi scappavo.
e non ero mai andato oltre,e non avevo mai aspettato davvero,non mi ero mai
perso davvero,non ero mai
morto davvero.
ed ero lì per puro caso intenzionale,perchè litigando con le varie
scelte,alla fine mi trovai fra i piedi quella.
non perchè fosse la più conveniente.
era semplicemente venuta lei da me,ed io l’avevo lasciata fare.
io l’ho sempre lasciata
fare.
…
ed ora quella lì ci mette esattamente un paio di attimi per tagliare in due la
stanza,e finire,all’improvviso,senza che nessuno l’abbia mai
vista nemmeno iniziare.
taglia i nostri discorsi in una miriade di frammenti policromi,ed il
bello è che lo fa camminando,e cammina in quel modo lieve,così lieve che
toccano terra solo le punte e pure quelle per poco.
era leggerezza,questo era il problema.
era di quella leggerezza che si mangia i silenzi.
e ti fa dire ciò che mai diresti.
ti fa vivere come mai potresti.
come. mai. potresti .
…
e infondo lo sapevo che ti avrei
trovata.
ho ventidue anni,non t’interessa come mi chiamo,sono in quest aula di merda,di
quest università di merda,perchè in questo mondo qui devi pur essere da qualche
parte. ed io non sono come te,non ho molti argomenti da opporre al mondo quando
si siede a tavolino e decide come montare i miei passi.
eppure lo sapevo che ti avrei trovata.
oh si.
per i prossimi minuti,almeno fino a quando non avrò trovato il coraggio di
avvicinarti,tu non avrai nome. ed io,io ti chiamerò Leggerezza,per cominciare…perchè sono convinto,che parte di te
proviene dal silenzio / perchè,a quanto vedo,sei capace di uccidermi camminando
/ perchè,a quanto sento,riesci a farlo in maniera tanto dolce che…
e dimmi tu se c’è un altro modo per raccoglierti..io lo farò. eppure ti
prenderei per i piedi e ti infilerei nella tasca destra,se me lo permettessi..e
scapperei,ma senza correre per evitare di farti male.
mi legherei ai polsi i fili colorati che penzolano dalla tua maglia,ed allora
saresti costetta a portarmi con te,ovunque tu vada,un pò come quei ridicoli
micropeluche che penzolano dagli zaini.
ed invece il massimo che faccio è mandare a fanculo la lezione e
seguirti…cazzo e com’è difficile stare dietro alla leggerezza / a quel tuo
modo di camminare zigzagando concentrata,fra ciò che ti vive vicino.
me ne innamoro nel tempo che impiego a mettere un piede dinanzi all’altro,e
decido che voglio riuscire ad imitarti,un giorno. capisco che se voglio davvero
raggiungerti,dovrò entrare in sincronia con tutto questo..liberarmi di tutto al
punto di..
ma cristo…da quant’è che stiamo camminando?provo a staccarti un occhio di
dosso per riuscire a vedere la strada. lo so che sono in bilico..e che tra la
sincronia e tutto il resto mi toccherà scegliere,ad un certo punto.
ma davvero non so da quanto tempo stiamo camminando..seguo i tuoi jeans
scambiati ed il modo in cui ti finiscono sotto al
tallone,continuamente,perdendo colore e strappandosi. ti seguo ed inizio a
credere che passerà la notte e non arriveremo mai /che addirittura non c’è un
posto in cui arrivare / ed io sarò costretto ad afferrarti una spalla e
dormirci contro,ad un certo punto…sussurrandoti che non è possibile tu debba
ancora andare via,perchè io sono a casa,si. io sono a casa.
e poi succede che ti giri,e non lo fai fermandoti,ma ti giri e sorridi. in
realtà,a pensarci,cammini anche più veloce,ma ti giri,arricci un pò gli occhi e
sorridi,MI sorridi. e da un passo
svelto la tua diventa una corsa. ed io correndo inizio a perdere tutto..prima
il cappello,poi i capelli,i fili dei bracciali,brandelli di vestiti,persino
strati di pelle.li vedo passarmi su per la testa e scomparire.
ma tu sorridi. MI sorridi.
ed io infondo lo sapevo che ti avrei trovata.
oh si.
eccome se lo sapevo.
6 settembre 2007 alle 2:01 pm
Ciao Caos,
e’ semplicemente splendido! La prima immagine e’ incerdibilmente evocativa: “consumare un paio di passi,e poi sciogliersi fra i sedili della prima fila”, e il resto non manca certo di piacevoli sorprese, fino all’inseguimento finale.
Grazie per avercelo fatto leggere
6 settembre 2007 alle 2:02 pm
Mi sono piaciuti tantissimo due passaggi:
…e ti infilerei nella tasca destra,se me lo permettessi..e scapperei,ma senza correre per evitare di farti male…
..me ne innamoro nel tempo che impiego a mettere un piede dinanzi all’altro…
Grazie Chiara, è stato veramente bello leggerti!
6 settembre 2007 alle 2:24 pm
Sono senza fiato… Assolutamente bellissimo, non trovo altre parole per commentare questo tuo racconto! Complimenti, davvero!
6 settembre 2007 alle 3:26 pm
..grazie davvero a tutti e tre per l’accoglienza e per i complimenti..e soprattutto per aver avuto la pazienza di leggere il mio pseudoracconto:)!
un salutone!
11 settembre 2007 alle 8:03 am
davvero leggerissimo come fumo che si dilegua