non c’e’ altro modo. e non c’e’ mai stato.

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scusi, dov’e’ via pascoli?

Pubblicato da caterina il 7 maggio 2008

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SCUSI, DOV’E’ VIA PASCOLI?

Squisiti lettori,

Qui di sotto quattro o cinque righe di doveroso melodramma per poi rientrare nei ranghi e viaggiare su toni leggiadri, come sempre e’ stato nel mio intento.
Ancora circondati da palloni che rotolano, azzurro ovunque e polemiche a non finire, i nostri amici francesi devono farsene una ragione: ABBIAMO VINTO NOI.
Da solferinese doc, sono loro alleata dal 1859, insieme a loro abbiamo cacciato il nemico a casa sua e abbiamo definito i confini una volta per tutte, proiettati verso uno stato moderno, il nostro; pertanto mi permetto che mi siano antipatici solo quel tanto che passa l’ondata mondiale, questa cascata di acqua fresca che ci ha corroborati e tonificati tutti quanti.
Per questa volta siamo stati i piu’ forti, i piu corretti,i piu’ simpatici, i piu’ gioiosi, i piu’ umili,i piu’ eleganti, i piu’ zelanti, i piu’ appassionati,i più tutto ed e’ una sensazione meravigliosa, di estrema leggerezza, quasi di felicita’, anche se e’ solo un Mondiale di calcio, alla fine.
Ma quel pallone dorato (molto chic, devo dire. In televisione rendeva da matti), l’ultimo entrato nella rete, dal quale e’ dipeso tutto e che come un pulsante, ha acceso i fuochi d’artificio su di noi, mi ha fatto pensare che tutti insieme, salvo qualcuno che gioca da cane sciolto e che durante i mondiali tifava Brasile, possiamo fare la differenza.
Per una volta.
Lascio che questa sensazione di complicita’ con tutti gli altri italiani, mi pervada ancora un po’.
E’ un vero toccasana, forse la vera magia, il bello di vincere. Per una volta.
Questa mattina ero da Olga,una cara amica nonche’ socia dello Zeta Club e siccome ha il pallino del risparmio, ho perfino dovuto farle lo sconto sulla tessera d’iscrizione dopo aver battagliato anche un be po’, santo iscritto!
Ma ad accontentare Olga ci si guadagna sempre.
In amicizia, per esempio.
E poi la sua casa e’ un crocevia di gente, anime che si incontrano davanti ad un caffe’ e intanto ti lasciano una traccia di loro e ti fanno scattare un’idea.
Stamattina ho conoscuto Tiberio, un signore di mezza eta’, con gli occhi azzurro cielo ed un sorriso da star che con una certa pudicizia esordisce “che piacere incontarla, presidente (Olga gli ha detto che sono la presidentessa dello Zeta Club e penso che lui abbia capito che sono a capo di un istituto di credito, soldi, il massimo , un potere immenso, piu’ del medico condotto e del farmacista o dello sportellista dell’inps ).
Qualche convenevole insieme a Piero, il fratello di Olga, dal pollice super verde e il cuore grande cosi,e poi ci si addentra giusto solo un attimo nela vita degli altri.
Il Tibi aggiunge, sempre con una certa punta di vergogna e una grande dose di umilta’ che me lo ha reso simpatico al volo “io aggiusto solo le biciclette”.
Solo biciclette????!
Uno strumento di una banalita’ assurda che trovi ovunque, che non consideri mai ma prova a nn averne una in cantina o ad accorgerti della sua importanza proprio quando la stavi per inforcare e la camera d’aria ti si sgongia davanti come un souffle’!
Allora l’esperienza di chi le conosce come le sue tasche ti viene buona, eccome!
Questo signore parla e parla e parla e intanto che mi racconta che la bici va sempre tenuta oliata perche’altrimenti ti si inchioda e le conseguenze sono facilmente deducibili, i miei pensieri mi rapiscono la mente e anche se ho una veglia vigile e faccio di si’ con la testa, in realta’ volo verso dell’altro.
La bici mi fa pedalare verso episodi insignifcanti, all’apparenza, e invece scopro che si sono cementati .
Ne ho fatto tesoro senza saperlo.
Per una volta!
Rimugino sulle situazioni in cui qualcuno mi ha dato la dritta giusta con poche parole, con uno sguardo mi ha indicato la via, con un termine azzeccato, al posto giusto nel momento giusto, mi ha spianato la strada.
Cosi’, con semplicita’, con tranquillita’, con una pazienza e una passione che Olga ha definito “come quando di uno si dice che farebbe le scarpine alle mosche”.
Questa si’ che e’ saggezza dettata dal buon senso, dal saper vivere, in fondo.
Io sono una che trasporta cose.
Mi occupo di spedizioni e quando me la voglio tirare proprio a fondo, perche’ ho un possibile cliente importante al telefono o perche’ devo fare un figurone magari davanti ad uno spasimante, sciorino che sono “UNA FACTORY MANAGER, UNA DELIVERY MANAGER, UNA CUSTOMER ACCOUNT”.
Ma alla fine, quando c’e’ molto da fare, prendo la macchinina e porto io la bustina al clientino di turno.
Detto, fatto.
Vi diro’, Squisiti Lettori, che quasi sempre me lo faccio piacere il mio lavoro. Cerco di trovarci ogni volta un qualcosa che me lo trasformi in una specie di gioco; sto triturando chilometri in autostrada in una giornata rovente di fine luglio?
Faccio finta di essere la pirma pilota donna della compagnia Alitalia, alla tolda di comando sul volo Milano-Malpensa/Roma- Fiumicino e sto parlando ai miei ospiti in carliga “SIGNORE E SIGNORI, BENVENUTI A BORDO. STIAMO SORVOLANDO LA A4 CON UNA TEMPERATURA ESTERNA DI 40 GRADI CENTIGRADI.
VOLIAMO ADERENTI AL’ASFALTO E TRA POCO VERRANNO SERVITI ALCUNI RINFRESCHI. LA COMANDANTE VI AUGURA BUONA PERMANENZA”.
E a proposito di autostrada, voglio aprire una parentesi e so che Vi toverete d’accordo con me, in merito all’abbandono di cani e gatti che aumenta ogni anno, nonostante non se ne parli di frequente.
Ma e’ come mettere la testa sotto la sabbia perche’ io lo so che il fenomeno e’ in ascesa costante ad ogni estate.
Proporrei ai responsabili delle reti autrostradali ai quali viene segnalato l’abbandono, di scrivere al proprietario di auto e animaletto abbandonato, comunicandogli senza troppa enfasi che non e’ piu’ gradito all’interno dell’azienda viaria.
Non sei piu’ cliente. Noi nn ti vogliamo piu’. Capito?
Nemmeno se paghi dalla stazione piu’ lontana.
Non e’ piu’ questione di denaro.
Sarai condannato a non godere piu’ della comodita’della strada a scorrimento veloce, sulla quale hai fatto morire il tuo cane e ogni volta che verra’ rilevata la tua presenza, una pattuglia di carabinieri ti scortera’ fino al prossimo casello e RAUS!
FUORI DI QUI!
Noi non vogliamo clienti crudeli.
Spero che qualcuno sviluppi l’idea.
Tornando a noi, arrivare a destinazione e’ d ‘obbligo, e’ nostro dovere ma cio’ che da’ senso al tutto e’ il sorriso che ti fa il destinatario quando si rende ecnto che gli hai consegnato il plico per lui di vitale importanza, IN TEMPO!!!
Quasi non crede che tu sia li’ e ti abbraccerebbe, perfino!
Si’, ecco, cose semplici, tutto sommato.
Come Tiberio con le sue biciclette.
Faccio un sacco di incontri cosi’.
Sono fugaci amicizie “di strada”, occhi , mani e braccia che si arrabattano sui marciapiedi, nelle piazzuole o ai distributori di benzina per indicarmi la via, quella che nOn e’ sullo stradario, quella nuova che non conosce nessuno e la persona fermata per caso, con una faccia che secondo me potrebbe darmi una mano, si spreme le meningi , si fa venire in mente un particolare e zacchete.
Ti manda in buca alla prima!
Vi avevo gia’raccontato tempo fa del bambino di Pomponesco che giocando a pallone mi indico’un’azienda con una linearita’ disarmante, da oscar ,che non dimentichero’ mai ma come lui una moltitudine di angeli scovati sul percorso.
Un signore mi entro’ direttamente in auto attraverso il finestrino con tutto il busto, secondo me anche per dare una sbirciatina alla gonna,ma mi fu fondamentale.
Una signora si mise a piagere perche’ nel bel mezzo della spiegazione, le venne in mente la sua vita sentimentale e me la racconto’ tutta in 30 secondi, con me che friggevo dalla disperazione di arrivare presto alla meta.
La settimana scorsa mi stavo perdendo nel dedalo affascinante e immortale delle viuzze veneziane, odore leggero di marcio nell’aria, silenzio rotto solo dal ticchettio delle mie suole di cuoio, qualche studente mi soprassa rapido e io che cerco di camminare in punta di piedi per non diturbare l’incanto.
Passo davanti alla Basilica dei Frari, famosissima per una Madonna del Tiziano all’interno, ma proprio questa “calle de Mezo” non la trovo.
Non la trovo!
Esce un signore canuto da un giardinetto. Gli chiedo se sa ma si capisce subito che gli sto facendo perdere tempo.
Lo infastidisco.Dopo avermi lquidata un po’ bruscamente, ci ripensa, mi richiama indietro con un vocione che rimbomba nell’isolato semideserto e viene con me fino a che scoviamo la calle, tutta nascosta i mezzo a gradni e canalette, davvero una bella sfida agli stradarii di tutto il mondo.
In quel momento questo sconosciuto mi ha dedicato dieci minuti del suo tempo perche’ ha colto la mia difficolta’ momentanea , senza fare calcolo alcuno e intuendo perfettamente che in questa matematica dell’imprevisto,i suoi dieci minuti non glieli restituiro’ piu’.
Gli avrei regalato la gondola d’oro!
Ultimo della serie, un ragazzo che da dietro mi sembrava stupendo.
Alto, capelli lunghini e biondi.
Mi son detta, vediamo com’e’…
Si gira e… pooom; il naso era cosi’ lungo da sbattere contro il fnestrino.
Aveva due occhi dolcissimi e alla mia richiesta di una informazione su di un ristorante imboscato in un luogo difficilissimo da scovare, ci penso’ un attimo e poi, con calma, risolutezza e PASSIONE mi spiego’ per filo e per segno e, in ultimo, come una pennellata d’autore al suo piccolo capolavoro esplicativo, mi disse di stare attenta al particolare di una casa dal colore rosso acceso, sulla destra, un attimo prima di un viottolo, perche’ proprio li’ avrei dovuto girare. Passato quello , non sarei stata in grado di ripigliarmi e “lassu’ e’ un po’ un casino girarsi, sa? Ma se sta attenta, non puo’ sbagliarsi”.
Riparto e mi inerpico su per colline sconosciute; dopo qualche chilometro di curve e muretti a secco, nessuno a cui chiedere conferme, ormai scoraggiata, scorgo una macchia color geraneo, un blocco di corallo puro,la casa con il colore speciale c’era davvero! Un vero punto di riferimento per me e chissa’ per quanti altri viaggiatori.
Una abitazione normale, tinteggiata con questa intonazione stupenda che saltava all’occhio assolutamente e che a me pareva l’ultimo indizio di una favolosa caccia al tesoro alla quale mi aveva guidato il mio simpatico “passante nasone”.
Fatta anche questa e il merito va a loro, alle persone che si incontrano tutti giorni e che gratuitamente ti danno una mano a sbrogliare la matassa.
Suona il cellulare e parlo di questa mia traccia sul racconto di Agosto ad un mio caro amico anconetano e lui mi risponde
” tema azzeccatissimo! l’altro giorno, in citta’ tutto chiuso, dovevo gonfiare la bici ( e daie!) e un benzinaio dove non vado mai, che tutti considerano un mezzo matto, sempre tutto sporco di grasso di macchina e “zitello”, stava chiudendo baracca e buratini, quando sono arrivato con la mia richiesta a quell’ora diventata un’impresa impossibile.
Non ha proferito parola, come se mi stesse aspettando.
-Non chiudo ancora perche’ deve arrivare Gianni con la bici-.
Ha staccato un tubo, lo ha attaccato ad un altro, 38 gradi all’ombra, caldo tropicale e dopo una sudata che neanche in sauna thailandese, mi ha accontentato”.
“Cosa gli faresti a uno cosi?”
Speri che la scintilla che lo ha animato ti si appiccichi addosso e magari potrai rendere il favore, alla prossima.
Speri, anzi ,che domani, quando ti alzerai, una spintarella dal fondo dell’animo ti arrivi dal ricordo fresco di questo qui, tutto inzaccherato e un po’ orso che pero’ evidentemente nella vita un senso ce lo trova tutti i giorni.
Mi torna in mente il pallone, il sentirsi amici, il toccare con mano un sentimento comune di leggerezza e bonta’.
Per fare andare avanti le cose, per oliare un umile ingranaggio di una semplice bici, senza la quale pero’ non si va da nessuna parte e ben venga la schiera di cugini, suoceri, vicini di casa o gente sconosciuta, portatrice sana di passione e dedizione, che farebbe le scarpine ma anche i sandaletti e gli infradito alle mosche e a tutti gli insettini del mondo.
Persone che fanno tutto quello che possono adesso, perche’ e’ in questo preciso istante che tu hai bisogno, senza pretendere nulla che non sia un grazie detto di cuore.
Ecco il bello, ecco lo straordinario.
La moltitudine di “passanti sulla tua via” che inconsapevolmente mettono a segno un goal da mondiale.

Buona Vacanza da tutto, pazienti e appassionati Lettori.

Vostra affezionata.

2 Commenti a “scusi, dov’e’ via pascoli?”

  1. emmaus2007 dice:

    Eccoci qua, carissima Factory Manager, Delivery Manager o Customer Account!
    Con piacere, ho letto questo tuo nuovo scritto, dal quale traspare come sempre il tuo approccio positivo alla vita e alle persone che incontri, facendoci rivivere le tue emozioni. Nello specifico, sono assolutamente d’accordo col condannare chi abbandona gli animali, gesto davvero vigliacco contro chi non si può difendere ( non definiamo più queste persone “bestie”, quelle a quattro zampe avrebbero tutti i motivi per offendersi!)
    Il calcio? Ahimè, com’è caduto in basso… Fino a qualche anno fa lo seguivo, poi mi ha completamente disgustato. Tutto è lecito pur di vincere, e quindi di fare un sacco di soldi; la sportività mi sembra proprio andata a farsi benedire, sono più sportivi i miei gatti, almeno quando si azzuffano non lo fanno per interesse, e poi, subito dopo, vanno a dormire assieme…
    Beh, concludendo, quante stelline? Diciamo che sono in dubbio fra quattro o cinque. Il contenuto è molto bello, però ci sono un po’ di errori di battitura, di virgole o accenti un po’ fantasiosi, ma evidentemente tutto questo è parte inscindibile di te, del tuo modo di comunicare, e quindi è giusto accettarlo. Cinque stelle!
    Ciao! A rileggerti presto!!!

  2. caerina dice:

    cia ciao ciao!!!!!!!!!
    grazie, Emmy!
    sai che ti temo e ti bramo :) :) :)
    addirittura tutte quelle stelline li’!!
    mi accontento anche di un po’ meno ma se tu dici…me le prendoooo.
    hai ragione per via della punteggiatura ma questo racconto risale ad un sacco di tempo fa, quando non andavo troppo per il sottile.
    sempre di corsa, mandavo così com’era e via!
    adesso sto molto più attenta!
    grazie ancora, Emanuele, per tutto, l’incoraggiamento, i sorrisi, la serenità che mi infondi.
    bacio

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