La Memoria Della Luna
Pubblicato da Domenico De Ferraro il 27 gennaio 2010
Un giorno, un uomo improvvisamente perse la sua memoria non si ricordava più chi fosse, da dove veniva ,
quale era il suo nome , confuso in quello stato si mise a cercarla ovunque andasse, vagando romito chiedendo a chiunque incontrasse persone o cose chi egli fosse .
Provò perfino, stanco di vagabondare , per mezzo mondo senza trovar risposta alcuna di chiedere alla luna che lucente , s’affaccia
nel cielo a sera trapunto di stelle veglia sulla terra. Sai dirmi vegliarda luna , tu regina della notte chi sono io?
La luna colta di sorpresa non sapendo in quel momento cosa rispondere a quella domanda disse: Mi dispiace
vorrei aiutarti ma vedi son tanto vecchia anch’io così tanto da non ricordare eventi avvolte del mio passato e poi guarda
ho tante cose da fare come illuminare la terra , far luce su quelle disgrazie che colpiscono ogni essere vivente nell’ore oscure.
Scusa disse il vecchio amareggiato e prosegui per la sua strada recandosi lesto da una stella assai luminosa .
E tu Stellina che brilli lassù nel cielo sai dirmi quale è il mio nome, chi sono io ?
Bella domanda rispose la stellina , guarda sei capitato proprio nel mio giorno sfortunato , ho perduto un mio frammento
non riesco più a trovarlo , sono molto imbarazzata vorrei aiutarti , ma se non trovo quella parte di me staccatosi involontariamente
caduto chi sa dove nel vasto universo sarò costretta a spegnermi lentamente e a scomparire per sempre.
Va bene stella ti saluto , non voglio farti perdere altro tempo prezioso.
Il buon vecchio s’incamminò di nuovo facendo ritornò su i suoi passi , andò a bussare ogni porta che incontrasse , ogni ufficio , pubblico o privato ,
ogni luogo di culto che gli fosse utile per ritrovare quella sua memoria perduta.
Passarono giorni , mesi , anni , guardarsi allo specchio e non sapere chi sei , per il povero vecchietto diventò un gran problema.
Quasi una colpa ,un castigo per quella sua esistenza .
Essendo solo senza parenti , decise dopo tante peregrinazioni di far ritorno a casa sua di starsene finalmente
in pace , con se stesso nella sua casa comodamente seduto nella bella poltrona appartenuta
un tempo a suo nonno ed aspettare che un miracolo avvenisse.
Aspettò un giorno, due , un mese ed un anno e forse più attese tanto che il vecchio divenne sempre più decrepito e debole.
Il mondo s’era dimenticato di lui e lui del mondo che gli aveva dato si una vita difficile , ma dignitosa che lui con orgoglio
aveva affrontato ,un nome ,un esistenza. La memoria è un bene prezioso storia di un individuo
d’un popolo e noi siamo prodotto del passato , viviamo immersi nel passato, la storia ci guida attraverso una universale ed individuale realtà verso un singolare destino.
Nel passato soltanto ,nelle opere compiute ,l’umanità acquista nozione e consapevolezza di se stessa ,di quel che è dei suoi valori dei suoi errori ,la fiducia nei suoi ideali e l’avversione
e l’orrore delle cose negative e demoniache che la insidiano continuamente lungo il corso naturale delle sue cose .
Non bisogna mai dimenticare il proprio passato ciò che fummo , un giorno forse potremmo ritornare a credere nella pace e nel rispetto verso il prossimo di qualsiasi colore esso sia.
Il vecchio così s’addormentò , con quelle riflessioni e provo a sognare ciò che un giorno era stato in quel dormiveglia
Rivide per un istante la sua vita scorrere momento dopo momento attimo dopo attimo , divenire , soffrire , amare , sognare, credere ,rivivere quelle intime emozioni lo resero felice nel sonno incominciò a correre
ad abbracciare quelle persone care scomparse per sempre ,ma intanto che correva prese ad avvicinarsi sempre più alla tetra signora della morte.
Il vecchio gli andò incontro affondando i piedi nella neve insieme ad altri suoi compagni di sventura spinto da una mano crudele verso, neri forni infernali dalle terribili fauci
che continuavano a bruciare ed emanare un forte lezzo.
Si sentì chiamare nel sogno : compagno vienimi ad aiutare questa pietra e troppo pesante . Ma là , su quella scala come una maledizione un soldato si avvicinò e lo colpì con un bastone .
Il povero vecchio crollò a terra distrutto e l’aguzzino gli disse :
Vedrai signor nessuno di massi ne porterai non uno ma due.
Ed il vecchio sofferente risponde con un filo di voce :
Ne porterò due ed anche tre non ho paura son forte e dopo sé non sei codardo t’ imbatterai con me fino alla morte.
Ma quando giunse il suo turno trascinandosi in lacrime il vecchio chiese alla morte .
Signora la prego mi risponda chi sono io?
La signora in quel momento angusto , sorrise e si tramutò in un angelo di luce e così gli rispose tu sei mio figlio
e l’abbraccio baciandolo sulla rugosa fronte.
Il vecchio ritornò così ad essere un bambino ,gli ritornò alla mente il suo passato, la sua vita e con quei ricordi
egli chiusi gli occhi e dolcemente si addormentò per sempre
tra le braccia d’un angelo che lo condusse in cielo cantando il cantico dei cantici.
3 febbraio 2010 alle 09:25
Ciao Domenico,
interessante questo tuo. L’ho trovato forse un po’ pesante nella forma. Il tono un po’ solenne si addice al tema, ma in alcuni punti non scorre a dovere, suona un po’ forzato.
Grazie per avercelo fatto leggere!