Kepler un isola verde tra le stelle
Pubblicato da Domenico De Ferraro il 8 giugno 2024
Kepler un isola verde tra le stelle
Era il 2342 quando finalmente misi piede su Kepler un pianeta simile alla Terra situato a soli 100 anni luce di distanza. Dopo un lungo viaggio intergalattico in compagnia di vari esseri extraterrestri giunsi a Kepler dopo tre mesi di viaggio sedato in una cabina d’ibernazione . Vi giunsi malconcio , assai stordito , non so quanto ho dormito , sognato , viaggiato . Mi avevano assicurato tre mesi di viaggio ma io credo di essere stato in quella cabina d’ibernazione un tempo imprecisato forse un anno e più. Ci erano voluti anni di preparazione per quel viaggio , per compiere quel salto nel cosmo sconosciuto per approdare finalmente nella mitica Kepler .Isola verde molto simile alla terra dai luoghi incantevoli dai mari cristallini e dalla vegetazione fitta e profumata. Eden , provvisto di ogni cosa tu desideri. I tanti mesi di attesa per prepararsi al viaggio , erano culminati in questo momento magico: ero uno dei primi esseri della mia specie a esplorare un nuovo mondo, un’oasi verdeggiante tra le fredde stelle dell’universo.
Kepler era un pianeta affascinante. Le sue dimensioni erano simili a quelle della Terra, con un’atmosfera ricca di ossigeno e una temperatura media gradevole. La superficie era ricoperta da vasti oceani e da continenti lussureggianti, popolati da una flora e da una fauna aliena meravigliosa .Una flora e fauna inoffensiva , un luogo tranquillo a detta degli agenti della pubblicità che invitavano i viaggiatori a visitare Kepler un isola verde tra le stelle , un luogo privo di pericoli.
Non appena sbarcai, fui sopraffatto dalla bellezza del paesaggio. Alberi alti e slanciati, con foglie di un verde smeraldo intenso, si alternavano a prati fioriti e a cascate cristalline. Creature sconosciute svolazzavano nell’aria si muovevano furtivamente tra la vegetazione, incuriosendo il nostro gruppo di esploratori.
Guardate li quella creatura come cambia aspetto
Anche se inoffensivi non avvicinatevi troppo gridava la guida
Fermi voglio fare una foto
Caro mi metto nuda
No e meglio vestita
Ci sono tanti malintenzionati
Facciamo la fila serriamo i ranghi non allontanatevi
Guaglio non vuttà
Chi vota o nonno
Uhe scostumato mo ti do un paccherro
O nonno ti stai pisciando sotto
Signora guida ammonite questo poco di buono
Che bello ma e tutto vero ?
Non e frutto di una allucinazione
Siamo veramente su Kepler
Signora certamente
Un po di buon senso
Siamo tutti esseri intelligenti
Siamo viaggiatori intergalattici
Era quello che volevo dire
I giorni seguenti furono un susseguirsi di scoperte emozionanti. Esplorammo insieme ad altri visitatori le foreste pluviali rigogliose, scalammo montagne imponenti e nuotammo in laghi incontaminati. Ogni passo era un’avventura, ogni incontro con una nuova forma di vita un’occasione per imparare e meravigliarsi.
Ma Kepler non era solo un paradiso incontaminato. Scoprimmo presto i resti di una civiltà aliena scomparsa, tracce di un popolo vissuto su questo pianeta migliaia di anni prima. Erano edifici in rovina, manufatti incomprensibili e iscrizioni indecifrabili che ci parlavano di un passato glorioso e di una fine misteriosa.
Sulla cima di una montagna trovammo un vecchio alieno forse l’ultimo della sua razza. Era seduto sotto un albero in meditazione. Ogni tanto apriva gli occhi
E cantava una dolce canzoncina , diceva
Questa e la mia terra visitatori
Questa e la terra dei miei avi
Questa è terra di madre non ve ne parlo
Dei miei figli , loro sono andati verso altri pianeti
alla ricerca di una felicità che forse non esiste
Questa e la mia terra visitatori ed io sono l’ultimo della mia specie ed ora vivo e vivrò per sempre nei vostri sogni
Io sono un veggente ed una leggenda
Questa e la mia terra visitatori
Questa e la mia storia.
Un tempo qui vivevamo in tanti forse eravamo
Milioni poi vennero i conquistatori spaziali portarono
il vizio cosi arrivo la distruzione del nostro equilibrio
La natura volle metterci alla prova. Dopo che avevamo conquistato l’intero universo conosciuto , giunto alle vette della conoscenza . Aver creato e non creato macchine e robot navi galattiche
Dopo aver provato tanto amore
Un virus ci distrusse
Io sono rimasto solo
Sono l’ultimo della mia specie
Questa e la mia terra visitatori
Ed io sono leggenda sono il veggente
Leggera corre la mia vita dentro questo tempo che non è piu il tempo che mi fu donato in cui sono nato e risorto.
Il tempo che trascorremmo su Kepler fu breve ma intenso. Imparammo molto su questo pianeta straordinario e su noi stessi. Capimmo quanto sia preziosa la vita e quanto sia fragile la nostra esistenza. Ma soprattutto, scoprimmo che l’universo è pieno di meraviglie che aspettano solo di essere scoperte.
Quando finalmente fu il momento di tornare sulla Terra, portammo con noi ricordi indelebili e un nuovo senso di consapevolezza. Qualcuno fece le sue considerazioni. Altri rimasero in silenzio. Io con gli occhi ancora colmi di tanta meraviglia mi riaddormentai nella cabina d’ibernazione per far ritorno sulla terra con un considerazione racchiusa dentro di me Kepler non era solo un pianeta lontano, ma un luogo della meraviglia e della bellezza dell’universo, un monito a prenderci cura del nostro mondo e a guardare sempre oltre l’orizzonte, verso nuove frontiere e nuove avventure.