Il Carnevale delle Maschere Viventi
Pubblicato da Domenico De Ferraro il 28 febbraio 2025
Il Carnevale delle Maschere Viventi
Mi chiamo Luca è sono un ragazzo come tanti altri della mia generazione . Allegro in genere , spesso volte non riesco a capire me stesso , cosi fingo di essere qualcosa altro , qualcosa mi renda migliore da quello gli altri intravedono , normalmente in me. Non dimenticherò mai una sera di Carnevale di molto tempo fa’. Era giunto il tempo del carnevale, le strade della mia città , erano piene di luci, musica e colori. Indossavo uno strano costume con molte toppe colorate , con il viso coperto da una maschera da gatto morto . Il profumo delle frittelle e dello zucchero filato riempiva l’aria, mentre le persone ballavano e ridevano intorno a me.
Ero contento in fondo , anche se un po’ melanconico , una vena di follia scorreva dentro di me , mi spingeva verso, varie avventure e nel vento avrei voluto volare. Fuggire lontano da quella mia infelicità, per cercare un magico luogo ed una donna incantevole , qualcuno m’ascoltasse cantare.
Ero con alcuni amici, quella sera , ma a un certo punto mi allontanai per curiosare tra le bancarelle dei vicoli . Fu allora , vidi qualcosa di strano: una piccola bottega , non ricordavo di aver mai visto prima. L’insegna, scritta con lettere dorate, diceva “Maschere Viventi”.
Spinto dalla curiosità, entrai. L’interno era buio, illuminato solo dalla luce tremolante di alcune luci . Maschere di ogni tipo e di ogni tempo , erano appese in bella mostra alle pareti: alcune sembravano sorridere, altre avevano espressioni cupe o malinconiche, altre ancora , erano enigmatiche e tristi, alcune sembravano avere un espressione demoniaca. Ed il domani mi sembrò una commedia surreale un leggendaria tragedia . Lo scorrere dell’esistenza e il divenire assunsero una delirante forma psicologica ,atta a rappresentare un mondo interiore . Imbarazzato e perplesso , presi coraggio ed entrai senza toccare alcuna cosa. . Dietro al bancone c’era un uomo anziano con piccoli occhi scintillanti. Simile ad una maschera topica , produceva nel guardarlo attentamente ,varie strane espressioni facciali , ora buffe, ora allegre , alcune seriose e dubbiose. Il senso di una sua smorfia , sembrava simulare la vita nelle sue varie espressioni.
“Benvenuto, giovanotto ,” disse con voce profonda. “Vuoi una maschera che renda il tuo Carnevale… indimenticabile?”
In questa bottega , fabbrichiamo maschere dai tempi di Re Davide , sono venuti a visitarci nel corso dei secoli , principi e nobildonne , calzolai e operai , somari e cavalli , gente di ogni parete del mondo. Siamo l’unica magica bottega al mondo che produce maschere viventi.
Non sapendo cosa rispondere , imbarazzato annuii senza parlare. Lui prese una maschera nera e me la porse. “Attento,” sussurrò. “Questa maschera non è come le altre. Una volta indossata, potrebbe mostrarti il vero volto del Carnevale.”
Vorrebbe dire , potrei cambiare aspetto, essere tutto altro da quello che sono. Potrei diventare un principe , un amante focoso, una pulce ballerina. Potrei volare sopra questa città e lanciare dall’alto coriandoli e stelline.
Si, con questa maschera una volta indossata , puoi divenire tutto quello desideri essere. Questa è una maschera vivente ella comprende ed assume la forma dei tuoi desideri . Ella interpreta ogni tuo segreto sognare.
Senza pensarci troppo, la infilai sul viso.
Immediatamente il mondo intorno a me cambiò. Le luci si fecero più intense, i suoni più vividi. Ma soprattutto, le persone… Le loro maschere si animavano, ridevano da sole, sussurravano parole incomprensibili. Alcune sembravano fondersi con il viso di chi le indossava, diventava parte di loro. Divenire una maschera vivente , una forma narrante , una vita aldilà dell’essere qualcuno , un essere fuori dal comune.
Una maschera vivente s’impossessa del tuo essere , s’impossessa della tua personalità , entra a far parte del tuo corpo e del tuo spirito. Ti fa assume aspetti bizzarri. Ti fa compiere cose straordinarie e fuori dalla normalità , diventi un personaggio di una leggenda metropolitana.
Compreso il pericolo , di diventare un mostro, provai a togliermi la mia, ma non ci riuscii. Era come se fosse incollata alla mia pelle. Il vecchio mi osservava con un sorriso enigmatico.
“Adesso puoi vedere il vero Carnevale,” disse. “Quello che pochi riescono a percepire e comprendere . Qui, le maschere non sono solo travestimenti. Hanno un’anima.”
Ogni maschera vivente fa emergere il segreto essere che in te.
Mi guardai attorno , terrorizzato. Alcune maschere fluttuavano nell’aria, altre sussurravano storie di tempi antichi. Chi faceva pernacchie e sberleffi , chi cantava filastrocche , chi sghignazzava in modo demoniaco . Poi vidi una figura incappucciata , avvicinarsi a me. La sua maschera era completamente bianca, senza tratti.
“Chi sei?” chiesi con voce tremante.
La figura si avvicinò ancora e mi sussurrò all’orecchio:
“Tu chi vuoi essere?”
Io voglio tornare ad essere Luca.
Luca non è mai esistito è una tua finzione , una maschera creata per essere Luca. Lasciati andare e sogna di essere quello sempre hai desiderato essere.
E in quel momento capii. Il Carnevale non era solo un gioco. Era un portale verso qualcosa di più grande, un luogo utopico , dove l’identità poteva essere riscritta, dove chiunque , poteva diventare chiunque, quello desiderava essere . Il carnevale era un vestito vivente per assumere un altra forma , capace se non fossi abbastanza forte , di farti perdere se stesso per sempre.
Con un ultimo sforzo, contro ogni mia volontà , strappai via la maschera dal viso. Il mondo improvvisamente tornò normale: le luci, la musica, la folla festante ritornarono ad essere chiassose come l’avevo visto l’ultima volta , strada facendo con i miei amici. Ma dopo il mio ridestarmi da quel mondo incantato inspiegabilmente la bottega… era sparita.
Da quella sera di carnevale , non ho più visto il vecchio né il suo negozio pieno di maschere viventi . Ma ogni anno, a Carnevale, mi chiedo: e se fossi rimasto lì? Se avessi scelto di diventare qualcun altro? Avrei potuto essere Casanova, Giulio Gaio Cesare Napoleone senza cappello , Bob Dylan o una maschera qualsiasi assi simpatica capace di far sorridere, chiunque avessi incontrato strada facendo. Forse, in qualche angolo nascosto della città, le maschere viventi danzano ancora, aspettando il prossimo sognatore , curioso di conoscere il vero se stesso.