Evaluna racconta

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Superbia

Pubblicato da evaluna il 1 luglio 2008

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La  splendida  rosa,
In mezzo al bel prato,
Si mostra altezzosa
A chi la guarda ammirato.

Sa di esser regina
Nel grande  giardino
E disprezza  l’insetto
Che le vola vicino.

Come osi sfiorarmi
E succhiare il mio cuore,
Non hai per ronzare
Un posto migliore?”

E l’ape rigata
Di rimando stizzita:
“Non mi faccio pregare
Vo da chi  sa apprezzare”.

E ciò detto si appresta
Verso un  timido fiore
E ne aspira la linfa
Con dolcezza e vigore.

Ora un anno è passato
E l’estate tornata,
Della rosa superba
Neanche l’ombra è restata.

Su quel prato smeraldo
Annegato nel sole
È tutto un fiorire
Di  splendide viole.

Evaluna

4 Commenti a “Superbia”

  1. fabio dice:

    Ciao Evaluna,

    Hai capito! La Rosa si dava tante di quelle arie e poi…
    Ben gli sta! :)

  2. andrea dice:

    Gustosissimo!

  3. mattiekian dice:

    davvero molto bello! sembra di leggere quelle vecchie poesie di Trilussa (anche se non sono in romano) che altro non erano che favole con grandi morali in rima.
    Complimenti!

  4. emmaus2007 dice:

    Bellissima, Evaluna! Complimenti! Si legge davvero con piacere, va giù come una bella bibita fresca sotto il solleone! La scelta delle parole è azzeccatissima! Ciao! Brava!

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