Incubi notturni
Pubblicato da evaluna il 3 ottobre 2006
Incubi notturni
Si addormentò immediatamente.
La giornata era stata lunga e piena di eventi e la morbidezza dell’alcantara del divano lo fece sprofondare in un sonno profondo. Cominciò a sognare quasi subito. Immagini strane e confuse si trasformarono presto in una serie di incubi in cui la fine del primo coincideva con l’inizio del secondo.
Dapprima era inseguito da un rottweiler gigante. Ne poteva sentire l’alito sul collo ma non poteva girarsi a guardarlo perché la sua corsa sarebbe stata rallentata. Quando era lì per essere raggiunto, si era trovato sulla sponda di un fiume e aveva capito che l’unica via di salvezza sarebbe stata quella di gettarsi in acqua. Ma lui non sapeva nuotare e poi, da sempre, aveva una strana repulsione per l’elemento acqua. Ma d’altronde non c’erano alternative. Si era tuffato.
Nel sonno percepiva il suo corpo che si agitava sul divano. Sentiva il suo movimento spasmodico che rovistava l’aria a vuoto.
Ecco sto annegando pensò ma nell’attimo conclusivo venne riportato a galla da un grosso pesce il cui unico intento era però quello di divorarselo in un solo boccone.
“Io mangiato da un pesce. Se non fossi così terrorizzato riuscirei quasi a vedere il lato comico della cosa” pensò.
E poi, improvvisamente la fine dell’incubo. Il risveglio. Il lento risalire nella realtà delle cose.
Cominciò a sentire i rumori familiari di ogni mattina e aprendo gli occhi la vide.
Era là come sempre. Intenta a preparagli la sua colazione preferita.
Charlie si alzò, si stiracchiò e facendo le fusa da bravo micio qual’era le andò incontro.
Evaluna
4 ottobre 2006 alle 3:58 pm
Troppo divertente! Ho capito che era un gatto solo a 5 parole dalla fine
4 ottobre 2006 alle 4:07 pm
Ciao, ho rimosso il duplicato e messo qui il copyright. Spero non ti dispiaccia…
4 ottobre 2006 alle 9:27 pm
Si, decisamente….non si capisce che è un gatto, sino alla fine! ^_^ anche se rileggendolo saltano fuori tutti gli indizzi…! ^_^
25 settembre 2007 alle 6:42 am
Ti faccio i miei complimenti… ho sempre pensato che scrivere un racconto breve ( e nel tuo caso la brevità è a dir poco sconvolgente) sia un’operazione complessa e piena di ostacoli. Il risultato è ottimo.