CUORE DI SEPPIA
Pubblicato da francescovespa il 12 giugno 2007
Sono le quattro
antimeridiane , ho la sabbia (Cispa, vale a dire il sebo prodotto
dalle ghiandole che con l’esposizione all’aria si rapprende e diventa
duro) negli occhi e così decido di farmi un bel Sigfrido
Moment , faccio ruotare la macchinetta a Giovannino Fustacchioni perché
lui è veramente un gran fusto. In quel momento sento
un lieve zefiro che sale sotto la mia polo
LaCoste rossa, sembra un tentacolo Tripoidale di
Herbert George Wells che accarezzandomi tutto
anguillesco mi conduce verso uno stato
prettamente corroborante ; sarei tentato di girarmi per poterlo guardare
ma il momento è topico e la sensazione afrodisiaca, così mi faccio
destare pienamente e chiudo gli occhi…
il tentacolo si dirama fino a sembrare una
gigantesca corona plasmabile , forse è una
Seppia cannone; ora tutta la mia testa è
conglobata in un fascio di muscoli
tumescenti e fibrosi , come se la nuca fosse impastata con della cera
che fa colare tutti i miei Lapsus
, e li sostituisce con reminiscenza ,
memoria e rievocazione. Il tentacolo adesso scende
all’altezza dell’ Epiglottide; mi dona una sensazione di benessere
e sussulto inaspettato , il desiderio di girarmi è zelante,
ma il tutto si trasforma in concupiscenza e
l’unione tra il Mollusco e me diventa una sorta di gioco
, così temo di finire molto male….Ormai
ha raggiunto l’ossetto sacro sollecitandolo per benino
, ma alla fine si ferma , il senso del tatto comincia a mutare
in lussureggiante aurea di ingordigia
, emana una proiezione impetuosa, di Vouyerismo astrale; ho fastidio
, ma non posso più farne a meno ,
decido di spalancarmi a lei iniziando a dormire per poter sognare
. Mentre mi lascio oniricamente travolgere
, il tentacolo si metamorfizza completamente in un pennello
, sembra quasi che voglia dipingermi
in tutto il corpo ; quando il mio senso Astratto ,
all’improvviso , prende il posto della materia
, quello che sembrava una viscosa Sepia officinalis ora
è diventato un pennellone di razza , lentamente il corpo si trasforma
in una grande tela ; mi faccio dipingere , una bella passata di
Rosso o anche di Verde , la mia bellissima schiena sembra un’ installazione
d’arte contemporanea . Tremo al sol pensiero di
guardare cosa sta accadendo alle spalle ,
d’un tratto , il pennello si mette a cantare
a squarciagola con tutta la voce che ha nel bastone, come Pavarotti
che diventa grissino dopo La Bohème , probabilmente sta cercando un
iter dimensionale in cui collocarsi. La sua voce diventa smussata e
perforante ; i capillari interni delle mie orecchie si gonfiano
spaccandosi , mi trasformo in un’oasi rossa dove sguazzare
…. Ma dov’è ora il pennello?
Non lo vedo più, quindi lo cerco per tutta
la cucina , eccolo la! Inghiottito nel mio sangue e poi
…. Dandosi fuoco con i fornelli , si squaglia
diventando un pastone di vernice nera . Sono libero ora la mia mente
torna a realizzare qualsiasi cosa , ogni piccolo istante torna al suo
posto, raggiungendo una nitidezza spaventosa , capisco e vedo tutto
, un piccolo istante è
un tassello di memoria
. Prendo Ossi di Seppia di Montale
e mentre leggo Non rifugiarti nell’ombra
, la testa si stacca , immergendosi
nell’oceano .
13 giugno 2007 alle 2:12 pm
Mi sembra di aver vissuto in un incubo! O_O
19 marzo 2012 alle 6:49 pm
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