Speranza
Pubblicato da kierelixyr il 9 ottobre 2006
……….la pioggia cadeva copiosamente sulla capitale, e mentre la città
era immersa nel suo rumore, mi accinsi a scendere le scale della Metro,
mi piaceva rifugiarmi e soffermarmi nei corridoi dove la gente passava
velocemente assorta nei propri pensieri.
Nell’imbocco di piazza di Spagna c’era un uomo di colore che suonava il suo sax,con un calore da
night, mi frugai nelle tasche e gli misi una moneta, poi ammaliato
dalla musica , mi sedetti più in là anch’io come un barbone e mi
lasciai cullare dalla musica, osservando e riflettendo.
Il mondo scorreva veloce davanti a noi, qualcuno rallentava il passo e ascoltava
le note del sax che si espandevano nella galleria, alcuni frugavano le
tasche e lasciavano qualche spicciolo e subito dopo correvano via
rincorrendo il tempo.
Seduto lì a pochi metri cercavo di entrare nello
spirito del vagabondo, di quell’uomo errante che diffondeva la sua
musica al mondo in cambio di qualche spicciolo, che non aveva alcuna
meta ne tetto, che non sentiva alcuna responsabilità verso se stesso o
verso gli altri, che non aveva doveri, e che il tempo per lui non
contava, ignorava il susseguirsi delle ore, dei giorni di tutte quelle
cose inutili, immaginarie, virtuali che non hanno alcun riscontro con
la realtà.
Chi è stato a stabilire che il giorno deve essere di 24 ore, e che da
alba a tramonto deve essere scandito da numeri? E , se il giorno fosse
quello di una falena….il tempo non è realtà e solo un’idea di ciascuno
di noi che seguiamo le proprie esigenze.
Un barbone ha il suo tempo che viene cadenzato ma che non è il nostro
tempo, quello stesso tempo che noi controlliamo guardando una clessidra
che lascia scorrere la sabbia dell’inutilità.
Chi ha mai stabilito che è giusto solo quello che facciamo, decidiamo noi a discapito della
pelle altrui eppure è giusto o quantomeno è giusto per noi che con il
nostro modo di fare non spartiamo nulla con il prossimo.
Perché ognuno di noi non può agire conseguentemente al proprio modo di pensare in
maniera diversa senza essere additato!
Pensavo a ciò, mentre erano cambiati tratti somatici , ma il movimento
era sempre quello : il barbone continuava a suonare il suo sax ,
qualcuno rallentava il passo e ascoltava le note del sax che si
espandevano nella galleria, alcuni frugavano le tasche e lasciavano
qualche spicciolo e subito dopo correvano via rincorrendo il tempo……
mi alzai accesi una sigaretta, la offri al mio compagno di viaggio che
gentilmente rifiutò, lo salutai e mi incamminai per l’uscita e ritornai
in superficie…….
le nubi avevano lasciato spazio ad un cielo che si era
schiarito ma che non aveva raggiunto quell’azzurro intenso delle belle
giornate, i raggi seppur tiepidi del sole mi ferirono gli occhi e
mentre una lacrima attraversava le mie ciglia un barlume di speranza si
faceva strada nel mio cuore………
Kier
10 ottobre 2006 alle 6:21 am
Un racconto molto…riflessivo! Molto bello.^_^
10 ottobre 2006 alle 7:33 am
bè che dire caro Kier ……… hai fatto il tuo ingresso alla grande !!!
28 aprile 2013 alle 1:08 pm
Veramente bellissimo !!! Complimenti!!!