Pensieri e racconti – Brandelli di vita dal pianeta morente

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      Aereoporto di Fiumicino. Ottobre 2006. Un uomo sta scegliendo delle riviste che gli consentiranno di passare un'oretta prima di partire per Catania. Al momento di prendere il solito settimanale, decide di comprare un block-note ed una penna. Si siede, mette i Subsonica in cuffia e inizia a scrivere. Riempie il blocco in poco più di mezz'ora. Da allora, non ha mai smesso di scrivere. Neanche in questo momento. Un abbraccio a Paolo, che era con me in quel viaggio e che ora è in viaggio, per non so dove. Per sempre.

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Racconto – Trocadero Club

Pubblicato da kiwi65 il 3 ottobre 2007

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Eccoti qua. Come tutte le sere, sei pronta per uscire. Un paio di scarpe basse rosse, con un fiorellino giallo sul davanti. Un vestito celeste a fiori, con la gonna corta, un piccolo spacco su una gamba.


Tua madre non ti chiede niente. Sa che esci, ma c’è una sorta di accordo: non voglio sapere nulla, cosi’ non ti devo chiedere conto di nulla. L’unica cosa che vuole è un sorriso, lanciato dalla porta, prima di chiuderla alle tue spalle.


Eccoti qua. Pilar. Con la sfrontatezza dei tuoi quindici anni, il sorriso e la voglia di ingoiare il mondo in un sol boccone. Corri e ridi, ridi e corri. C’è un’altra notte da passare a regalare illusioni.


Che fila al Trocadero Club per entrare. Ma qui ti conoscono. Tuo cugino fa il buttafuori e con uno stratagemma sei dentro anche stasera.


La lattina di Tropicola ti gela le mani, mentre guardi distrattamente la pista, dove i ballerini di merengue si muovono al ritmo travolgente della musica. Quanta gente felice al Trocadero Club. C’è il vecchio cameriere impomatato, con la sua giacca bianca, stretta e consunta da migliaia di serate di lavoro. Le movenze non sono più quelle di una volta, ma la gentilezza e il mestiere si. C’è il trombettista del gruppo che guarda il sedere delle coriste.


I turisti, seduti ai tavoli, si guardano intorno, cercando compagnia. Che buffi, pensa Pilar. Pensano di darsi un tono fumando un Montecristo dietro l’altro e scolando bottiglie di Havana Club. Ma e’ ora di darsi da fare.


Italiano. Quieres bailar con migo?”. Il piccolo italiano pelato e ciccione si alza e stringe Pilar a se con forza, facendole male. Ma lei sorride e lo porta in pista. Non importa se lui le infila le mani dappertutto. A Pilar piace ballare. Si sente leggera leggera. E pensa a quando da piccola sentiva la radio nella baracca con i suoi fratelli e ballava, ballava.


Andiamo?” fa a muso duro il ciccione. Perché no? Si va.


La camera è vicino al locale. Si fa presto. Il ciccione non vuole aspettare. Pilar lo spinge sul letto. “Italiano, calmo”. L’ultimo le ha strappato il vestito e per tornare a casa ha dovuto farsene prestare uno dalla sua amica Teresita. Si spoglia piano, posando dolcemente il vestito su una sedia e mettendo sotto le scarpe rosse. Poi si sdraia e chiude gli occhi, cercando di immaginare il suo Pedro al posto del ciccione.


Puttana. Tutta colpa tua!”. Un ceffone. Poi un altro. Poi una grandine. Lei si chiude a riccio e piagnucola. “No italiano no!”. Lui non la smette. “Vuoi i soldi? Eccoli.” Il ciccione glieli infila in bocca, fino quasi a strozzarla. Poi si riveste e se ne va.


Eccoti qua, Pilar. Come tutte le sere, sei sulla strada di casa. Un paio di scarpe basse rosse, con un fiorellino giallo sul davanti. Un vestito celeste a fiori, con la gonna corta, un piccolo spacco su una gamba. La faccia tumefatta e gli occhi pieni di lacrime. Nella mano destra trenta dollari. In testa una malinconica salsa. Che fatica tornare stasera, da Varadero.


 

3 Commenti a “Racconto – Trocadero Club”

  1. Andrea dice:

    Incisivo, come al solito. L’immagine di Pilar che si spoglia e mette le sue cose bene in ordine dice una quantità di cose che non sarebbe entrata neanche in trenta pagine :)

  2. marilety dice:

    anche se molto verosimile traspare il tentativo di renderlo autentico in alcuni tratti l’obiettivo è raggiunto…

  3. fabio dice:

    Quando vuoi dire qualcosa, attraverso i tuoi racconti, lo fai senza tanti giri di parole. Mi piace, sei diretto ed eviti tanti fronzoli inutili. :)

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