Bassa marea
Pubblicato da nihil il 28 maggio 2007
Bassa marea
Ciao, come va? E’ tanto che io e te non ci guardiamo negli occhi, vero?
Mi chiedi come va; ad essere sinceri, mi sento un poco come la bassa marea. C’è, ma nessuno la vede, al massimo si vedono gli scogli scoperti, ma l’acqua che non c’è, non esiste.
La bassa marea ha onde piccolissime, che non sono nemmeno onde, non fanno nulla, né in bene né in male; non ci sono, punto e basta.
E pensare che molti si rivolgono a me; entrano da quella porta e esordiscono dicendo “Ho un problema” come se io possedessi la chiave della loro vita. Un poco rimango sgomenta dalla responsabilità che mi si attribuisce, ma poi so che probabilmente è vero. Il mio lavoro è essenzialmente burocratico, e dopo tanti anni conosco tutti i risvolti della stupidità dei fogli e delle carte.
Quando risolvo i guai degli altri mi sento importante, lo ammetto, un poco come se io fossi l’ago della bilancia della vita di qualcuno. A volte mi muovo senza nemmeno che loro lo sappiano, con un perverso senso di potere benevolo, faccio del mio meglio per scavalcare l’ aberrazioni burocratiche.
Una volta ho persino ucciso una ragazza, che aveva assolutamente bisogno di una firma su un documento perché il giorno dopo doveva iniziare a lavorare. Non c’era l’ufficiale addetto ed allora io feci finta di andare a cercarlo, poi misi dei timbri in modo illeggibile e firmai in modo altrettanto illeggibile. In Italia funziona così, ci vuole un timbro ed un firma, che nessuno legge o controlla.
Non potevo certo permettere che questa ragazza perdesse il lavoro, no?
Non potevo nemmeno prevedere che il giorno dopo piovesse, che la sua auto uscisse di strada e lei morisse sfracellata contro un muro.
Fu il suo primo e l’ultimo giorno di lavoro ed è stata colpa mia.
Se non avessi messo quella firma, lei sarebbe ancora viva.
Quel dio di cui io mi sentivo il dito, quella mattina aveva deciso in modo perverso!
Ma non è per questo che mi sento come la bassa marea, è perché nella vita quotidiana, nessuno si interessa a me, viene dato per scontato che io ci sia, esattamente come un soprammobile.
Nessuno si domanda cosa in realtà passi nella mia anima, quali sofferenze o gioie, quali pensieri o riflessioni. Mi sembra di essere chiusa in un armadio, e che nessuno abbia interesse ad aprirlo.
Persino il mio compagno sa che esisto, ma non come .
Prima si dedica alle sue faccende, porta fuori il cane, legge il giornale,guarda la TV, si dedica ai suo hobby, poi quando si è saziato di sé si ricorda che ci sono anch’io.
Dopo; sempre dopo tutto il resto.
Per questo mi sento una bassa marea, insignificante, inutile, non esistente.
Mi chiedi come reagisco?
A volte sto a letto con le coperte sulla testa e mi sfogo piangendo un poco, tanto anche se parlo con lui, vedo che non capisce , che è sorpreso delle mie parole che cercano di dirgli che ci sono anch’io e che sono stanca di fare la comparsa.
Perché la testa sotto le coperte? Semplicemente perché quando la bassa marea piange, non si vuole fare vedere.
Mery prese un telo e levò il vapore dallo specchio, che tornò limpido.
Si truccò come al solito, mormorò un ciao Mery, ed uscì di casa per recitare la sua giornata.
29 maggio 2007 alle 6:42 am
Sei riuscita benissimo a mostrarci quello che prova Mery, il suo stato d’animo paragonato alla marea… mi è piaciuto.
Sto ripensando alla firma che ha portato poi quella ragazza ad avere l’incidente. E’ proprio vero non viviamo isolati dal resto degli individui…Ciao Nihil ^___^
29 maggio 2007 alle 9:23 pm
Grazie Fabio. :)) N.
1 giugno 2007 alle 8:46 am
Ciao Nihil. Leggerti e’ sempre un piacere
Incisiva l’immagine della bassa marea che piange.