Piccola ala – Littlewing

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Che strana sensazione passare dalla felicità più assoluta alla malinconia più velata.

E’ da ieri che sto così, magari senza un motivo veramente comprensibile, ma sto così. Un insieme di parole dette un po’ per scherzo ma con un fondo di verità, di giorno in giorno, di ora in ora, di minuto in muto si somma… ed ecco il risultato! Alla fine ci si ritrova stufi marci. Stanchi spossati, emotivamente distrutti come se si fosse subita la peggiore delle angherie.

E sto qui. Sola e nel torto peggiore. Già, perché poi dalla ragione passo al torto più assoluto comportandomi così, “da cretina”, “da bambina scemetta”.

Ma poi che motivo ho per reagire così? Me la prendo toppo, lo so. Pretenderei di cambiare tutto e tutti… avevo detto che non lo avrei più fatto… e invece ci sto ricadendo, di nuovo, per l’ennesima volta. Ogni piccolo granello di polvere che intacca la mia corazza lucida viene percepito come un nemico grandissimo, una punta di ruggine pronta ad espandersi ed a rovinarla irrimediabilmente. E la ruggine, si sa, bloccherebbe ogni articolazione della mia armatura .

Dovrei sviluppare anticorpi in grado di proteggermi da questa brutta malattia, dovrei vivere più consapevole di ciò che ho io e che gli altri non potranno mai togliermi… ma non è così e sarei ipocrita a fingere. Basta poco per farmi sentire trascurata. Non so se effettivamente sia così, ma penso che esagero un po’, questo si. Ingigantisco sempre tutto. Riesco ad ingigantire piccoli sassolini elevandoli a blocchi rovinosamente franosi e distruttivi.

Ed io sto sempre lì, a valle…e aspetto che scenda,sto blocco… pur scansandomi vengo colpita in pieno. Cado, mi faccio male, ma mi rialzo, sempre. Apparentemente incolume, in piena salute, ma dentro, quella frana lascia segni e solchi invisibili.

E scava sempre nello stesso punto, ogni volta che cado e che mi rialzo il solco s’ingrandisce e aumenta. Come se tante piccole cadute facessero l’effetto di una più grande ma estremamente distruttiva.

E reagisco male. E ti tengo distante preferendo il silenzio. Già, in silenzio sto meglio. Ho la sensazione di riprendermi e ricostruirmi pian piano…e ti chiedo di aspettarmi. Solo questo. Attendi pazientemente che abbia ripristinato un po’ di quel solco. Lo sai, non mi ci vorrà molto. Te lo dico sempre: “Dammi il tempo di metabolizzare un po’”…e poi sono di nuovo io, sempre io.

Non avere paura. Non voglio allontanarmi da te. Forse voglio solo prendere le distanze da quella parte di me che non mi piace e che crea conflitti con le persone alle quali veramente tengo. Forse tra due minuti sarò sempre io, la solita bambina impertinente. E sarà come se nulla fosse successo. Perdonami, se puoi.

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