Piccola ala – Littlewing

Una raccolta www.storydrawer.org

    Chi sono



      Non vi assicuro assiduità. Scrivo solo se trovo la giusta combinazione di parole e sensazioni,se provo qualcosa. Sono un puzzle di emozioni e sentimenti misti, di sensazioni e di idee improvvise. Mi piace tanto immaginare, sognare, fantasticare partendo dal mio punto di vista. Mi piace confrontarmi con gli altri e sapere cosa pensano di ciò che scrivo. Tornate a trovarmi, se vi va!

Due filari di alberi (I Parte)

Pubblicato da piccolaala il 29 settembre 2007

Scarica come ePub

1 Star2 Stars3 Stars4 Stars5 Stars (1 votes, average: 5,00 out of 5)
Loading ... Loading …

Due filari d’alberi  (I Parte)


 


La nebbia e l’umidità della sera iniziavano ed entrare furtivamente nel bavero del suo giubbotto. Sebbene vi fosse abituato, quella sera, era infastidito da qualche brivido, e un po’ di stanchezza percorse la sua schiena provata da ore ed ore di lavoro all’aperto.


Erano anni che percorreva quel tratto di strada per portare le sue bestie dall’allevamento al mercato,  era passato davanti a quella casa migliaia di volte. Vide, come al solito, quella luce familiare che filtrava dalle tende della finestra della cucina. Quante volte aveva desiderato un’atmosfera così; a volte aveva pensato anche ad una casa come quella, in campagna, al limitare del bosco, ma la sua dedizione al lavoro e la sua testaccia dura gli avevano fatto promettere che, dopo quella sua vita passata così deludente, avrebbe vissuto errando per il bosco, senza fissa dimora e così andava avanti senza pensarci più di tanto.


Anni prima quella casa era diversa, meno curata. Ci abitava un vecchio amico, un anziano contadino che usciva dall’uscio non appena sentiva lo scorrere ritmato degli zoccoli della mandria. Gli portava da bere un po’ di grappa e un boccale d’acqua, accompagnati da una cesta con qualcosa da mangiare e scambiavano due chiacchiere. Una decina di minuti, così, senza fargli perdere mai troppo tempo e senza che mai Riccardo scendesse dal suo cavallo.


Negli anni a seguire, però, il vecchio si era trasferito in città, a casa di alcuni parenti, anche perché, data l’età, non avrebbe potuto restare solo così lontano da tutti. Affidò la casa e la sua piccola azienda agricola ad una nipote, colei che da sempre gli era stata più vicina e per la quale lui nutriva un affetto speciale, e partì.


Questo è l’inizio di una storia; una storia forse semplice, ma sicuramente intrisa di sentimenti e sensazioni.
E’ nata banalmente, per caso, in una primavera malaticcia ma tanto piena d’amore.
Una primavera che ha dato la consapevolezza di un’allegria nuova, di un nascere di passioni e sentimenti mai provati o troppo facilmente dimenticati.
Per caso, una sera, davanti a due monitors, in due posti differenti d’Italia, due persone che non si conoscono davvero, ma parlano da un po’, si trovano sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda, scoprono, inconsapevolmente, un modo per collegare le loro menti e da una frase detta un po’ per scherzo e un po’ per gioco parte una scintilla che innesca questo flusso di pensieri. Dapprima, si scherza molto; il racconto è molto giocoso e pieno di battute fatte per interrompere la tensione di giornate piene zeppe d’impegni e per ridere insieme; poi, gli acerbi e inesperti “scrittori” vengono toccati nell’anima dai loro pensieri.
Il gioco e la battuta lasciano presto il posto a sentimenti veri, sensazioni reali e i colpi di scena coinvolgono così tanto gli increduli narratori che si ritrovano, di sera in sera, a volersi connettere, a sacrificare conversazioni comuni e reali per scrivere, per sapere come andrà a finire quella storia, la loro storia.
Essendo nata da un “botta e risposta” verrà mantenuto inalterato il modo di presentarla, un dialogo, per ricordare com’è venuta fuori e perché, per noi, non avrebbe senso se non così. Lungo il corso della storia è possibile trovare anche qualche nostro intervento, perché è stata mantenuta così per come è cresciuta. Dunque una storia a quattro mani, nata dall’unione di due menti ma pensata con un solo cuore.


Quella sera Riccardo accusava una stanchezza evidente, forse perchè aveva un po’ di febbre, ma pensò, per la prima volta, di scendere da cavallo, bussare alla porta della casa e chiedere qualcosa di caldo da bere. Scendendo dalla sella procedeva verso l’uscio con passo lento e scandito dalla stanchezza; aveva solo bisogno di un riparo, di un po’ di riposo; aveva solo bisogno di scambiare quattro chiacchiere. In fondo, non chiedeva poi tanto.


 


Toc toc


V – Chi è?


R – Sono un ragazzo sognatore smarrito…


V – Guardi che ho lo spioncino!


R – Cioè … mi sono smarrito nella nebbia, non nei sogni!


V – Non imbrogli! Ahahah


R – Sono un omino del bosco.


( Ecco, mi pare più veritiero.)


V – Dunque … che vuole da me, caro “omino del bosco”?


R – Sono un uomo della maremma, porto la mandria al mercato! ( Meglio così? )


( Ehm… si. Meglio! )


R – Mi sono perso nella nebbia, si sta facendo buio ed ho freddo…


R – Ho lavorato tutto il giorno e sono stanco… avrei bisogno di un po’ di riposo ed un caldo riparo, solo questo; non le chiedo di più.


V – Se vuole posso indicarle un posto dove andare a riposare.


R – Mi può aprire ?


V – Mi spiace, ma la mamma mi ha detto di non aprire agli estranei … c’è gente cattiva in giro


Parlava con tono da piccolina, con un atteggiarsi particolare che si intuiva anche non vedendola. Giocava con quell’uomo così, solo per prenderlo in giro, anche se in realtà era abituata a star sola perché erano anni che viveva così.


R – La prego, potrei fermarmi anche solo nel deposito attrezzi …. mi metto lì, solo per stanotte, così non disturbo, la prego!


V – Non abbiamo deposito attrezzi.


R – Allora mi apra, la prego… cosa posso fare per far si che si fidi di me?


V – Mi dispiace… se vuole posso indicarle l’indirizzo di una mia amica che può ospitarla..


R – Sa, domattina devo essere di nuovo in forma … entro maggio devo restaurare una casa a Viterbo ….ed ho bisogno di rimettermi in sesto per lavorare. Non posso essere malaticcio!


R – E chi sarebbe questa amica? Sta qui vicino?


V- Una certa Elison Ilenia. La figlia del calzolaio della strada principale.


R – Che nome curioso!


V – E’ un folletto del bosco ( Ahahah )


R – E’ straniera?


V – No, è sicula.


R – Sicula? Le sicule sono tutte basse, col culone e coi baffi, vero signorina?


V – Non mi pare… comunque, senta.


R – Si


V – Siccome stasera la mamma non c’è bugiardae non rompe nessuno…


R – … si


V – … se mi promette di non rompere nemmeno lei… può riposarsi qui.


R – Oohhh…. mi riempie di gioia.. ho proprio bisogno di stare in tranquillità e al calduccio vicino al camino. Posso mettermi lì o la disturbo?


V – Dormirà nella stanza di mia sorella, “la strega della Malesia”,…sa per ora è in trasferta per lavoro.


R – D’accordo, ma lei sua sorella la chiama così? Come mai?


V – E’ una lunga storia… Faccia come fosse a casa sua. Io mi ritiro nella mia stanza!


R – … sperando che non torni, la sorella … ho paura delle streghe!


V – Non tornerà prima di maggio, stia tranquillo.


R – Accidenti! … allora davvero posso fermarmi qui per stanotte? Mi apre la porta, per favore?


V – Certo, si accomodi.


R – Ooops. Ma,scusi ….


V – Mi dica.. si accomodi, nel frattempo.


R – Sono rimasto…. incantato! Mi perdoni … non la ricordavo così bella!


V – Ma come poteva ricordarmi, se non mi conosceva?


R – Ora le spiego … intanto posso preparare un po’ di te caldo per due?


V – Gradirei una tisana, veramente.


R – Va bene … le dispiace se faccio io?


V – Preferirei fare da me… lei è pur sempre un’ospite!


R – Va bene … volevo solo essere utile.


R – Le dicevo … circa  un anno e mezzo fa, io passavo a cavallo con la mandria per andare alla fiera del bestiame e la notai tra le foglie mentre potava la vigna.


V – Ah, è un muccaiolo?


R – Vaccaro, prego.


V – Io, la vigna?


R – Si, stava curando la vigna, vicino casa.


V – Mah, non mi pare… poi io vicino casa ho uno splendido giardino non una vigna


C’è anche la vigna, fa così per sviarlo con le sue parole e confonderlo… povero!


R – Forse ho sognato… ma lei era tra le piante!


V – Come lo preferisce il suo the?


R – La guardò a lungo- con il limone … e due cucchiaini di zucchero.


Allora pensò: che splendida visione … sarà fortunato il ragazzo che porta nel cuore.


 


FINE PRIMA PARTE


 


… come andrà a finire l’incontro tra il buttero maremmano e la ragazza dell’azienda agricola? Se siete curiosi, vi diamo appuntamento alla prossima puntata! Stesso storia, stesso posto …chi cambia canale è un Bradipo !


 


§

2 Commenti a “Due filari di alberi (I Parte)”

  1. Andrea dice:

    Ciao Piccola Ala, carina l’idea di un racconto a quattro mani scritto in chat. Sono veramente curioso di vedere come procede, e non solo la storia, ma proprio lo stile…

  2. fabio dice:

    Ciao Piccola Ala, beh… visto che sono arrivato in ritardo e la seconda parte è già online… la vado a leggere! :)

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>